Come promesso eccomi da Riga, la più grande delle capitali baltiche, a leggervi e continuare a scrivervi, e, perché no, contribuendo nel mio piccolo.

Ahimè, però non si tratta di calcio, sport qui poco affascinante nonostante ieri si disputasse il derby tra Lettonia e Lituania, e lo Skonto Riga che vince lo scudetto da 15 anni di fila non aiuta di certo a far crescere l’interesse. Per avere un’idea dello scarso appeal del calcio, basti pensare che per andare allo stadio si paga 1 lats (1,40€) e la birra all’interno costa 1,50 lats.

Qui si va di hockey sul ghiaccio, e allora, visti gli occhi sbalorditi delle persone alle quali chiedo come fare per andare allo stadio, hanno pensato bene di portarmi all’arena, l’Arena Riga, della quale i proprietari del club ne hanno annunciato il giorno stesso l’acquisto a titolo definitivo, facendola diventare ancor di più la casa dell’hockey, ma anche un polo multifunzionale per eventi e concerti. Non dimentichiamoci che l’anno venturo Riga sarà Capitale Europea della Cultura.

Era per me la prima volta, non avevo mai assistito dal vivo ad un match di hockey su ghiaccio, e non sono solito lasciarlo alla tv quelle rare volte che facendo zapping lo becco; qualche volta ne leggo qualcosa qui, ma è più uno scanning che una attenta disamina. E allora si acquista il biglietto presso un narvesen, chioschi che sono ovunque in città, e che vendono di tutto e offrono mille servizi. Manco a dirlo, né documento né nominativo, solo la specifica studente per avere lo sconto, e con 5 lats siamo in un settore assimilabile alla curva, in buona posizione e abbastanza vicini al campo.

La partita che si disputa è tra i locali e la Dinamo Minsk (mamma quante Dinamo, e tra l’altro lo stemma sociale – quella D maiuscola – è uguale per tutte e due, come quello della Dinamo Kiev per capirsi).

A primo impatto, visto che gli avversari sono bielorussi, ho creduto fosse una sorta di Champion’s League dell’hockey, e invece è la Kontinental Hockey League, un torneo sì continentale ma un tantino, diciamo, sovietico.

Comunque, entrati nell’Arena, resto favorevolmente impressionato per la bellezza dell’impianto, e stupito dal fatto che in molti, mentre le squadre entravano e si cantavano gli inni, preferivano guardare dai monitor situati fuori che dagli spalti.

Desolante la presenza massiccia di angoli spilla soldi, ma almeno non abbiamo dovuto fare nessuna e-card obbligatoria per comprare birra, come ormai sono soliti fare in molti in Europa.

Arrivati al nostro posto (stranamente occupato da due tipi, poi dicono i Napoletani… Per inciso, prima che con i tempi che corrono qualcuno gridi alla “discriminazione territoriale”, chi vi scrive è appunto Napoletano) ci accomodiamo e sorpresa, troviamo un asciugamanino col logo della società ed un motto in Lettone, che dovrebbe significare “insieme in ogni partita”, più tardi capirò che andrà sventolato ai vari goal o a comando della mascotte di turno, e non perché all’interno facesse molto caldo; comunque meglio così, i souvenir gratis sono sempre ben accetti.

Ci accomodiamo e vedo alla mia sinistra uno sparuto gruppo di Bielorussi, che poi così sparuto non è visto che riempiono il loro settore. I tifosi della squadra di Minsk sventolano bandiere, cantano ed eseguono battimani accompagnati da un tamburo, ma non noto sigle né striscioni, che non avrei potuto capire, visto che usano il cirillico. Di fronte a me, non nel cuore della curva ma in una sorta di tribuna laterale, ci sono i tifosi di casa, con tre bandieroni belli grandi che non sventolano mai per non disturbare la visuale del pubblico, e tante bandierine di quelle stampate. Di cori ne fanno sempre gli stessi, ma si fanno sentire coinvolgendo tutta l’Arena. Notevole la costanza del loro sostegno, forse un po’ troppo monotono. Deludente, e molto, l’invadenza dello speaker e la sorta di karaoke da seguire sul monitor centrale. Molto spesso i tifosi urlano un tipo di urrà che non ricordo, e poi scandiscono bene sulle note del nostro “siamo contro il calcio moderno” un “Tikai Dinamo tikai Riga”, che dovrebbe significare “Solo Dinamo solo Riga”. Altri cori non li ho capiti.

Andando alla partita, la Dinamo Riga supera per 2-1 la Minsk (parziali 2-0, 0-0 e 0-1) con un primo tempo frizzante, un secondo soporifero ed un terzo interessante solo per l’accorciamento degli ospiti nei secondi finali. Non ci sono botte da orbi da segnalare, se non qualche caduta rovinosa o qualche stampata nei vetri del perimetro, gomitate nell’ordine delle cose e qualche colpo di mazza in testa, diciamo “di gioco”.

Esco dall’Arena con l’impressione che, nonostante la bellezza del gioco, sia più uno show che uno sport. I tempi moderni facevano sembrare 9000 persone molto più simili a scimmie ammaestrate che a tifosi. Spero molto di più nei quattro gatti che seguono il calcio, ma non voglio chiudere definitivamente la parentesi dell’hockey, magari con una squadra russa potrei vedere del movimento.

Da segnalare, alla fine, il saluto del settore ospiti ai propri idoli con un bel battimani, a rimarcare la mia buona impressione nei loro confronti, che ha fatto cadere il mio personalissimo piatto della bilancia su di loro più che sui tifosi di casa.

Daniele Baltic.