Torna dopo ben 10 anni, almeno a livello ufficiale, la partita tra Fiorentina ed Hellas Verona: l’ultimo incontro fra le due squadre risale alla stagione 2003/04, quando entrambe militavano in serie cadetta. Al 2002 è datata, invece, l’ultima disputa in serie A.

Si gioca di Lunedì sera, e la gara assume significati che vanno ben oltre i 90 e passa minuti di gioco. Innanzi tutto, come ormai avviene di consueto da almeno 30 anni, si festeggia lo storico gemellaggio che lega le due tifoserie, ancora ben saldo nonostante le due realtà non si incontrino direttamente da tempo. Già dalla Domenica, molti Veronesi sono arrivati nel capoluogo toscano per passare un fine settimana allungato con gli amici fiorentini.

Nonostante la gara serale in un giorno lavorativo, 35.000 sono gli spettatori al Franchi, e anche il settore ospiti registra il pieno, col suo carico di tifosi giunti dal Veneto. Significativo lo striscione esposto in Fiesole: “A qualsiasi ora venga giocata questa partita… l’unico ricordo sarà una sbronza infinita!”. Bandiere e sciarpe viola appaiono nel settore ospiti, e viceversa. Tanti i cori di stima fra le due tifoserie, le quali non si scordano mai di sostenere la propria squadra. A livello di tifo e colore si assiste veramente ad uno spettacolo di alto livello.

Ma per la tifoseria fiorentina la giornata assume anche un’altra valenza particolare: ad assistere alla partita c’è anche Gabriel Omar Batistuta, indiscusso leader e idolo della Fiorentina anni ’90. Il goleador viene celebrato con diversi cori e due striscioni, un “Grazie Bati” e “Con tanta passione diamo il bentornato al Re Leone”.

A corredo di una serata veramente particolare, ci pensa il pazzo andamento della partita fra due delle squadre più spettacolari del massimo campionato: in un solo quarto d’ora di gioco si passa dal vantaggio viola al pareggio e sorpasso degli Scaligeri, fino al 2-2 della Fiorentina. Nel finale di primo tempo i padroni di casa firmano il controsorpasso. Nel secondo tempo un altro gol per parte, per il risultato finale, incerto fino alla fine, di 4-3.

Testo di Stefano Severi.
Foto di Sauro Subbiani.