I primi turni della Coppa Italia, da quando è stata adottata la nuova formula allargata ai club di C e D, sanno sempre riservare piacevoli sorprese, incroci interessanti altrimenti impossibili, come quello tra Sampdoria e Benevento.

Dopo anni di bocconi amari, di tentativi di acciuffare la Serie B caduti nel vuoto, per i beneventani giunge l’ora di una piccola gratificazione, in campo e sugli spalti. Non capita tutti i giorni di doversi accomodare in uno stadio storico come il “Ferraris” e confrontarsi con dirimpettai del calibro dei doriani, per cui la risposta del pubblico di fede giallorossa è entusiasta e numerosa, per quanto non sia proprio una passeggiata fuori porta arrivare fino a Genova.

Encomiabili anche i doriani, il cui approccio non è affatto male dal punto di vista numerico: 9.000 spettatori per una gara in piene ferie e dallo scarso fascino, non sono da tutti. Indiscutibile anche l’approccio mentale, vista l’umiltà e il rispetto con cui onorano qualsiasi partita, con qualsiasi avversario, mettendo in campo la stessa dose massiccia di colore e di voce.

Finisce con un 2-0 senza appelli per i blucerchiati: con la formula originaria della Coppa, in casa della “più debole”, ne avremmo visti di più di incroci così insoliti ed affascinanti e ne avrebbe guadagnato sia il tifo che il calcio stesso.

Testo di Gilberto Poggi.
Foto di Alberto Cornalba.