Benvenuti allo Stadio dei Pini che, più che uno stadio, sembra essere un teatro cittadino ormai in disuso. I numeri sono impressionanti ed il clima che si respira all’interno dell’impianto è di quelli asettici. Tanto per avere un quadro lucido della situazione, basti pensare che a Viareggio gli abbonati sono poco meno di cinquecento e, ad occhio, posso affermare che in questo pomeriggio i paganti posso essere quantificati, ad essere generosi,  nell’ordine di un paio di centinaia di unità. Per essere uno stadio di calcio, con una capienza di poco inferiore alle diecimila unità, c’è di che preoccuparsi. Considerando poi che questa situazione non è un’eccezione ma la consuetudine, c’è da pensare che qualcosa proprio non vada. Se si continua ad analizzare la faccenda, bisogna pensare che un tempo, ormai si viaggia nel passato remoto, il Viareggio aveva il suo seguito: sia in casa che in trasferta c’erano un buon numero di sportivi, di tifosi, di ultras che affollavano le tribune. Già, proprio gli ultras, quelli che sono scomparsi dallo Stadio dei Pini, quelli che sono stati eliminati, considerati indesiderati, quelli che stazionavano imperterriti in gradinata (settore che in questo pomeriggio resta desolatamente chiuso), tanto, per poche centinaia di persone, va più che bene la tribuna. Fatti fuori gli ultras non è che le famiglie con bambini al seguito abbiano fatto la corsa per godersi la partita a Viareggio: le gradinate sono deserte ed in tribuna una decina di persone si trova dietro una bandiera a sostenere di tanto in tanto la squadra.

In questo pomeriggio una nota di colore arriva dal settore ospiti, che almeno oggi apre i propri cancelli ad una trentina di ultras del Benevento. Quest’ultimi entrano nel settore destinato agli ospiti pochi minuti prima del fischio d’inizio del direttore di gara, attaccano alla vetrata tre pezze (“Curva Sud Benevento”, “In ogni dove”, “South Zone”) e dietro di queste si compattano. Sono tutti ultras, perciò fanno un bel quadrato e cominciano a sostenere la squadra con tanti cori a ripetere che vengono tenuti alti anche diversi minuti. Sicuramente scaldano un ambiente decisamente freddo, il loro tifo squarcia il silenzio dello Stadio dei Pini; pur essendo una trentina di unità, si sentono chiaramente e portano un po’ di colore con le loro bandiere e con un paio di bandiere a due aste. Quello dei giallorossi è un tifo asciutto, qualche manata, tanta voce, bandiere al vento ed una continuità disarmante. Pur non avendo di fronte una tifoseria, restano compatti ed imperterriti a svolgere al meglio il proprio compito. Si prendono qualche pausa, questo va detto, ma mai troppo prolungata. Poi, quando decidono di cantare, lo fanno all’unisono, nessuno si discosta dal gruppo e tutti i presenti ci mettono l’anima per farsi sentire dalla squadra.

Sul campo la partita è di quelle da chiedere il rimborso del biglietto: talmente brutta che vedere tre passaggi di seguito è un evento. Il Viareggio sembra metterci se non altro più impegno, ma i limiti tecnici sono evidenti e spesso gli errori del singolo fanno sfumare azioni che, almeno in teoria, si potrebbero sviluppare in maniera migliore. A riprova di tale tesi, gli ultras beneventani provano a scuotere la squadra, e già verso la fine della prima frazione fanno partire il coro “Meritiamo di più”, a conferma di come gli undici di mister Carboni abbiano offerto una prova piuttosto insufficiente. Il primo tempo finisce sul nulla di fatto. Sugli spalti è esistita una sola tifoseria ma ciò era ampiamente pronosticabile.

La seconda frazione, sul terreno di gioco, è più vivace anche se, ad onor del vero, era difficile riuscire a fare peggio. Il Viareggio, dopo una quindicina di minuti, passa meritatamente in vantaggio, e da questo momento in poi il tifo degli ultras beneventani volta decisamente pagina, infatti vengono intonati solo cori di contestazione alla squadra ed al mister che, senza tanti giri di parole, viene invitato ad andarsene. Anche i singoli giocatori entrano di diritto nel mirino degli ultras; vengono invitati a lottare e correre, vengono accusati di scarso impegno, il tifo non è più quello propositivo dei primi quarantacinque minuti e pian piano scema sensibilmente. La rabbia degli ospiti è tanta, la squadra non reagisce ed il Viareggio raddoppia per la gioia del pubblico di casa che si fa sentire con 4-5 cori. Poca cosa, ma comunque si intravedono un paio di bandiere e si sente addirittura il rullio di un tamburo. In un paio di cori vengono menzionati i “cugini” di Lucca a rievocare una rivalità che dato il panorama attuale ha poco senso.

La partita è virtualmente chiusa, nel recupero il Benevento accorcia le distanze ma ormai è tardi, il Viareggio fa bottino pieno ed alla trentina di ultras ospiti non resta altro che tornarsene a casa delusi e parecchio arrabbiati. Almeno loro possono affermare di aver fatto il proprio dovere.

Valerio Poli.