Non me ne vogliano tutti coloro i quali hanno partecipato alla stesura di questo interessantissimo scritto. L’“audace” atto di recensire “@Ultras. Parole e suoni dalle curve” è solo frutto di un personale apprezzamento nei confronti di una delle opere che più mi ha impressionato, rispetto a tutte le letture di genere. E non poteva essere altrimenti, essendo stato suggestionato, preliminarmente, da una copertina in chiave fumettistica, nella quale è ritratto un tifoso che lancia un computer giù da un campo di calcio.

Ritengo che gli atavici problemi degli scritti ultras siano di due specie : l’autoreferenzialità e l’eccessiva didattica. Quando si parla di manuali o racconti sul tifo, c’è spesso il concreto rischio di incontrare autori che hanno fatto parte di un gruppo ultras e finiscono per esaltare oltranzisticamente le proprie gesta. Oppure di trovare il prof. di turno che è pronto a raccontarci di quando, nel 1968, è nata la “Fossa dei Leoni” a Milano ovvero, l’anno successivo, i “Tito” a Genova. La solita frase fatta senza ulteriore ricerca storica.

“@Ultras. Parole e suoni dalle curve” (Editore “Il Galeone”, pagg. 256, data pubblicazione 24.11.2017, codice isdn 9788899892098) non è così. O quantomeno non lo è per Enrico Astolfi, Nicolò Rondinelli, Juri Di Molfetta, Francesco Berlingieri, Marco De Rose, Giuseppe Milazzo, Gian Luca Campagna, Stefano Tumolo e Filippo Andreani i quali, con diversi stili e peculiarità narrative, ci fanno vivere molti di quegli avvenimenti che, irrimediabilmente, hanno trasformato il volto degli ultras del terzo millennio. E non lo è nemmeno per Domenico Mungo e Giuseppe Ranieri che, oltre a narrare tali mutamenti, hanno altresì collazionato questo bel testo agile ed atipico, raccogliendo (per l’appunto) le penne più importanti del movimento ultras italiano, e confezionando questa antologia che narra “dall’interno” il variegato e colorato mondo delle curve degli stadi.

Anche il prezzo mi sembra decisamente onesto: 15 Euro, per un’ opera di oltre 250 pagine, scritta a più mani, e raccolta in parecchi mesi di lavoro. Lo ritengo un costo assolutamente equo e sostenibile.

Il libro, inoltre, è l’ideale per i pigri come lo scrivente, i quali saltano di lettura in lettura, compatibilmente agli impegni, alla voglia, ed agli alibi: essendo suddiviso in “racconti”, concede tranquillamente la possibilità di assecondare le paturnie del lettore. Personalmente, se proprio devo districarmi nel complicato sottobosco delle classifiche, i racconti che mi hanno colpito di più sono dell’amico Peppe (Milazzo, n.d.r.), e di Rondinelli (su quest’ultimo, devo ammettere che ha influito nettamente la mia passione ultraventennale per gli OASIS).

Il resto non voglio che si riduca ad un mero spoiler, ma piuttosto ad una esortazione all’acquisto: comprate questo libro, perché merita di essere letto. E anche un po’ vissuto, ad occhi chiusi, soprattutto per chi ha passato notti percorrendo KM in auto, o su un treno, guardando la strada passare, e cercando un sogno, metaforicamente rappresentato da 3 punti, ed un pallone in fondo al sacco.

Gianluca de Cesare