Oggi mi trovo in Abruzzo, regione colpita nei giorni scorsi da una eccezionale nevicata che ha creato non pochi problemi. Oggi, fortunatamente, a parte il freddo e la pioggia, non cadrà nessun fiocco.

Personalmente faccio il mio esordio in quel di Pineto, per cui arrivo nella città in provincia di Teramo abbastanza presto, prima delle 10 così ho tutto il tempo di farmi un bel giro sia nel centro città che allo stadio.

Lasciatami alle spalle la piccola stazione con il suo vicino lungomare mi addentro nel centro cittadino prendendo via Gabriele D’ Annunzio, lunga via che attraversa quasi tutta Pineto. Qui si apre sia la Chiesa di Sant’Agnese che il Municipio.

Prendendo confidenza con le strade, mi addentro nella piccola cittadina sull’Adriatico abitata da quasi quindicimila abitanti e devo dire che mi riserva delle belle sorprese che non conoscevo. Difatti proprio davanti al palasport di Pineto, dove gioca la locale squadra di basket, si apre il Parco Filiani, intitolato all’ importante famiglia originaria di Atri che fece piantare una rigogliosa pineta a ridosso del mare, quando ancora non faceva comune a sé ma apparteneva prima al comune di Atri e poi a quello di Mutignano, con i suoi sentieri e le aree di interesse storico, oltre che un interessante parco avventura dentro al parco stesso.

Con il passare del tempo e l’avvicinarsi dell’ora della partita decido di prendere la strada che porta allo stadio. Dalla stazione dista quasi due km, ma con mio grande piacere vedo che le indicazioni sono ben segnalate e la strada è una preferenziale dove il percorso si può fare sia in bici che a piedi.

Arrivo nei pressi dello stadio, intitolato a Mimmo Pavone e Alessandro Mariani: due ragazzi di Pineto morti l’uno di un incidente stradale e l’altro di una grave malattia, e mi si apre davanti l’entrata dei giocatori e poco più avanti quella del settore ospiti, mentre in lontananza scorgo la tribuna dei locali.

Camminando ancora noto la strada che porta alla tribuna dei locali con il particolare botteghino che vende i biglietti del settore della tribuna coperta. Poi, passando lo stadio nella vicinissima zona di Borgo San Maria, vedo il palazzetto “Pala Volley S. Maria” dove gioca la squadra del Pineto Volley adesso relegata nelle categorie minori, ma che un tempo ha giocato nella massima serie, seppur al Palamaggetti di Roseto.

Quando manca meno di un’ora alle 14:30 decido di tornare indietro e aspettare l’apertura dei botteghini, avvenuta quasi alle 14, per ritirare il mio accredito ed entrare finalmente nell’impianto pinetese.

Lo stadio è composto da sole due tribune, quella coperta dove prendono posto i locali e quella scoperta, in ferro, destinata agli ospiti. Molto belli i murales disegnati su di una parete dello stadio riportanti il Pineto Calcio con la pineta, la squadra e la Torre di Cerrano, un tempo importante struttura di difesa cittadina che purtroppo non sono riuscito a vedere in mattinata.

Il terreno è molto allentato dalla pioggia caduta copiosa sia oggi che nei giorni precedenti, ma nonostante ciò la partita inizia regolarmente davanti a circa 250 spettatori e con gli ospiti che devono ancora entrare.

Passano appena cinque minuti ed i marchigiani entrano alla spicciolata passando i controlli, appendono le loro pezze e cominciano a tifare.

Devo dire che seppur non essendo molto numerosi i pesaresi sono molto compatti nei cori e tifano di continuo per tutta la prima frazione; tanti i battimani fatti con il tamburo a dettare i tempi e nonostante la pioggia si fanno notare anche per il colore sventolando bandiere, bandierine e stendardi. Da segnalare, inoltre, una bella e fitta sciarpata poco prima della mezzora a rendere la loro prova ancora più consistente.

Per i padroni di casa di certo non si può parlare di tifo, visto che sono presenti solo spettatori che seguono la partita seduti, anche se la tribuna si renderà rumorosa in certi fasi della gara.

Lo stesso discorso fatto vale pure per il secondo tempo, dove la scena è tutta per i biancorossi, una tifoseria che negli ultimi tempi, a mio avviso, è cresciuta molto e che si farà valere cantando praticamente sempre nonostante il risultato a reti bianche prosegua fino al termine della contesa su di un campo ridotto ai limiti della praticabilità.

I marchigiani si mettono in mostra effettuando ancor più battimani rispetto al primo tempo anche perché ormai i bandieroni sono zuppi di acqua e impossibili da sventolare ed i cori saranno sempre accompagnati da una discreta intensità. Dopo i minuti di recupero l’arbitro decreta la fine delle ostilità e loro salutano la squadra sotto al settore effettuando la seconda sciarpata della partita, sempre molto bella e fitta ed accompagnata da un paio di stendardi e diverse bandierine.

Mentre la società abruzzese, molto gentile e cordiale, prepara come di consuetudine il banchetto con frutta e qualcosa da mangiare, io saluto tutti e mi appresto a fare la stessa strada dell’andata per andare a prendere il treno che mi porterà fino a Pescara.

Marco Gasparri.