Quando si parla di Vado Football Club viene subito in mente la prima Coppa Italia della storia, vinta proprio dalla squadra ligure nella finale giocata nel 1922 contro l’Udinese e conclusasi con il risultato di uno a zero per la formazione rossoblu, al termine dei tempi supplementari.

Il piccolo Stadio “Ferruccio Chiottolina”, situato all’ombra delle imponenti ciminiere della centrale idroelettrica della Tirreno Power, con i suoi diversi murales all’esterno dello stadio e le numerose immagini all’interno del sottopassaggio e degli spogliatoi, è un continuo e costante richiamo a quell’impresa storica di questa piccola società fondata a pochi chilometri da Savona nel 1913. L’impianto sportivo del Vado un tempo era chiamato “Campo delle Traversine” e divenne la sede ufficiale delle gare casalinghe della squadra rossoblu dal 1925, in sostituzione del “Campo di Leo”, che pochi anni prima aveva, per l’appunto, ospitato la prima finale del trofeo di calcio nazionale. Alcuni anni dopo lo stadio venne poi intitolato all’estremo difensore Giuseppe Chiottolina, detto Ferruccio, tragicamente e prematuramente scomparso, il 7 aprile del 1946, a seguito di un incidente occorsogli proprio sul terreno di gioco in occasione di una partita di campionato.

Giunto secondo, alle spalle dell’Albissola, nel campionato di Eccellenza Ligure appena conclusosi, il Vado deve ospitare ed affrontare quest’oggi, in una sfida valevole per i playoff di Eccellenza, il Pavia.

La formazione lombarda, anch’essa giunta seconda nel proprio campionato, può vantare oltre cento anni di attività calcistica, seppur sia stata rifondata più volte nel corso della sua storia (l’ultima risale al 2016), oltre ad alcune partecipazioni al campionato di Serie B nostrano.

Inutile dire, quindi, che la sfida odierna, seppur giocata per ottenere un’eventuale promozione in serie D, riveste un fascino storico non indifferente, con due squadre che hanno comunque alle spalle una storia sportiva di tutto rispetto.

Dal punto di vista prettamente ultras, la compagine di casa non ha una particolare tradizione, mentre il Pavia, tra alti e bassi, ha sempre avuto al seguito un buon numero di tifosi organizzati, che però, personalmente, non avevo mai avuto modo di vedere all’opera fino ad ora.

La sfida riveste senza ombra di dubbio un crocevia di un certo rilievo per entrambe le squadre, e per questo motivo, da Pavia, sono attesi molti sostenitori a supporto della compagine biancoblu. I primi tifosi ospiti cominciano ad arrivare alla spicciolata, già dall’apertura dei cancelli. Gli ultras faranno il loro ingresso allo stadio circa mezz’ora prima del fischio di inizio della sfida.

Per l’occasione la tribuna centrale coperta è stata divisa in due settori e la parte sinistra è stata assegnata ai tifosi ospiti. La parta destra e l’altra tribunetta centrale, scoperta, è invece a disposizione dei sostenitori e degli appassionati locali.

Il sole batte forte quest’oggi e la temperaura è pressochè estiva. Gli ultras biancoblu affiggono i loro drappi sulla ringhiera e sulla balaustra e si compattano al centro del settore loro destinato. Due bandieroni cominceranno a sventolare e non smetteranno mai di farlo, fino al termine della partita. Il primo ritrae una sorta di teschio dei pirati, su sfondo blu, con la scritta “Ultras Pavia”. Il secondo, su sfondo bianco, ritrae uno scorcio della città lombarda, e precisamente il famoso Ponte Coperto, conosciuto anche come Ponte Vecchio, sito sul fiume Ticino, che collega, di fatto, il centro storico con i quartieri situati al di fuori delle antiche mura cittadine. A completare il tutto, le scritte “La mia città” e “Ultras Pavia”.

Fin dal riscaldamento delle squadre sul rettangolo di gioco, i tifosi ospiti iniziano a cantare sottolineando, a chiare lettere, che quest’oggi bisogna vincere per poter, finalmente, abbandonare “questa merda di categoria”. Il tifo è caratterizzato da alcuni cori ripetuti continuamente, anche per diversi minuti, senza mai calare di intensità, spesso supportati dai battimani e sopratutto dal suono del tamburo, suonato, è giusto sottolinearlo, magistralmente. Il ritmo dei cori viene sostanzialmente cadenzato dalle percussioni, evidentemente effettuate con due bacchette e quindi capace di creare un’atmosfera sonora davvero coinvolgente.

Nel corso della partita, oltre ai cori in sostegno della propria squadra impegnata in mezzo al campo, ne verranno anche lanciati diversi contro gli odiati rivali di Voghera, Saronno e Savona.

Una prestazione davvero convincente della tifoseria del Pavia, che mi ha davvero impressionato dal punto di vista vocale e dell’intensità del tifo.

Sul campo la superiorità della squadra ospite appare evidente, ed infatti il Pavia si porta in vantaggio già al 25′ minuto del primo tempo. Nella seconda frazione di gioco il Vado sembra scendere in campo con la voglia di raddrizzare le sorti del match, ma è il Pavia che riesce addirittura a raddoppiare, al 55′ minuto. Entrambe le segnature della squadra ospite, accolte dall’entusiasmo dei tifosi biancoblu, vengono festeggiate dai calciatori del Pavia proprio sotto il settore dei propri sostenitori. Sostenitori che, tra l’altro, la squadra intera aveva inteso salutare e ringraziare per la presenza qui in Liguria anche prima dell’inizio della partita, sottolineando quindi il bellissimo rapporto che intercorre tra i calciatori e i tifosi. Dopo il raddoppio, in tutti i casi, il Vado si butta disperatamente all’attacco per trovare, per lo meno, la rete che gli consentirebbe di affrontare la sfida di ritorno, prevista per la prossima settimana, in una situazione solo di parziale svantaggio. L’estremo difensore del Pavia, però, pare essere in ottima forma, ed elude ogni attacco della formazione rossoblu. Fino all’82’, quando il Vado riesce finalmente ad accorciare le distanze.

Al triplice fischio del direttore di gara, il risultato finale è dunque di due a uno per la compagine ospite ed il Pavia si riversa quindi sotto il settore degli ultras biancoblu per festeggiare questa importante vittoria e per ringraziare i propri tifosi per il sostegno costante ed intenso ricevuto nel corso di tutti i novanta minuti regolamentari di questa sfida.

Daniele Caroleo.