Virtus Roma e Pallacanestro Cantù si ritrovano nuovamente di fronte, un anno dopo la pirotecnica semifinale che diede ai Capitolini l’accesso alla finalissima, poi persa contro Siena.

Si arriva a questa partita con i Romani clamorosamente in vantaggio per 2-0, in virtù dei due successi conquistati sull’ostico parquet del Pianella ed una semifinale che sembra ormai ad un passo.

Quando al PalaTiziano ci sono tifoserie del livello dei Canturini è sempre un piacere assistere alla partita, ed anche in questa occasione non verrò smentito. Prima di entrare le due tifoserie consumano il classico rituale alcolico, in omaggio ad un gemellaggio ormai storico che si cementa volta dopo volta, nonostante siano cambiate generazioni e, da parte romana, gruppi.

Ritiro l’accredito ed entro. Gli spalti presentano il tutto esaurito. Oggi è una giornata storica per la società del presidente Toti: dopo ben 20 anni di onorata carriera, infatti, capitan Tonolli, “Tonno” come viene affettuosamente chiamato da queste parti, annuncia il suo ritiro dalla scena cestistica. La Curva gli dedica uno striscione, mentre tutti i presenti applaudono la piccola cerimonia di addio che la società ha allestito in mezzo al campo. Con tutta franchezza, anch’io batto le mani ad un ragazzo che ha sempre indossato quella casacca da quando seguo il basket a Roma, e che si è sempre dimostrato umile nei confronti di tutti. Basti pensare che il soggetto in questione è uno che se è in macchina con moglie e figli, e ti vede per strada, si ferma salutandoti e non lesinando una piccola chiacchierata. Scenari ovviamente inimmaginabili nel calcio, dove ormai, forse, anche un bomber Roberto Paci qualunque sarebbe andato in giro con la scorta.

I Lombardi, che si posizionano dietro lo striscione Eagles, sono un centinaio e mostrano da subito le loro bandiere ed i loro stendardi, esponendo anche uno striscione in favore dei gemellati che recita: “Un’amicizia forte e leale, Cantù saluta la Capitale!”, mentre la Curva Ancilotto stasera è più compatta che mai ed anche grazie all’unità cromatica dovuta alle magliette bianche indossate quasi da tutti, l’effetto visivo è davvero buono.

In questi casi, inutile negarlo, mi viene sempre da pensare a chi era presente in partite come quelle di Eurocup, con a dir tanto duecento paganti. Se da una parte c’è sempre la solita storia della metropoli fredda e disinteressata a qualsiasi sport che non sia il calcio, dall’altra avere la curva piena è quanto meno un piccolo premio per questi ragazzi che si sono sobbarcati spese e trasferte durante tutta la stagione.

Si comincia, e se in campo il ritmo appare blando, sugli spalti è subito caldo. I Romani mostrano belle manate e cori tenuti con buona continuità, che trascinano spesso anche il resto del palazzetto. Gli ospiti partono un po’ in sordina per poi carburare con il passare del tempo ed esibire, come semprem tutto il loro vasto repertorio fatto di battimani, cori, bandiere ed una bella sciarpata eseguita nell’ultimo quarto.

In campo la Virtus è un rullo compressore, volenterosa di chiudere la serie qui per poi concedersi qualche giorno di riposo in vista delle semifinali. I primi due quarti, nei quali i Romani tengono un buon vantaggio, galvanizzano il pubblico, ed il blocco ultras giallorosso si produce forse nel miglior tifo stagionale, offrendo più colore del solito ed improvvisando una “magliata” con tutte le t-shirt bianche tolte e sventolate a mo’ di sciarpa.

I Canturini non ci stanno ed, anche se con il passare del tempo sentono sempre più la qualificazione sfuggire dalle loro mani, fanno il proverbiale sforzo finale, mettendosi in evidenza con un tifo intenso e passionale. Forse la squadra in campo avverte che, come stanno facendo i propri ultras, non si deve mollare, così canestro su canestro finisce per riprendere la partita, allungandola al supplementare. Ma è un palliativo per i Brianzoli: nemmeno 5’ di extratime, infatti, riescono a regalare loro un successo.

È ancora la Virtus Roma a vincere, mettendo le mani sulla semifinale. Parte l’inno della società romana ed il pubblico festeggia, ma esemplare è il comportamento degli ospiti che, benché ne avessero forse il diritto, invece di storcere il naso nei confronti dei propri giocatori, li tributano con un bell’applauso.

Come sempre la coda della stagione sarà, per me, intrisa di palle a spicchi e palazzetti. Un finale che ho imparato ad apprezzare oltremodo in un ambiente, quello della pallacanestro, che sotto tanti (forse troppi) punti di vista mi riconcilia con lo sport ed i suoi protagonisti.

Si svuota velocemente il PalaTiziano, mentre io rimango a guardare le due tifoserie che si scambiano cori a favore. Restano solo gli ultras sugli spalti. Alla faccia di chi li vorrebbe eliminare.

È ora di andare, l’ultima metro parte alle 23:30 e non mi aspetterà di certo. E con partite che si giocano ogni due giorni, non ci si può permettere di perdere preziose ore di sonno.

Simone Meloni.