Abbiamo sentito le due campane, adesso parliamo noi. State veramente abusando della nostra pazienza. Vi siete presi, vi siete piaciuti, vi siete sposati e state litigando in viaggio di nozze. E la cosa più grave è che volano gli stracci pubblicamente, il che vuol dire sulla pelle dei tifosi ormai martoriati da anni di vicende insulse come questa. Già perché siete insulsi. Avete l’indecenza di presentarvi dopo le comparsate estive con teatrini invernali tragicomici: uno ha i numeri di cellulare ma non telefona per discrezione, gli altri telefonano ma la controparte non possiede il cellulare. Poi sui giornali vengono rese pubbliche anche le vostre conversazioni riservate e sconvenienti, colpi bassi che naturalmente tirano la curva per la giacchetta da una parte o dall’altra (ma sappiamo in fondo di non piacere a nessuno dei due… e il sentimento anche per quello che ci state facendo ancora una volta vedere è reciproco).
Il punto ora è il Rimini e solo il Rimini. Ma è così che il pubblico amministra e imposta l’inizio di una nuova gestione? E’ così che si gestisce una società di calcio? Ci chiediamo fino a che punto volete rendervi ridicoli. Perché siete ridicoli, tutti quanti, società e amministrazione: siete insieme in questa vicenda e più uno smerda l’altro, più smerda sé stesso. Sarebbe questo il progetto scelto sulla base di parametri di serietà, sostenibilità, trasparenza, durata (3 mesi…) nel “bando” estivo? E sarebbe questo il nuovo calcio possibile? Un mese fa vi avevamo chiesto chiarimenti: siete stati anche troppo espliciti. Adesso fate una cosa: chiudetevi in una stanza, risolvete i problemi DEL RIMINI, trovate un accordo su questa benedetta gestione dello stadio che è chiaro a tutto il mondo ormai essere vitale. E solo dopo presentate la vostra faccia alla città perché non vi si può davvero più né vedere né ascoltare.