È tornata “l’estate Teatina”, la chiamano così da queste parti, ormai talmente abituati ai mesi caldi fatti di attese per l’iscrizione, poca chiarezza nella progettualità e incertezza per la stagione successiva al punto che, gli squilli di tromba dell’estate scorsa, fatta di annunci e acquisti altisonanti erano sembrati quasi una stortura. Qualcuno scherzandoci su dice, “finalmente si torna a respirare la solita aria di incertezza”. È così il popolo neroverde, dal 2005/06, anno del fallimento della SS Chieti 1922, solo rospi da ingoiare. Quasi 20 anni coronati da ben due fallimenti e conseguenti ripartenze dal campionato regionale di Promozione, nel mezzo qualche anno di professionismo nemmeno lontanamente sufficiente a mitigare l’amarezza.

Tutto questo però non ha fiaccato neanche un po’ il senso di appartenenza, la voglia di tramandare storie che da queste parti avviene di nonno in nipote. Una città in cui senti parlare dei derby caldi della Civitella negli anni ’60 sin da bambino, una città che racconta ancora degli esodi degli anni ’80 a Latina o Cesena, racconti così lucidi che anche per chi non c’era o non era ancora nato, sanno di un passato noto, a cui tutti sembrano aver partecipato.

Una lunga tradizione di militanza che vede la comparsa del primo striscione “Ultras” nel 1974, esattamente cinquant’ anni fa, cui poi sono seguiti gruppi gloriosi come gli Achaean Generation (i primi in Italia a girare con un pullman di proprietà), gli Irriducibili, 330SLM, Ottantanove Mai Domi, Muretto Laterale, nel mezzo ragazzi di ogni generazione si sono ritrovati dietro molteplici sigle, quelle di quartiere come, ad esempio, Filipponissimi, Levante, Brecciarola, Amiterno’s, Club Novembrini, ma anche Skins, Gente Persa, Supporters, Ultras, 1922, Teate Fan’s, Vecchia Guardia, Realtà Femminile, Fedayn.

Una tifoseria che negli anni Duemila ha fatto scuola con i suoi due aste, le pezze dipinte a mano, il materiale sempre curato, gli anni del “Non mollare mai” in cui si è fatto dell’estetica un punto di forza, un vero e proprio marchio di fabbrica.

Non a caso una delle fanzine dell’epoca targata 330slm si chiamava “Uno stile imprescindibile”.

Tante le rivalità nel corso degli anni, caldissimi i match degli anni ’90, e poi i derby regionali sempre sentiti. Molte le amicizie che nel tempo sono nate, alcune consolidatesi negli anni, altre portate via dal tempo e dai cambi generazionali, come spesso succede.

Oggi la gente di Chieti si ritrova qui, dietro uno striscione: figli, padri, nipoti per ribadire forte che la Chieti Ultras c’è; che dopo mezzo secolo è più viva che mai. Una festa, un corteo, dove sono intervenute anche tifoserie amiche: Termoli, Trieste, Sant’Egidio, San Salvo, Piedimonte, Giugliano in Campania.

Una città con una forte identità che ha portato uomini e donne in strada solo per il piacere di festeggiare cinquant’anni di militanza da stadio, anni che tra alti e bassi hanno visto la Curva Volpi sempre protagonista, dentro e fuori gli spalti, nel sociale così come nella vita della comunità cittadina.

1974-2024, Da cinquant’anni di generazione in generazione, appartenenza, storia, tradizione… Ultras

Auguri Curva Volpi!

Santovito M.