Una tradizione non si rispetta riproducendone la formula, ma esaltandone i significati. Se si proponesse a tutti gli uomini di fare una scelta fra le varie tradizioni e li si invitasse a scegliersi le più belle, ciascuno, dopo opportuna riflessione, preferirebbe quelle del suo paese: tanto a ciascuno sembrano di gran lunga migliori le proprie costumanze. Siamo disgustati, amareggiati e perché no…anche un po’ incazzati. Per il menù della Vigilia di  Natale se ci servivano spunti e idee per una giornata ricca di veleno ecco che  il calcio degli anni 2000 ci ha aiutato come sempre con la sua mano infame. Il torneo di Serie B infatti sarà in campo anche a Natale con tre turni nel giro di pochi giorni: sabato 20 dicembre, mercoledì 24, il giorno della vigilia, e domenica 28.

L’occhio cade inesorabilmente al 24 dicembre giornata tutto sommato molto particolare, soprattutto per la gente del Sud e non solo: le partite sono alle ore 15, quando in tutto il mondo è già tempo di visite ai parenti, di preparazione del cenone o del pranzo successivo, di acquisto degli ultimi regali e di momenti di preghiera. Il calcio, che ormai definire sport è eufemistico, è sempre più lo zerbino su cui si strusciano i vari ricchi e potenti di turno. Sono ormai da tempo le televisioni a dettare i tempi e i ritmi di tutte le varie manifestazioni. Il tifoso non ha assolutamente voce in capitolo ne’ voglia di combattere contro un muro fatto di soldi e interessi.

La partita di oggi s’incentra soprattutto sullo striscione riferito al 24 dicembre. In maniera schietta e poco impegnativa gli ultras di Bari hanno mostrato il loro dissenso, anche in virtù della lunghissima trasferta di Brescia che li vedrà protagonisti quel giorno. Poco impegnativa, perché oltre uno striscione o all’esprimere il proprio concetto con un coro, con il passare degli anni stiamo capendo che la lotta al calcio moderno o al cosiddetto sistema, è una battaglia persa dal principio. Comincia ad essere consapevoli di far parte attiva e integrante di questo sistema marcio. Viene anche meno il concetto del mare, che infrangendosi contro uno scoglio, trova sempre la voglia di riprovarci, per poi infrangersi di nuovo. Un’utopia vedere la gente rialzare la testa, riprendersi ciò che è proprio e plasmarlo a propria immagine e somiglianza. Ma deve andare cosi oppure è la forza della vita che ti insegna a non mollare mai, anche quando sei sul punto di dire basta? Forse il rassegnarsi all’idea fa tranquillizzare l’animo sconfitto e mettere in cantina quella rabbia che va ad accumularsi giorno dopo giorno.

Ritornando alla partita, da Carpi una sparuta rappresentanza. Nonostante i numeri sempre esigui, tifoseria storica, sempre presente dagli anni ‘80, in giro per l’Italia dagli anni della serie C e D. Nelle giuste proporzioni, dignitosa presenza. Si fanno sentire spesso, dalla Sud, ma i cori sono molto sporadici senza convinzione . Si nota la differenza tra i due gruppi, molto spesso intonano i cori in maniera univoca, altre volte no. Solita presenza di forza e carattere del pubblico barese, nulla da dire. Da sottolineare striscione per i bergamaschi, e diversi cori contro la Lega Calcio. Bandiere e fumogeni non mancano mai. Nel contesto, nonostante la sconfitta e un campionato al di sotto delle aspettative, il pubblico di Bari si contraddistingue sempre in positivo. Anche oggi prova canora e di colore, di tutto rispetto se vogliamo vedere il contorno. Da sottolineare come sempre la presenza non tesserata nella Sud con bandiera “Per la nostra città” e lo striscione per Tommaso, venuto a mancare la settimana precedente. Un plauso come sempre va solo al solito zoccolo duro, che come viene espresso in un coro “C’era c’è e ci sara”.

Massimo D’Innocenzi