“Avevo 13 anni fumavo gli spinelli, portavo l’orecchino e i lunghi capelli, di me la gente dice che sto con gli sconvolti, soltanto per fumare ed esser tutti storti, io non ci sto più dentro nel mondo senza senso, io non ci sto più dentro e questo è il mio lamento…”

Trentanove anni fa, il 9 ottobre 1983, sugli spalti dello stadio San Vito veniva esposto per la prima volta uno striscione destinato a fare epoca nel panorama ultras nazionale. Antirazzismo, antiproibizionismo, goliardia, impegno nel sociale, raduni ultras, attenzione all’estetica, invenzione degli stendardi, la fanzine “Tam Tam e Segnali di Fumo”, sono solo alcuni dei tratti peculiari che hanno reso unica nel panorama italiano l’esperienza dei Nuclei Sconvolti. Una sigla, un gruppo, che è rimasto nell’immaginario collettivo di più generazioni. Una leggenda che non tramonterà mai, al di là del tempo che passa, delle mode che cambiano e dei ricambi generazionali.

PER SEMPRE NUCLEI SCONVOLTI