Un Cesena in crisi di risultato e di bel gioco si presenta al cospetto del proprio pubblico, in questo Martedì sera che di certo sarà ricordato a lungo dal suo allenatore, Massimo Drago, la cui avventura alla guida del cavalluccio sembra essere ormai giunta al capolinea.

Ed in previsione di possibili stravolgimenti sulla panchina bianconera, sono diversi gli avvoltoi che si vedono svolazzare sui cieli del Manuzzi, fra ex allenatore e presunti tali che in molti giurano di aver visto aggirarsi in tribuna, sorridenti e fregandosi le mani.

La tifoseria è stanca di aspettare quei risultati che tardano ad arrivare, così come la messa a punto di una squadra che ancora non dà affidabilità.

Bisogna però riconoscere che le colpe del tecnico arrivano fino ad un certo punto, dal momento che il materiale umano a sua disposizione, quest’anno, non è allo stesso livello di quello con cui ha potuto lavorare lo scorso campionato e, che piaccia oppure no, le individualità fanno sempre la differenza.

Come sempre, anche stasera la Curva Mare si disinteressa di tutti quei discorsi tipici degli allenatori da bar e si stringe ancora una volta attorno alla propria squadra, per sostenerla dal primo all’ultimo minuto.

Il pubblico non è numeroso come in altre occasioni, ma è comunque numeroso e rumoroso, soprattutto tenuto conto del fatto che si gioca di Martedì sera, un fattore non di poco conto per una tifoseria che, per metà, proviene da fuori città.

Il sostegno è continuo e costante per tutto l’arco del primo tempo ma, col passare dei minuti, comincia a raffreddarsi e trasformarsi in disappunto, a causa della serata no di tutta la squadra che, oltre a non riuscire ad avere la meglio sugli avversari, comincia a mostrare i segni di una profonda crisi di gioco, addirittura commettendo errori nei fondamentali tecnici, quelli che si insegnano ai bambini nelle scuole calcio.

Dopo il goal dell’Entella, il disappunto si trasforma in aperta contestazione, non tanto nei confronti del mister bianconero, che buona parte della stampa locale ha più volte additato quale principale responsabile degli scarsi risultati, quanto invece nei confronti di tutto l’undici bianconero schierato in campo.

Il triplice fischio dell’arbitro giunge come un liberazione, sia in campo che sugli spalti, ma quando i giocatori del Cesena accennano a recarsi a testa bassa sotto la Curva Mare, per ringraziarla del sostegno, questa li respinge con gesti ed urla molto eloquenti, che lasciano poco spazio all’immaginazione.

Anche il manipolo di giovanotti che casualmente si ritrova nel secondo anello dei distinti, non riesce a trattenere la propria rabbia e negli ultimi minuti di gioco si trasferisce al piano di sotto, a ridosso del terreno dei gioco, da dove contesterà a gran voce tanto la squadra quanto la società, a loro avviso corresponsabile dell’andazzo attuale.

Nel dopo partita, un buon numero di sostenitori, di tutte le età, si raduna spontaneamente fuori dai cancelli della tribuna, chiedendo un confronto faccia a faccia con i protagonisti della serata.

Nell’immediato, il primo a metterci la faccia (e la voce) è il direttore sportivo Rino Foschi, romagnolo purosangue, che non se lo fa ripetere due volte, dando vita ad un botta e risposta senza mezzi termini con la tifoseria.

Praticamente un’ora e passa di confronto aperto e schietto, sotto gli occhi attenti e talvolta inopportuni delle forze dell’ordine le quali, in alcuni momenti, riescono ad inasprire una tensione già di per sé molto alta.

Su richiesta dei sostenitori radunatisi all’esterno della tribuna, si presta al confronto faccia a faccia anche il mister Drago, assieme ad una rappresentanza dei giocatori. Nei loro confronti, parole chiare, dure ma mai offensive o minacciose.

Al termine del confronto, le parti si congedano con la promessa reciproca di un maggiore impegno e determinazione, tanto in campo quanto sugli spalti.

Di lì a poche ore, la società romagnola annuncerà l’esonero dell’allenatore Massimo Drago.

Infine, capitolo ospiti. Si presentano in numero esiguo, più per onore di firma che per altro. Dalla loro, tutte le attenuanti del caso, vista la distanza e la serata feriale. Come sempre, massimo rispetto per chi macina chilometri a sostegno della propria fede.

Giangiuseppe Gassi.