L’estenuante, lunga ed infinita stagione di Serie B sta per volgere al termine. Sono rimasti soltanto due nodi da sciogliere: l’ultima promozione in Serie A e l’ultima retrocessione in Lega Pro. Delle due è la prima a riguardarmi più da vicino, vuoi per la prossimità geografica della gara di andata e vuoi perché sarà certamente una giornata da sold out. Forse nessuno a Pescara credeva di arrivare fino in fondo, e ciò è confermato dalla prevendita che già nella prima giornata fissa a 11.000 i tagliandi venduti. Discorso un po’ di verso per i bolognesi, che certamente aspettavano di saltare la staccionata che li divide dalla massima serie direttamente in campionato, senza passare per l’insidiosa porta di servizio degli spareggi.

La finale è quindi Pescara-Bologna. Abruzzesi contro emiliani, divisi da una storica rivalità. Una delle tante che ha contraddistinto il nascente movimento ultras degli anni ’70 e che ha trovato i suoi picchi negli anni ’80 e ’90. Siamo in giugno inoltrato e il caldo torrido è finalmente calato sulla Penisola. Per raggiungere l’Adriatico mi affido al sempre fedele Blablacar. I 40 minuti di fila sul Raccordo Anulare, sotto il sole cocente delle 16, sono un’esperienza in grado di far perdere la pazienza persino al Dalai Lama. Le cose, almeno a livello climatico, non vanno certo meglio al mio arrivo, ed il pezzo a piedi dalla stazione (dove vengo lasciato) allo stadio sono una vera e propria sauna gratuita.

Sono le 20 (non è la canzone degli Audio 2) e per ritirare l’accredito ci sarebbe una fila infinita, dato che un solo botteghino ha tutti i tipi di pass. Spiego la situazione a uno steward che fortunatamente mi fa entrare e prendere il biglietto senza fare la fila. Come preannunciato l’Adriatico registra davvero un buon colpo d’occhio, con il settore ospiti gremito di tifosi felsinei. Inoltre alcuni sostenitori rossoblu sono stati sistemati proprio sotto la tribuna stampa.

Faccio giusto in tempo a sistemare computer e macchinetta che le squadre stanno per scendere in campo. Dopo gli stucchevoli convenevoli rappresentati dall’ipocrita Inno di Mameli eseguito senza una giusta motivazione, la Curva Nord compone la propria coreografia: un bandierone cala nella parte centrale mentre ai lati si levano al cielo moltissimi cartoncini con i colori sociali. Semplice ma d’impatto. Il gruppetto in tribuna invece si colora con diverse torce e un paio di bomboni. Niente di speciale nel settore ospiti, se non diverse bandierine e qualche torcia accesa qua e là.

La gara del tifo può finalmente iniziare. Gli ultras abruzzesi mettono in mostra belle manate e cori a rispondere, facendo un vasto utilizzo della pirotecnica per tutto l’incontro. Certamente non deve essere facile per i coristi coordinare un numero nettamente superiore di presenti rispetto al solito, inoltre come dico sempre, i pescaresi pagano la conformazione del loro stadio, davvero troppo dispersivo. Comunque il sostegno non manca per tutta la partita e molto bella è anche la sciarpata che viene eseguita sul finire del primo tempo e che coinvolge l’intera curva. Giusta menzione anche per il gruppo dei Distinti, oggi raddoppiato nei numeri e molto bello da vedere. Tanti battimani, torce e nel finale un paio di petardi lanciati verso il settore emiliano con la polizia che è costretta ad intervenire.

Sul fronte bolognese buona prova. Sicuramente molto meglio di come li avevo visti a Frosinone qualche settimana fa. Gli ultras emiliani riescono a mantenere una discreta intensità per tutti i 90′, risultando anche colorati grazie all’utilizzo di bandieroni, stendarti e torce flash. Tanti gli “scambi d’opinione” con i dirimpettai biancazzurri. Tra i rossoblu da segnalare la presenza degli ultras nocerini.

In campo la gara non riesce mai a decollare veramente, con il Pescara a controllare il gioco e vicino alla rete in un paio di occasioni. Termina a reti inviolate, un risultato che sulla carta favorisce il Bologna, alla squadra di Delio Rossi infatti al Dall’Ara basterà non perdere per conquistare la promozione. Termina con i giocatori che vanno a prendersi gli applausi dalle rispettive curve, mentre lo stadio lentamente defluisce all’esterno. Per me la serata non è ancora finita, il compito infatti è incontrare uno dei tanti contingenti dei mitomani tedeschi al seguito delle partitelle italiane con cui scambiare opinioni e sorseggiare qualche birra. In fondo il bello di queste giornate resta sempre lo scambio di idee, oltre che culturale, da poter fare senza problemi e ostacoli mentali.

Testo e foto di Simone Meloni
Video di Simone Meloni e Fabio Bisio