Dopo l’intensa mattinata passata tra Colleferro e Ostia mi concedo anche l’ultimo atto di questo trittico domenicale, la sfida del PalaTiziano che vede i capitolini opposti alla Vanoli Cremona. Certamente non la più interessante della stagione, vista l’assenza di una vera e propria componente ultras nella tifoseria lombarda, ma comunque un piacevole impegno da onorare. Arrivo al palazzetto con qualche minuto di ritardo, ritirando frettolosamente l’accredito ed entrando già con la macchinetta al collo. Nella Galleria come di consueto sono posizionati gli ospiti dietro lo striscione White Blue Supporters, il numero è anche buono peccato che il sostegno si limiti a qualche battimani e al coro “Vanoli, Vanoli”. Certamemente desta interesse la composizione dei tifosi venuti dalla città che dall’età di tre anni ha ospitato niente popò di meno che Mina Anna Maria Mazzini, in arte Mina. Oltre alle molte signore spicca una simpatica nonnina che si dà da fare per tutti i 40’, sbraitando e saltando come un giovincella. A lei va il mio plauso, voglio arrivare alla sua età in quella condizione. Lei, ignara delle pippe mentali degli ultras, della mentalità e della repressioni. Io ti invidio nonna cremonese!

La Curva Ancilotto, quest’oggi a ranghi ridotti, offre una buona prestazione con il solito tifo fatto di sostegno alla squadra e momenti goliardici quando la Virtus prende il largo sugli avversari ipotecando il successo. Molti cori sono rivolti ai rivali avellinesi in vista della trasferta del sabato successivo, trasferta che purtroppo verrà in seguito chiusa ai sostenitori romani per “accesa rivalità tra le due fazioni”. Ora, premesso che di ufficiale non è mai successo nulla e incidenti dentro e fuori dai palazzetti non ce ne sono stati, mi si dovrebbe spiegare come si può chiudere una trasferta per accesa rivalità. Non è semplicemente una motivazione valida. Potenzialmente poi in tutte le partite ci può essere una rivalità accesa, allora perché non chiuderle tutte? La questura di Avellino, in questo caso, avrebbe fatto meglio a dire: “Non ci va di lavorare, state a casa e non rompeteci il cazzo che quella sera abbiamo parenti a cena”. Sarebbe stato più apprezzabile, sul serio.

Fatta questa dovuta riflessione, possiamo tranquillamente parlare del campo. Tranquillamente si fa per dire, visto che qua di normale e sereno non ci è rimasto nulla attorno allo sport. Comunque la Virtus Roma ha la meglio su una formazione che sinora ha disputato un ottimo torneo. Il quintetto di Dalmonte balza a quota 8 punti in classifica, un bottino misero soprattutto se commisurato alle sconfitte con Pesaro e Pistoia, due macchie pesanti da eliminare in questo inizio stagione. Finisce con i giocatori di casa a festeggiare sotto la curva delle Brigate e quelli ospiti a raccogliere comunque l’applauso dei tifosi che si sono sobbarcati il viaggio. Me ne vado riservando l’ultimo sguardo alla vecchina nel settore ospiti, per me è lei la vera Tigre di Cremona!

Simone Meloni