Partita mattutina e dalle temperature piacevolmente calde. È la mia prima volta in questo stadio e la mia prima occasione in cui mi ritrovo al cospetto degli afragolesi, attualmente primi in classifica. I locali riempiono quasi tutta la tribuna, tra ultras e tifosi, mentre da Santa Maria Capua Vetere arrivano a loro volta in buon numero a occupare il settore ospiti.
Gli ultras di casa espongono coreograficamente un bandierone con i colori rappresentativi, rosso e blu, al fischio d’inizio. Per il resto della partita, a parte alcuni momenti più pacati, si fanno sentire con un buon tifo, e nella vittoria finale i cori risuonano a gran voce, cantati non solo dai sostenitori, ma anche dalla squadra in campo. Non mancano, infine, i cori contro i nolani, prossimi avversari nel match di domenica.
Dall’altra parte, ritrovo i tifosi del Gladiator, ricompattati e in buon numero, il che rende la loro performance di bell’impatto. I cori sono accompagnati da un bel tamburo, un elemento che non avevo avuto modo di apprezzare durante la partita in trasferta proprio in quel di Nola. Anche loro non mancano di intonare alcuni cori contro i propri rivali, nella fattispecie i casertani.
L’amicizia che lega le due tifoserie non eclissa la voglia di vittoria di entrambe, ma il rispetto reciproco è ben evidente. Gli applausi agli avversari e il ricordo di Carlo, ultras del Gladiator scomparso nel 2021, omaggiato dagli afragolesi con uno striscione, testimoniano un rapporto che va oltre le mere contingenze del campo.
A fine partita, le due le tifoserie protraggono i propri cori ben oltre il novantesimo, non solo come prova di fede ma anche per protrarre ancora un po’ il momento dei saluti con i propri dirimpettai, prima che il campo decida di metterli di nuovo gli uni di fronte agli altri. A proposito di quanto occorso sul rettangolo di gioco, a spuntarla è l’Afragolese che mantiene a cinque le distanze dal Nola, sicuramente la miglior assicurazione possibile in termini mentali e di morale in attesa del prossimo big match.
Imma Borrelli