A due giorni dall’andata di semifinale di Coppa Italia tra Fiorentina e Atalanta appaiono ancora poco chiare le dinamiche di quanto successo all’altezza del casello di Firenze Sud, dove si sono registrate tensioni tra tifosi orobici e polizia, con la seguente identificazione di 130 supporter della Dea.

È evidente che qualcosa non abbia funzionato. Molti tifosi lombardi denunciano violenze gratuite da parte degli agenti. Su uno dei pullman fermati viaggiava anche Federico Riva, avvocato della Nord bergamasca.

“Mi trovavo sul terzo pullman – dice – quando i ragazzi presenti sul primo mi hanno chiamato chiedendomi di intervenire nell’immediatezza. Mi hanno detto che li stavano massacrando. Così nel giro di due/tre minuti il nostro pullman è arrivato all’altezza del primo. Ho visto che gli stavano inserendo dei blocchi nelle ruote posteriori, dopodiché si vedevano due gruppi ben distinti di agenti del reparto mobile posti esattamente contro le due entrate del pullman, quindi non c’erano tifosi all’esterno. Una volta che abbiamo superato le due auto di pattuglia e il cellulare il pullman ha accostato e appena fermi è arrivato il reparto mobile, capeggiati da un funzionario in borghese. Dal momento in cui abbiamo aperto la porta – sottolinea – il funzionario è entrato puntando il manganello in faccia al ragazzo seduto sul primo sedile dicendogli: “Se metti un piede a terra ti ammazziamo di botte”.

“Mi sono presentato – continua – e gli ho fatto presente chi ero e che mi avevano chiamato, riferendomi che c’era una situazione abbastanza strana e volevo parlare con il funzionario della Questura a capo dell’ordine pubblico. L’atteggiamento è subito cambiato. L’agente in borghese mi ha fatto scendere e voleva far ripartire il pullman, ma io mi sono opposto avendo ancora tutti i miei effetti personali sullo stesso e non volendo lasciare da soli i ragazzi. Allora ha dato ordine agli agenti che erano là di piantonare il mezzo e non far scendere nessuno.

Mi hanno portato al pullman fermato- racconta – e c’era tutto il reparto mobile schierato in modo da non far uscire i tifosi fermi a bordo. Io mi sono avvicinato a questo capannello di persone, ascoltando il dialogo tra il responsabile della Questura e quello del Reparto Mobile, con quest’ultimo che alla richiesta di spiegazione da parte del primo ha risposto: “Dentro quel pullman erano tutti travisati, il mezzo ha accelerato per dileguarsi e se questi ci fossero scappati chissà cosa avrebbero combinato. Quindi li abbiamo fermati”. Quando il funzionario della Questura ha notato la mia presenza mi ha chiesto chi fossi. Mi sono presentando e lui mi voleva subito mandare via. Quindi io ho sottolineato che mia presenza era necessaria e prevista dal Codice di Procedura. È facoltativa ma se chiamato da persone interessate è possibile.

Alla fine -spiega – mi hanno però allontanato, portandomi a 70/100 metri di distanza. Avevo tutto lo schieramento del Reparto Mobile davanti e questo non mi permetteva di vedere bene quanto stesse accadendo. Mi hanno piazzato sei carabinieri attorno per impedire che mi avvicinassi. Un carabinieri anti sommossa mi ha provocato, dicendomi che non capivo l’italiano e che non ero un avvocato ma solo un ultras per lui. Fin quando gli ho mostrato tesserino e chiesto le sue generalità Allora lui si è distanziato chiamando il suo maresciallo, che infatti mi ha lasciato là senza problemi”.

Qualcuno pensa alla premeditazione. “La Questura di Firenze ha girato quattro versioni. Io posso dire che non c’è stato un funzionario della che si presentasse. Mi hanno isolato per un’ora e mezza senza permettermi di avvicinarmi durante l’identificazione, come previsto dal Codice. Quello che ho subito io lo posso accertare. In più abbiamo i filmati fatti dai ragazzi dal pullman dietro il primo in cui si vede che non c’è nessun tifoso che scende ma ci sono gli agenti del Reparto Mobile che si avventano sulle uscite “sbarrandole”. I fatti non sono andati come sostiene la Questura toscana. Io sto raccogliendo tutto il materiale video e fotografico, oltre a tutti i referti medici degli oltre trenta ragazzi che hanno subito lesioni dalla polizia. Poi preparerò esposto che andrà alla magistratura, al Ministero dell’Interno e all’Osservatorio”.

Una serata che si era svolta nella massima tranquillità. “Non c’era stata alcuna tensione – precisa -, su quei pullman viaggiavano tutti. Ragazzi, donne, bambini, operai, avvocati. L’organizzazione della Nord è appetibile a tutti, grazie ai suoi prezzi accessibili, quindi in molti decidono di andare in trasferta con i ragazzi della curva”.

Oltre a quella dell’avvocato dell’avvocato Riva, in queste ore su Sostieni la Curva – la pagina Facebook della Nord – sono state pubblicate diverse testimonianze che riportiamo in calce. Intanto oggi è arrivato anche il comunicato ufficiale dell’Atalanta, che unendo ai propri tifosi chiede verità su quanto accaduto.

ANONIMO

“E’ l’una di notte circa. Son sul pullman che ci sta riportando a casa da Firenze, il secondo dei pullman della Curva. Da qualche kilometro stiamo percorrendo una superstrada a tre corsie e tra meno di un kilometro imboccheremo l’autostrada. Siamo ormai ad una decina di kilometri dallo stadio. L’aria è tranquilla, non si è visto nessun fiorentino e con la Polizia tutto è filato liscio: non c’è stata alcuna tensione, nemmeno durante quel prefiltraggio assurdo. Seduto sul sedile, di spalle all’autista, socchiudo un attimo gli occhi, inizio a pensare al domani: “che bale, domà go de andà a Milà a laurà, mèi dörmì ‘n po”. Nemmeno il tempo di pensarlo e i ragazzi di fianco iniziano ad urlare: “cosa cazzo sta succedendo lì davanti?”.

Mi alzo e mi giro verso la direzione di marcia. Il primo pullman, quello davanti a noi (precedentemente scortato con una camionetta davanti ed una dietro), viene affiancato nella corsia di sinistra da un’altra camionetta, con sportellone aperto e con all’interno agenti armati di scudo, manganello e casco in testa, pronti a scendere. La camionetta davanti decide allora di fermarsi e di bloccare il pullman. Scendono immediatamente tutti i poliziotti dalle tre camionette. Di fretta e furia cercano di salire sul primo pullman, ovviamente armati e con poca intenzione di scambiare due chiacchiere. Siamo in un punto della strada completamente isolato, nel bel mezzo del nulla, senza telecamere che possano documentare il fatto. Tutto chiaramente premeditato.
Vediamo la polizia caricare il pullman, i manganelli volano. Alcuni ragazzi del secondo pullman scendono per cercare di capire cosa sta succedendo. Ma niente da fare, anche loro vengono presi a manganellate e decidono allora di tornare sul nostro pullman. Un poliziotto ordina caldamente al nostro autista di aprire le porte del pullman. Aperta la porta, salgono due poliziotti che iniziano a manganellare chiunque cerchi di ottenere spiegazioni. Dopo qualche minuto abbandonano il nostro pullman. L’autista decide allora di ripartire ma veniamo fermati 500 metri più avanti, poco prima del casello autostradale.

Veniamo fatti scendere uno ad uno (“o scendete o vi prendiamo a schiaffi!”, queste son le opzioni). Ci viene richiesto un documento e veniamo fotografati. I poliziotti nel frattempo non fanno altro che minacciarci ed insultarci, chiaramente in attesa di una nostra reazione, che però non arriva. Siamo una settantina sul pullman doppio e la polizia ci mette più di un’ora ad identificarci tutti. Decidono poi di perquisire il pullman. Sequestrano tutte le bandierine ed i due aste (tra cui il due aste del mio vicino di posto, regalatogli dalla sua nipotina di 10 anni, chissà che pericolo).

Riprendiamo il tragitto, decisamente provati. Chiamiamo i ragazzi dell’altro pullman. A loro è andata decisamente peggio: sono stati fatti scendere a pugni e manganellate dal loro pullman, per poi essere messi faccia a faccia col muro della superstrada. Identificati, sono tornati sul pullman mentre i poliziotti si erano schierati su due file in modo da suonargliele sia da destra che da sinistra. Il risultato è di diversi ragazzi feriti, alcuni con tagli sulla testa, altri con escoriazioni sul volto e zigomi gonfi. 
Arriviamo a Bergamo verso le 8 di mattina.

Ho capito stanotte chi rappresenta il primo pericolo quando si va allo stadio, proprio chi dovrebbe garantire la tua sicurezza. La frustrazione è che nessuno potrà mai difenderti quando la Polizia abuserà dei suoi poteri, nessuno arriverà in tuo soccorso. 
Ma rimango con il pensiero che nella vita tutto torna, e con la coscienza pulita ripenso ai bei momenti di ieri. 
Alla fine non sono riusciti a scalfirli.

PAOLO RIVA

Ciao,
Sono un ragazzo presente nella trasferta di ieri, ero sul pullman con a bordo l’avvocato credo fosse il terzo pullman. Posso dire che sul nostro pullman non è successo assolutamente nulla che giustificasse un intervento delle fdo, tuttavia alla richiesta di alcuni ragazzi di sapere cosa stesse succedendo o di poter scendere dal pullman la risposta delle fdo è stata: “Non sta succedendo nulla non potete scendere dal pullman restate dove siete”. Siamo stati fino alle due fermi senza possibilità di scendere dal pullman a bordo strada.

Posso confermare l’atteggiamento intimidatorio tenuto dalle fdo senza alcun motivo. Tutti i pullman erano circondati da decine se non centinaia di agenti tutti in tenuta antisommossa. Ho visto celerini con bandierine innocue sequestrate a altri pullman e ho visto all’autogrill molti ragazzi che portavano i segni della manganellate gratuite. Faccio notare che la versione ufficiale, cioè che un pullman si sia staccato dal cordone non sia veritiera, invece ho notato che durante il viaggio molte camionette dal fondo del cordone si sono spostate in testa in vista di quello che poi sarebbe effettivamente successo, sarà un caso?

Non mollate ragazzi perché ieri sera è successa una cosa gravissima, sappiamo tutti che è andata ancora bene ma poteva andare peggio e saremmo stati senza testimoni né telecamere. Questa volta la verità salterà fuori a differenza di molte altre volte, avanti cosi!


Il Valo

Avremmo voluto ricordare questa serata per l’ennesimo esodo nero-blu… Per quella giocata di Ilicic con il difensore avversario che sta ancora cercando il pallone… Per il goal di Marten De Roon di una potenza e una precisione inarrivabili… Avremmo voluto imprecare durante i nostri ricordi per qualche amnesia difensiva o per quella traversa al 93° che ci ha strozzato l’ennesimo urlo in gola.
Invece purtroppo saranno altri gli amari ricordi che ci porteremo dietro… Pensieri che rievocheranno sempre la stessa rabbia e la stessa incredulità.
Perché le scene a cui abbiamo assistito e di cui siamo stati involontari protagonisti sono qualcosa di inaudito.
Eravamo in giro ormai da 12 ore, stanchi e con sensazioni contrastanti…la gioia per un buon risultato scalfita dall’andamento della partita che ci ha visti andare in vantaggio ed essere poi riagguantati.
Ma durante l’abbondante ora di attesa per uscire dal settore ospiti la situazione è tranquilla… qualche coro qua e là e la voglia di mettersi in viaggio e di condividere le ultime ore insieme in direzione Bergamo.

Ancora un po’ di attesa nell’antistadio e poi finalmente ci si muove quando pensi la partita è finita da oltre un’ora e mezza.
Tutto tranquillo fino al momento in cui si intravedono ormai le luci del casello…
Lì succede qualcosa di imprevedibile, assurdo ed ingiustificabile.
Una violenza gratuita ed inaudita nei confronti dei ragazzi che occupano il primo pullman della colonna “colpevole” di avere un’andatura troppo lenta…
Una carica furiosa ed infondata portata avanti con una rabbia ed un impeto fuori da ogni logica.
Assistendo a questa scena dal secondo pullman chiediamo al nostro autista di fermarsi e alcuni ragazzi provano a scendere per capire cosa sta succedendo…la risposta sono la stessa rabbia e la stessa violenza con cui i ragazzi vengono rispediti sul pullman e nemmeno l’autista viene risparmiato dalle randellate.
Impossibile provare a parlare quindi restiamo sul nostro pullman dichiarando che ci muoveremo solo quando anche al primo pullman verrà consentito di rimettersi in marcia perché ci hanno insegnato così e non possiamo abbandonare gli amici che sul pullman davanti a noi stanno subendo un massacro fisico e psicologico.

“Se non riprendete la marcia vi riserviamo lo stesso trattamento”
Ribadiamo la nostra volontà di restare fermi e tranquilli sul nostro pullman fino a che il primo pullman fermato non potrà riprendere il viaggio.
“Scendete documenti alla mano o volano schiaffi”
Scendiamo, uno ad uno, veniamo fotografati e vengono ritirati i nostri documenti… Alla domanda “perché state eseguendo queste operazioni?” La risposta sarcastica è: “dobbiamo verificare se siete tutti sani o se qualcuno si è fatto male, quando avremo finito e saremo certi che state tutti bene potrete ripartire”
“Chiamate pure gli avvocati che schediamo pure loro”
“Spostatevi oppure vi spostiamo noi”
Tutto questo mentre siamo circondati da poliziotti in assetto anti sommossa che ci racchiudono in uno spazio dove riusciamo a malapena a starci tutti…
Ovviamente evitiamo di fotografare o filmare la situazione perché sappiano che questo genererebbe una nuova incontrollabile reazione isterica.
Nel frattempo vediamo il primo pullman che riprende la marcia e ci tranquillizza pensare che il loro incubo è finito.
Dopo aver verificato tutti gli occupanti e controllato ogni vano del pullman ci vengono riconsegnati i documenti e possiamo ripartire anche noi.
Contattiamo subito gli altri ragazzi per accertarci sulle loro condizioni… Sono segnati ma la cosa più importante è che ci sono tutti e non è stato trattenuto nessuno…
Il viaggio di ritorno è riempito sempre e solo da una domanda: perché tutto questo?

Chi ha pensato, organizzato e operato questa situazione deve rispondere delle proprie azioni…non può cadere tutto nel silenzio come troppo spesso succede.
A distanza di quasi una giornata sembra tutto ancora così assurdo ed irreale…
Ci ripenso e tornano le stesse sensazioni di rabbia ed incredulità…ma provo a metterle da parte e vedo i ragazzi del pullman che si confortano e si sostengono… I più fortunati che hanno scampato la mattanza danno una mano a quelli che portano addosso i segni di quella follia… la voglia di condividere una birra ed un panino non è cambiata… Non sappiamo come andrà, ci auguriamo che esca la verità…magari si inventeranno un infame pretesto e ci toglieranno l’Atalanta ma arriviamo a Bergamo 9 ore dopo la fine della partita con la consapevolezza che anche stavolta non sono riusciti a toglierci la voglia di stare insieme.

Luca B.

Ciao ragazzi, vi scrivo per raccontarvi quello a cui ho assistito ieri sera al ritorno dalla trasferta di Firenze.
Io e i miei amici ci trovavamo sul secondo pullman, ovvero alle spalle di quello che è stato protagonista dell’ episodio principale della serata. Essendo posizionati nella parte superiore (pullman doppio) abbiamo potuto assistere nitidamente alle azioni vigliacche subite dal primo automezzo e poi dal nostro.
Partiti dallo stadio abbiamo percorso diversi km scortati (grazie al navigatore abbiamo potuto controllare il giro assurdo e senza senso che ci hanno fatto fare) e tra la curiosità generale ci siamo chiesti come mai stessimo percorrendo tutta la strada ad una velocità ridicola (circa 50 km/h e anche meno) considerato il fatto che ci trovavamo su una super strada praticamente deserta.

Ad un certo punto oltre alla camionetta che ci scortava ne è sopraggiunta un altra, dalla quale sono scesi diversi agenti (tutti in tenuta antisommossa) i quali hanno subito sfondato la porta anteriore del pullman, rotto i finestrini e percosso come se non ci fosse un domani tutti e tutto quello che avevano di fronte.
Nella confusione generale i vari pullman venivano continuamente fatti avanzare e fermare per diverse volte, tra provocazioni di ogni genere da parte degli agenti (gesti, minacce..) fino a quando con la presenza di centinaia di forze dell’ordine il nostro pullman è stato fatto accostare per l’ ennesima volta e tutti i passeggeri costretti ad uscire uno per uno, con documento alla mano e soggetti a fotografie di 3 funzionari diversi con tanto di torce per illuminare il viso e appunto il documento.
E oggi sui giornali cosa si legge? che diversi tifosi Atalantini sono scesi nel bel mezzo della tangenziale ed hanno attaccato le forze dell’ordine con spranghe e bastoni??

L’unico attacco che c’è stato è stato quello INFAME delle forze dell’ordine (tutto documentato da diversi video) che stavano solo aspettando il momento giusto per sfogare la loro frustrazione.
Altro particolare importante è quello che si sentiva dalla ricetrasmittenti, dove colleghi di questi “responsabili dell’ordine pubblico” si congratulavano con loro per “L’IMBOSCATA” messa in atto nei confronti di quei “DELINQUENTI”. Il tutto ha costretto normali persone che il giorno dopo dovevano andare a lavorare, oltre che a subire un’ umiliazione che neanche i peggiori malviventi si sono mai sognati, anche ad arrivare in quel di Bergamo alle 8 inoltrate di mattina, ben 18 ore e mezza dopo essere partiti per andare a Firenze, il tutto per voler seguire la propria squadra del cuore in una delle partite più importanti della sua storia. E’ QUESTA LA NOSTRA COLPA?

Il mio augurio è che la verità venga fuori e che venga dimostrato una volta per tutte che questi individui che dovrebbero far rispettare l’ordine pubblico, sono i primi cercare il contrario.
Orgoglioso di far parte di questa tifoseria.
un tifoso che è andato a vedere la propria squadra del cuore.

A questi link le testimonianze video:


https://www.msn.com/it-it/video/fun/fiorentina-atalanta-il-pullman-dei-tifosi-bergamaschi-fermato-dalla-polizia/vi-BBUcMC0

https://www.facebook.com/watch/?v=1200319973462890

Simone Meloni