Albano Laziale, stadio “Pio XII”, campionato di Serie D (gir. G). Albalonga e Torres sono inchiodate sull’ 1˗1, con i rossoblù in dieci uomini per l’espulsione del trequartista Sane Pape. Come un fulmine a ciel sereno, all’86’, il pallone arriva tra i piedi di Mucili: il numero 9 isolano è bravo a superare Galluccio, estremo albanense, e a direzionare il pallone verso la porta ormai sguarnita; la palla rotola piano piano, prima di superare quella linea bianca che rappresenta il confine tra la disperazione e il sogno: la trentina circa di sassaresi presenti nel settore ospiti può dare fondo a tutta la propria gioia, festeggiando una rete che tiene ancora accese le speranze di salvezza della Torres, a 90’ dal termine del torneo.

I sassaresi giungono nell’impianto castellano dieci minuti prima del fischio iniziale, appendendo subito i loro drappi (dei quali, uno presenta la scritta bianca, su sfondo blu, “Made in Sassari” e lo stemma del club, coincidente con quello cittadino, formato da “due torri e due croci inquartate, di colore bianco con sfondo rispettivamente rosso e blu”; gli altri non mostrano scritte o emblemi, ma solo i colori sociali del sodalizio). Terminata l’operazione, al momento dell’ingresso in campo degli atleti, partono subito con un coro di incitamento alla squadra, accompagnato da un potente battimani.

Per tutto il primo tempo, non smettono mai di tifare. I treni sono numerosi, così come i cori, molti dei quali in dialetto, con un tocco di originalità che non guasta mai. Non mancano di omaggiare i diffidati e di rivolgere qualche “pensiero” agli storici rivali cagliaritani (ogni tanto, tra l’altro, fa mostra di sé una sciarpa dello stesso tenore concettuale).

Nonostante l’incitamento ai loro undici sia continuo, è però l’Albalonga, al 42’, a portarsi in vantaggio con l’ex Parma Corsetti. I tifosi ospiti non subiscono il colpo, ma riprendono subito a tifare, invitando la propria squadra a tirare fuori gli “attributi”.

Poco dopo, arriva il duplice fischio: mentre i giocatori ospiti procedono verso gli spogliatoi, gli ultras sassaresi dapprima ribadiscono il concetto espresso dopo la rete dei padroni di casa, poi giurano tutto il proprio amore alla Torres, gridando di non volerla lasciare mai sola.

Durante la pausa, il giocatore locale Loris Traditi, centrocampista dell’Albalonga, riceve il premio “Pallone d’oro della serie D”.

Al rientro in campo dei ventidue, il contingente ospite impiega un po’ di tempo prima di ricompattarsi, ricominciando di fatto a tifare solo a partire dal decimo minuto, viaggiando sullo stesso binario percorso nel primo tempo.

Così, al 63’, anche grazie al sostegno dei tifosi, la Torres trova la rete del pareggio, su calcio di rigore realizzato da Florencianez: è giubilo grande per gli ospiti, sia sul manto verde che sugli spalti.

Ultras e giocatori, tuttavia, non possono accontentarsi di un punticino, vista la situazione di classifica in zona salvezza, con San Teodoro e Muravera (le due dirette concorrenti della Torres) contemporaneamente in vantaggio nelle rispettive sfide contro Lanusei e Ostiamare. I sostenitori isolani percepiscono l’importanza di un’altra marcatura della loro squadra, tenendo a lungo un coro in cui esortano i calciatori a vincere.

Pinna e compagni attaccano, ma al 70’ rischiano di subire il gol dopo una bella azione dei padroni di casa, fermata soltanto dal palo; poco dopo, i giocatori e la panchina dell’Albalonga reclamano anche un calcio di rigore, riguardo al quale il direttore di gara, il signor Tomasello della sezione di Messina, non è dello stesso parere dei castellani.

I due episodi non scompongono i tifosi ospiti, che vengono premiati al 86’ ˗ come ricordato nelle righe iniziali ˗ dalla rete di Miceli, valevole per l’1˗2 definitivo: la felicità nel settore ospiti è immensa, così come risulta sentita e vigorosa l’esultanza dei presenti.

Al 90’, l’arbitro decreta sei minuti di recupero: fino all’ultimo secondo, gli ultras rossoblù mantengono un coro nel loro dialetto, prima di abbracciarsi al tanto sospirato fischio finale; qualche giocatore ospite si stende a terra con le mani sul volto, quasi incredulo per la grande gioia e per la difficilissima rimonta in casa di una squadra molto forte, che contenderà al Chieri, in finale, la Coppa Italia di Serie D.

Domenica prossima, contro l’Avezzano, gli isolani si giocheranno tutto: saranno 90’ intensi, in cui la Torres dovrà cercare di ottenere il bottino pieno, sperando in passi falsi delle avversarie.

Dall’altro lato della tribuna, alcuni giovanissimi e giovanissime, dietro i vessilli “Lady Albalonga” e “Gate Pavona”, provano a sostenere la loro squadra, proponendo anche una mini sciarpata e sventolando una bandiera. Come ricordato dal nostro Simone nel resoconto della sfida di Coppa Italia Albalonga˗Bisceglie, non sono da confondere con i Warriors, lo storico gruppo ultras al seguito dell’Albalonga, che ha momentaneamente sospeso la propria attività.

Andrea Calabrese.