Mercoledì di coppa in questo fine gennaio ed il programma è talmente ricco da costringermi agli straordinari per essere presente alle due interessanti partite odierne Albalonga-Messina e Viterbese-Ternana, favorito anche dagli orari e dalla vicinanza geografica fra i due stadi.

Al “Pio XII” di Albano Laziale si giocano in gara unica i quarti di finale della Coppa Italia di serie D. Entrambe le squadre ci arrivano dopo due vittorie corsare, i locali dell’Albalonga a Sorrento, mentre il Messina a sorpresa ha battuto il Picerno capolista del proprio girone.

Nonostante siano arrivate fra le migliori otto di questa competizione, non è che le due squadre stiano particolarmente brillando in campionato: i laziali si trovano a metà classifica ma fuori dai play off, mentre il blasonato Messina annaspa nelle acque agitate della zona play out.

Arrivato nell’antistadio con la curiosità di vedere i messinesi in una trasferta così impegnativa in mezzo alla settimana, li vedo già con tanto di sciarpa al collo aggirarsi nei pressi del settore ospiti benché manchi ancora diverso tempo al fischio d’inizio fissato per le 14:30.

All’interno presente solo la GIOVENTÙ GIALLOROSSA, visto che gli altri gruppi sono in contestazione con la società, ma la presenza è comunque discreta, grazie anche all’aiuto delle sezioni di Roma e Milano e dei gemellati FRUSINATI con l’omonima pezza.

Dalla parte dei padroni di casa, dopo un nuovo gruppo che evidentemente ha fatto prima a sparire che a nascere, non c’è alcuna componente ultras a seguire le sorti della squadra di Albano Laziale, nemmeno più la sezione femminile che dopo lo scioglimento dello storico gruppo dei WARRIORS ALBALONGA era rimasta ancora in piedi, così restano un centinaio di normali tifosi sparsi per il settore che si limitano a seguire la gara senza forma di sostegno organizzato alcuno.

In questo contesto gli occhi sono esclusivamente rivolti verso il settore ospiti occupato da una cinquantina di tifosi di cui circa una trentina ultras che, già prima del fischio d’inizio, incitano la formazione giallorossa con qualche coro accompagnando il tutto con dei battimani.

Con l’entrata in campo delle squadre, il settore ospiti si colora grazie all’accensione di una torcia mentre prima del via, i giocatori siciliani vanno sotto il loro settore ad applaudirli.

Nel primo tempo, nonostante un’iniziale pioggerella all’inglese, gli ultras messinesi incitano la squadra senza soste tanto da farla sentire come se giocasse tra le mura amiche. Tanti i battimani ad accompagnare i cori e nemmeno il gol dei padroni di casa, arrivato su calcio di rigore dopo una ventina di minuti, ne intacca la prestazione.

A tre minuti dalla mezzora Arcidiacono ristabiliscee la parità grazie ad una prodezza che scatena l’esultanza dei tifosi siculi. Da segnalare qualche coro ostile nei confronti del presidente Sciotto.

Nel secondo tempo la pioggia concede qualche attimo di tregua e gli ospiti continuano a sostenere incessantemente la propria squadra, con discreti battimani e altra pirotecnica sporadica. Il settore diventa poi una bolgia quando, al quarto d’ora, Cocimano porta momentaneamente in vantaggio i peloritani ed anche un raggio di sole sorride ai tifosi.

Su questa scia i sostenitori ospiti tifano decisamente bene, con qualche ultras che goliardicamente si mette a petto nudo. Quando tutto sembrava perfetto, arriva però il pareggio dei padroni di casa a dieci minuti dalla fine con Succi, che finalmente riesce a far smuovere dal torpore i tifosi locali.

La partita finisce 2-2 e si va così alla lotteria dei rigori che premia la precisione degli ospiti mentre l’Albalonga viene “tradita” da Corsetti e da Barone che vedono entrambi infrangersi sulla traversa i loro tiri e con essi la speranza di qualificazione al turno successivo.

I giocatori ospiti festeggiano sotto al settore dei propri sostenitori regalando anche magliette e pantaloncini ringraziandoli così per la presenza in questa lunga trasferta. Ora ad attenderli in semifinale ci sarà il Giulianova per un doppio confronto davvero interessante sia in campo quanto sugli spalti.    

Marco Gasparri