C’è un dato di fatto da appurare: ricordo perfettamente quando nel 2003 cominciai a girare per campi alla ricerca di soggetti curvaioli da immortalare. Spesso capitavano domeniche in cui il calendario non proponeva davvero nulla; allora si girovagava, più per cazzeggio che altro, nell’hinterland romano, nei vari campetti dove si disputavano partite di amene categorie, alla ricerca di gruppi o gruppuscoli che una volta c’erano e cento no. Erano anni in cui, per ovvie ragioni, tutto il circondario capitolino andava a vedere la Roma o la Lazio e di realtà locali con un seguito assiduo era davvero difficile trovarne.

Oggi, con le carte in tavola profondamente cambiate e le due curve capitoline, di fatto, disciolte e vessate da un’infame e illogica repressione, in tanti hanno riscoperto la squadra del proprio paese, del proprio quartiere o della propria cittadina. In molti hanno lanciato progetti mutuati dal fattore “calcio popolare”, che personalmente ritengo solo la normalità delle cose (sei di Canicattì? Tifi per il Canicattì), ma che per troppi anni, causa moda e appeal delle grandi curve, era andato perduto.

Così, i ragazzi al seguito del Fiumicino, si incastrano perfettamente in questo mosaico, posto che la squadra tirrenica, anche in passato, ha potuto contare sul sostegno di alcuni gruppi che ne hanno seguito le sorti con alterna costanza. Dallo scorso anno sui gradoni dello stadio Desideri è ricomparso il tifo organizzato, guidato dal gruppo Ultimum Fidem. Come in una di quelle mattinate di una dozzina d’anni fa, anche questa domenica propone davvero ben poco a livello di calendario. E allora, perché no, mi metto in macchina alla volta di Cerveteri, programmando un double con Flaminia Civita Castellana-Grosseto in programma nel pomeriggio.

Cerveteri è una piazza che calcisticamente vanta una discreta storia. Nel 1991 infatti gli azzurroverdi centrarono una storica promozione in Serie C2, vincendo lo spareggio con il Giorgione e riuscendo a mantenere la categoria per ben tre anni (celebre rimarrà il playout vinto a Terni, il primo anno, contro il Teramo, con oltre 4000 ceretani al seguito). A quegli anni è ovviamente ricollegabile il momento d’oro del movimento ultras locale, con le Brigate Azzurro Verdi che ne erano il gruppo guida. Memorabili restano anche i derby con la vicina Ladispoli.

Oggi di tutto questo non è rimasto nulla e il Cerveteri, caduto in Promozione, può contare su un seguito numericamente scarso e non organizzato. E’ triste pensare a tutto ciò e notare come l’Enrico Galli, dotato di due tribune abbastanza capienti (di cui una attualmente non agibile), sia ormai feudo per pochi fedelissimi. Un peccato perché l’impianto, complessivamente, è anche tenuto abbastanza bene e carino.

Di contro c’è il Fiumicino, storica squadra del calcio laziale. Fondata nel 1926 e da sempre massima rappresentante della cittadina resa famosa, a livello nazionale, dal vicino aeroporto, anche se a dirla tutta per i romani è da sempre un posto di svago estivo, con tantissimi lidi balneari e molteplici iniziative che d’estate la rendono un centro attivo e vivace.

A dividere i due centri ci sono circa trenta chilometri. Gli ultras ospiti si presentano sui gradoni quando mancano una manciata di minuti all’inizio. Il bello di queste categorie è che all’ingresso ci siano solo un paio di strappabiglietti, senza steward, polizia e controlli asfissianti. Tanto è vero che l’unica volante dei Carabinieri farà la propria apparizione un quarto d’ora dopo l’inizio, scrutando bonariamente la situazione da lontano.

I fiumicinensi fanno gruppo compattandosi, direi attorno alle 25 unità. Presenza più che degna considerata la categoria e la squadra che veleggia a metà classifica. Devo dire che rimango alquanto sorpreso dal loro modo di approcciare le gradinate. Per tutti i 90′ non smetteranno un solo minuto di cantare, alternando bei battimani a cori tenuti davvero a lungo e colorati da torce e fumogeni, il che non guasta mai. Il repertorio, e qua ritorno alle considerazioni fatte in apertura circa il legame con le curve capitoline che una decade fa avevano i gruppi della provincia, attinge davvero pochissimo da quello di Roma e Lazio, vertendo piuttosto sui cori più gettonati del momento. Ma questa, come dico sempre nei miei resoconti, è una pecca che dobbiamo pagare vivendo nell’epoca della comunicazione di massa. Comunque il giudizio è più che buono, l’importante sarà mantenere la continuità e dare seguito a questo primo anno di attività. Questo, come per tutti, sarà l’aspetto più critico ma la strada intrapresa mi sembra quella giusta.

La gara finisce 0-0, nonostante un match godibile che ha segnato diverse occasioni, soprattutto su sponda ospite, con un gol annullato che ha suscitato diverse polemiche. Realizzo gli ultimi scatti al saluto della squadra ai tifosi e poi mi rimetto in macchina alla volta di Civita Castellana. E’ soddisfacente sapere che la tua macchinetta sia passata dal Camp Nou all’Enrico Galli di Cerveteri. E penso sia inutile dirvi quale dei due servizi mi abbia dato più soddisfazione.

Simone Meloni