Il viaggio in pullman di ritorno da Perugia-Ancona scorre via veloce fino a destinazione dove, ridestatomi dalle braccia di Morfeo, un altro pullman mi attende questa volta in direzione Bari Centrale, dove incrocio un buon numero di baresi anche loro attesi da una lunga trasferta in quel di Venezia. Il mio ultimo bus invece mi porta ad Altamura, tappa finale del mio viaggio per esaudire un vecchio desiderio che con la squadra biancorossa prima in classifica e prossima a tagliare il fatidico traguardo (dovuti scongiuri della tifoseria murgiana annessi!) non poteva più essere rimandato. L’eventuale salto di categoria con i dovuti adeguamenti imposti dalla Lega Pro invitano all’oraziano “carpe diem” del poeta Orazio al fine di poter vedere lo stadio “Tonino D’Angelo” nella sua primordiale versione e bellezza.

Scendo proprio a ridosso dell’impianto dove posso ammirare da subito i tanti murales dei gruppi locali e le varie scritte contro i rivali di sempre. È strabiliante come questo impianto sia rimasto intatto per tutto questo tempo, con una sola porta d’ingresso per gli spettatori e i due botteghini, uno per ritirare gli accrediti l’altro per acquistare i biglietti. Sembra una piccola bomboniera del calcio che fu, puro e genuino ma ormai in via di estinzione. Avidamente cerco di godermi tutto il perimetro dirigendomi verso il settore ospiti ed anche qui la presenza dei padroni di casa è tangibile in numerose altre scritte. La porta principale aperta mi invita ad entrare, confermando la mia buona stella ogni qual volta vengo in Puglia, d’altronde dovrebbe essere un diritto garantito per qualsiasi appassionato avesse voglia di visitare l’impianto quando non si giochi nessuna partita.

Ammirate le due tribune esistenti ancora spoglie di spettatori e le tante scritte vergate dagli ultras altamurani, con il tempo che incombe inesorabile non posso esimermi dal visitare le addirittura due stazioni ferroviarie locali, quella di Trenitalia e quella delle Ferrovie Appulo Lucane una attaccata all’altra, purtroppo oggi chiuse al pubblico. Non mi resta che dirigermi verso il centro storico, dove noto più di uno striscione che invitano tutti gli appassionati a recarsi allo stadio in massa per difendere e magari aumentare gli otto punti della capolista dalle inseguitrici. Varcata Porta Bari e imboccata via Federico Ⅱ sembra di venire catapultati indietro nel tempo fra le vie strette, i famosi claustri, qui chiamati gnostri in uno dei quali si trova il particolarissimo Arco Basso, infine la Cattedrale di Santa Maria Assunta dopo la quale concludo la mia camminata fino allo stadio “Cagnazzi”, la prima casa dell’Altamura prima di trasferirsi nell’impianto attuale.

Tornando all’attualità sportiva, ospiti quest’oggi ad Altamura sono i campani grigiorossi dell’Angri, seguiti da una tifoseria di valore purtroppo negli anni mai gratificata da palcoscenici importanti con la serie D massimo punto d’arrivo. A prescindere da ciò, pure negli anni bui delle più infime categorie il cavalluccio non è mai stato lasciato solo, così come in questa circostanza con la squadra in piena zona play out e a pochi punti dalla retrocessione diretta, incapace di vincere una partita da ben otto turni.

Fuori l’impianto il clima è disteso per via del rispetto reciproco fra le due parti. All’interno invece trovo la tribuna dei padroni di casa quasi totalmente piena e con i tifosi che continuano ad arrivare anche ben oltre il fischio iniziale. Dalla parte opposta sono oltre un centinaio gli angresi presenti con il grosso degli ultras che si sistema dietro lo striscione ANGRESI, mentre una piccola parte è leggermente decentrata dietro le insegne del CRAZY GROUP. Quando i calciatori scendono in campo, i padroni di casa colorano il settore con un tappeto di sciarpe biancorosse e una torcia, gli ospiti invece espongono lo striscione: “NOI CUSTODI DI QUESTI COLORI… VOI MERCENARI DI SPICCIOLI VALORI!!!”.

Nel primo tempo i pugliesi partono al piccolo trotto, il vento non favorisce i bandieroni (molto bello quello con in primo piano la Cattedrale) mentre più facile è far colore con le bandierine. L’intensità corale aumenta gradatamente, tantissimi sono i battimani ed è incredibile la partecipazione di tutti a rimarcare questa sinergia in cui non solo gli ultras ma anche i semplice appassionati sono coinvolti nel sostegno alla squadra che risulta continuo per tutta la prima frazione.

Nella seconda parte di gara i pugliesi aprono la contesa esponendo lo striscione “ULTRAS NON CRIMINALI NOCELLA LIBERO!”, in solidarietà a un ragazzo della curva colpito da severi provvedimenti giudiziari; poi il tifo riprenderà su livelli elevati come nella prima frazione, con tantissimi battimani ad accompagnare i numerosi cori a sostegno dell’undici biancorosso.

I supporter ospiti invece, nonostante il periodo tutt’altro che esaltante, essendo abituati a soffrire, stringono i denti e non sono da meno: bandiere in alto e cori secchi che si alternano a quelli più classici, battimani ad accompagnare i cori più lunghi e un tifo in generale sempre costante. Nel secondo tempo, tanto colore dato dalle diverse bandierine lasciate sventolare dal vento e tantissimi i battimani.

In campo una partita sulla carta semplice per la squadra altamurana, si dimostra più impegnativa del previsto ma nonostante il perdurare del pareggio, la tifoseria biancorossa non si dà per vinta continuando ad incitare gli undici in campo, che nell’ultimo minuto riescono a passare in vantaggio grazie all’autogol di Schiavino. I campani crollano sulle proprie gambe tanto che dopo quattro minuti Loiodice raddoppia, fissando il risultato sul 2-0, così la tifoseria angrese toglie le pezze e guadagna anzitempo la via d’uscita, senza attendere il triplice fischio e senza salutare i propri giocatori dopo l’ennesima sconfitta rimediata.

La tifoseria murgiana invece ed ovviamente si scatena in una bolgia di esultanze e torce che coinvolge tutta la tribuna. Gioia e cori poi condivisi con tutta la squadra sotto il settore, ma che si protraggono ancora a lungo quando la stessa ha già da tempo preso la via degli spogliatoi. Difficile biasimarli, questa importante vittoria ed il contemporaneo pareggio tra Nardò e Martina portano a dieci i punti di vantaggio proprio su quest’ultima. A otto giornate dalla fine il sogno sembra sempre più vicino così come la partenza del pullman che mi riporterà a casa, distrutto ma felice per aver vissuto una giornata ultras con la U maiuscola.

Marco Gasparri