Dal paradiso all’inferno è spesso questione di istanti, attimi che cambiano il corso della storia. Nel calcio, come nella vita, spesso sono gli episodi che decidono il corso naturale delle cose. Un gol all’ultimo respiro, un rigore trasformato a pochi istanti dal triplice fischio.

Correva l’anno 2013 e il Cerignola vedeva infrangersi, per l’ennesima volta, il sogno della promozione in serie D nella finale di coppa Italia nazionale, disputata contro la Fermana sul campo neutro di Rieti. Una partita equilibrata, decisa da un gol arrivato all’ultimo istante del secondo tempo, che ha mandato in paradiso i marchigiani e spedito all’inferno i pugliesi. Oltre al danno arrivò poi anche la beffa per il Cerignola: la squadra gialloblu infatti, non si iscrisse al campionato di Eccellenza e fu costretta a ripartire dalla Prima categoria. La nuova società, guidata dal facoltoso presidente Grieco, iniziò da qui una scalata che nel giro di pochi anni riportò la squadra ofantina nel massimo campionato dilettantistico italiano, categoria che mancava da quasi 20 anni in città. L’obiettivo era andare oltre il paradiso e portare la squadra addirittura in Serie C, sogno e ambizione che in questi 5 anni di serie D si è infranto più volte a pochi centimetri dal traguardo. 

Il club è oggi guidato dall’imprenditore barese Danilo Quarto, in passato vulcanico presidente della Sly Bari e per pochissimo tempo anche del Trani, club quest’ultimo prima corteggiato e poi mollato in una calda estate d’agosto. Il suo passato insomma, fatto di luci e ombre, qualche dubbio lo aveva creato. Il Cerignola però ha iniziato il campionato con un più saggio profilo basso e oggi arriva ad Altamura da capolista; i murgiani, tra l’altro, sono stati l’ultimo club capace di battere la squadra guidata da mister Pazienza, che vanta nel suo curriculum un passato tra le fila di Napoli e Juve.

Si gioca di mercoledì alle 15:30, orario e giorno scomodi che tengono lontani molti appassionati dagli spalti. Da Cerignola giungono circa 100 tifosi che si posizionano lungo tutto il settore ospiti, mentre il gruppo ultras fa quadrato e dal centro della gradinata sostiene gli undici in campo. Il loro tifo, di chiara matrice italiana, sarà costante per tutti i 90 minuti, anche se spesso anziché con i cori, gli ospiti preferiranno sostenere i propri colori con battimani ritmati dal suono costante del tamburo. Il gol del vantaggio, arrivato nei primi 45 minuti illude la tifoseria gialloblù che culla per buona parte della partita la vittoria, fondamentale per mantenere la vetta della classifica. Ma quando meno te l’aspetti arriva allo scadere della contesa il gol dei murgiani, grazie al rigore trasformato dall’attaccante Molinaro, che corre ad esultare sotto il settore occupato dai padroni di casa. 

Gli Altamurani, non particolarmente numerosi a causa dell’orario e del giorno feriale, sostengono la propria squadra anche loro per tutti i 90 minuti. All’ingresso in campo si esibiscono in una bella sciarpata, per poi partire con il loro classico repertorio: forti della loro identità, i padroni di casa prediligono uno stile più asciutto, dove il tamburo ormai non trova più spazio da diversi lustri. Alternano manate a cori secchi, senza abbandonare comunque cori del più classico repertorio del tifo italiano.  

Per tutti i 90 minuti le due tifoserie si sono completamente ignorate ma al triplice fischio sono partiti cori di insulti per “interposta persona”. Ofantini e murgiani si sono beccati insultando le rispettive tifoserie amiche, rivali appunto di Altamura e Cerignola: se da una parte i cerignolani sono legati ai Barlettani da uno storico rapporto di amicizia, rivali quest’ultimi dei padroni di casa, lo stesso vale per gli altamurani, a loro volta legati ai potentini. 

Sul fronte dell’ordine pubblico non si registrano episodi di cronaca, lo stadio di Altamura è un impianto perfetto per evitare qualsiasi tipo di contatto tra le tifoserie, la strada che porta al settore dedicato agli ospiti è infatti fuori dal centro urbano e, grazie ad un sistema ormai collaudato da anni, al triplice fischio gli avversari vengono accompagnati lungo la strada di casa, evitando il passaggio lungo le vie interne del centro abitato.

Michele D’Urso