Siamo a metà novembre ma la domenica è di quelle soleggiate e dalle temperature piacevoli, più ricordo dell’estate appena trascorsa che minaccia dell’inverno incombente. Si gioca alle ore 15 e di domenica, l’orario perfetto, quello del vecchio calcio che ormai non siamo più abituati a riconoscere. Sembra tutto un po’ surreale, messo così, sensazione amplificata dal teatro scelto per questa sfida. Si gioca infatti allo stadio San Nicola di Bari, che ospita momentaneamente le partite interne dell’Altamura, esiliato dal “Tonino D’Angelo” sottoposto a tutta una serie di migliorie richieste inderogabilmente dalla Lega Pro.
Sicuramente sovradimensionato per le necessità, l’impianto barese finisce anche per svilire l’impegno delle due tifoserie, che sicuramente non manca, sia dal punto di vista numerico che puramente qualitativo.
Partendo dal settore di casa, il classico striscione RIVOGLIAMO IL NOSTRO STADIO mette ancora una volta l’accento su questa problematica. Certo era snervante anche l’Italia calcistica delle mille deroghe o proroghe in termini strutturali, ma è veramente uno spreco che il sogno lungamente inseguito e finalmente raggiunto dell’Altamura calcistica, debba poi consumarsi così lontano da casa, come fosse un’onta e non un traguardo. Nonostante tutto, il loro tifo è davvero possente, molto fitta la sciarpata iniziale e molto bello e curato il resto del materiale che fa da contorno a questo apice di colore, continuando poi a sventolare e far bella mostra di sé nel resto della gara. Nel complesso, gli altamurani offrono novanta minuti di tifo davvero ad alta intensità: nulla di nuovo, belli da sentire e da vedere come sempre; saranno una novità nella terza serie ma, nel mondo del tifo e dal mio personale punto di vista, sono una solida certezza che si conferma nel tempo.
Da Messina, sono un centinaio i tifosi giallorossi arrivati in Puglia, che entrano a ridosso della partita e si compattano dietro le classiche pezze dei gruppi principali. Chilometri e chilometri per una società che contestano da tempo e non reputano all’altezza, boicottando addirittura le gare interne, ma fuori casa, in occasioni come queste, tutto lo spessore ultras di Messina appare evidente. Buona prestazione anche per loro, ma più di tutto è da ammirare l’ennesima presenza dopo la solita lunga trasferta, logisticamente mai semplice oltretutto in una città ostile. C’è un certo background ultras, come dicevamo, ma c’è anche tanto amore per la propria squadra e meriterebbero quanto meno di avere una società capace di farli tornare a sognare, a ricevere indietro almeno parte di tutto quel che hanno dato e che ancora danno per i propri colori. Proprio in questi giorni si comincia a parlare di preliminari di vendita e passaggi di proprietà in seno al proprio sodalizio. Ci sono dietro i soliti nebulosi fondi d’investimento stranieri che sembrano sempre dei salti nel buio. Per una piazza appassionata come la loro, si spera che questa volta, dopo tante amarezze, sia finalmente un salto in alto.
C.O.