Al quinto tentativo l’Altamura ottiene la prima vittoria stagionale tra le mura amiche. I primi segnali di risveglio si erano già avuti nel match di coppa Italia contro il Molfetta quando, grazie ad una prova gagliarda, i murgiani, dopo aver rimontato il doppio svantaggio, erano riusciti a passare il turno.
Presenti allo stadio circa 800 spettatori, molti dei quali arrivano a partita in corso. I tifosi di casa accolgono l’ingresso delle squadre alzando al cielo bandieroni, bandierine e sciarpe. Coreografia semplice ma sicuramente d’impatto: è un fatto che, a causa della deriva casual che ha investito molte realtà ultras Italiane, sia sempre più raro vedere sciarpate.
Il tifo dei murgiani parte subito forte e nonostante i primi mugugni degli spettatori presenti, i tifosi di casa continuano a spingere la squadra al gol, sforzo che verrà ripagato con il vantaggio proprio allo scadere dei primi 45 minuti. Il secondo tempo non regala particolari emozioni sul campo, infatti il Rotonda non punge più di tanto e, anzi, subisce in contropiede il gol che chiude la partita. Al fischio finale la squadra raccoglie l’abbraccio di tutto lo stadio, che torna a festeggiare una vittoria in casa che ormai mancava da troppo tempo.
Dalla cittadina lucana giungono circa 20 tifosi che assistono al match in religioso silenzio. I supporters biancoverdi arrivano nella città murgiana in due gruppi: il primo, senza aspettare l’arrivo degli altri componenti, attacca subito i drappi delle Brigate, mentre la parte restante della tifoseria varca i cancelli del settore ospiti a pochi minuti dal fischio di inizio. I tifosi lucani si compattano nella parte centrale della gradinata, distanti tra l’altro dalle loro pezze, e si esibiscono subito in una sciarpata e in un paio di cori per poi spegnersi immediatamente. Durante l’intervallo tra il primo e secondo tempo staccano i loro vessilli per riposizionarli davanti ai posti da loro occupati.
Dopo tre vittorie consecutive il Rotonda perde un’importante match ai fini della corsa salvezza, sconfitta che comunque non cancella quanto fatto di buono fino ad oggi dal club lucano.
Michele D’Urso