Mentre a pochi km da Altamura il Bari festeggia il ritorno in serie B, ad un tiro di schioppo da Sorrento il Napoli prova a riconquistare il tricolore che da quelle parti manca ormai da parecchi decenni. Come se non bastasse, questo pomeriggio il Manchester City di Pep Guardiola affronta il Liverpool di Klopp in un match che sa tanto di spareggio e, infine, volgendo lo sguardo indietro di qualche ora, c’è da registrare la vittoria dell’Inter, ritornata prepotentemente in corsa per il tricolore. Una pandemia si aggira per l’Europa calcistica, il doppiofedismo. Conviverci non è mai facile, soprattutto se ti chiami Altamura o Sorrento e non hai stemmi da lustrare e scudetti da ricordare. Per quale motivo scegliere la serie D quando alla stessa cifra hai la serie B a portata di mano o il sogno scudetto da inseguire? Perché andare a vedere Altamura-Sorrento quando in tv si affrontano i due migliori allenatori degli ultimi venti anni? Domande che probabilmente nascondono molte risposte, alcune anche in contraddizione tra di loro. Il doppiofedismo è sempre esistito, non è quindi una patologia del calcio moderno. Per definire la diagnosi partiamo dai sintomi: seguire due o più squadre non è così strano, anche negli anni ’80 esistevano Altamurani che tifavano per le “strisciate” o Sorrentini che seguivano Maradona.
Infine, se è vero che il tifo calcistico è un virus, il doppiofedismo ne è una variante che ha contagiato molti: i tifosi, ma non tutti, e pure qualche ultras, quest’ultimi invece teoricamente fedeli ad una sola maglia. Anticorpi efficaci al doppiofedismo non ce ne sono e pertanto bisogna conviverci.
Se – secondo alcuni – si possono amare due donne allora si può seguire anche due squadre, amori compatibili e non alternativi: la poligamia, almeno nel calcio, non è peccato.
Se poi si vuole riportare il rapporto con il calcio alla monogamia, allora le ricette sono abbastanza semplici: prezzi popolari! Ad Altamura la società di casa ha chiamato a raccolta i propri tifosi invogliandoli con prezzi “aggressivi”: 3 euro il costo del ticket. La città ha risposto all’appello e si è vestita a festa, anche se oggi non c’è nulla da festeggiare: mai come quest’anno la salvezza bisognerà conquistarla a suon di vittorie, infatti se nelle passate stagioni solitamente ci si salvava con 37 punti, quest’anno la quota di sicurezza sarà molto probabilmente intorno ai 44 punti.
Le squadre fanno il loro ingresso in campo con il settore di casa che si colora di bianco e rosso con uno striscione da contorno: Nelle difficoltà più forte la nostra voce si innalzerà. I padroni di casa spingono gli undici in campo ai tre punti, fondamentali per la corsa salvezza. Il gol arriva quasi subito e rende una bolgia lo stadio murgiano. Nel corso del secondo tempo viene esposto uno striscione per Michele Rifino, giovane Altamurano morto nel 2018, mentre era in sella alla sua moto durante una escursione nelle campagne lucane, episodio ancora avvolto da diverse ombre.
Da Sorrento giungono poco più di una decina di tifosi che tifano compatti per tutti i 90 minuti, inseguendo una vittoria che potrebbe permettere di cullare ancora il sogno play off ma la sconfitta finisce per tarpare, almeno per oggi, le loro ali.
Da segnalare che all’ingresso in campo delle due squadre, nel centro del campo vengono liberate diverse colombe mentre i giocatori sventolano una bandiera con i colori della pace e dell’Ucraina.
A fine partita i tifosi di casa festeggiano i tre punti e guardano con un pizzico di ottimismo in più queste ultime sei partite che separano l’Altamura dall’obiettivo della salvezza.
Michele D’Urso