cagliari Dai soliti nefasti bilanci del fine settimana di cui ancora non avevamo dato notizia, si apprende di altre 28 diffide in quel di Cagliari. Non si tratta però dell’ultima gara interna contro Livorno, ma è qualcosa di pregresso che risale a Cagliari-Juventus del gennaio scorso. In quella stessa partita già altri dodici furono denunciati e sanzionati con il daspo, per un totale quindi di 40 persone: roba da epica dello scontro ultras che farebbe sembrare la mitologica Pontecurone quasi come una riunione di “Papa Boys”. Ironia a parte, la dura azione repressiva va letta nell’ottica del quadro di esasperazione in cui la gestione dell’ordine pubblico allo stadio è inserita. A Cagliari poi, il disegno è ancora più netto e premeditato, volto a mettere definitivamente fuori causa il gruppo degli “Sconvolts”, con tutti i mezzi, leciti ed anche illeciti, tanto il controllore non lo controlla mai nessuno. Sarebbe persino un inutile esercizio quello di snocciolare le rappreseglie della polizia degli ultimi anni, dal out out a Cellino affinché rimuovesse la scritta “Sconvolts” sui seggiolini della Curva nel transitorio stadio di “Is Arenas” fino all’irruzione per perquisire la loro sede, poi posta sotto sequestro. La contrapposizione ha assunto toni davvero aspri nell’Isola, ancor più dopo la morte di Giancarlo Monni in carcere, già lanciacori del gruppo, che venne lasciato a sé e morire di broncopolmonite nel penitenziario cittadino di Buoncammino. Morire di broncopolmonite, davvero roba da terzo mondo. Ovvio che le integerrime istituzioni hanno ulteriormente alzato il tiro e schiacciato gli ultras sotto il peso dello screditamento continuo, affinché non passasse mai che il confine fra “buoni” e “cattivi” fosse un tantino diverso, per non dire inverso, rispetto a quel che vorrebbero far credere.
Vabbe’, al netto di tutte queste considerazioni sparse, 40 persone sono state poste sotto daspo e denunciate a vario titolo, i reati gravissimi di cui si sono macchiati sono: lancio di corpi contundenti, travisamento e istigazione alla violenza. Praticamente il nulla, ed è ben immaginabile come andrà a finire davanti al giudice, sempre ammesso che lo stesso non sia prevenuto. Nel frattempo però tutti pagheranno a priori con questa “sanzione amministrativa” che puzza tanto di arbitraria discrezionalità lasciato nelle mani della polizia, una pericolosa commistizione fra potere esecutivo e giudiziario degna delle peggiori dittature.

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