Il 5 marzo è una data storica per il calcio anconetano, in quel giorno del 1905 infatti, in un piccolo sgabuzzino a ridosso del teatro “Le Muse”, in pieno centro città, nasce l’Unione Sportiva Anconitana. Ai tempi il calcio non era ancora diffuso nella nostra penisola e le partite si disputavano per lo più contro marinai inglesi presenti nel porto cittadino, poi un giorno un giovane anconetano, Pietro Recchi, trovatosi a Liverpool per lavoro, dopo aver assistito ad una partita di calcio dei Reds si innamorò a tal punto di questa squadra inglese da usarne i colori sociali per l’appena nata Anconitana.

Il 5 marzo 2025, esattamente 120 anni dopo, pur tra mille difficoltà societarie la maglia rossa è ancora nel cuore del popolo anconetano e quest’oggi ci si ritrova a festeggiare questo importantissimo traguardo proprio nel derby contro la Sambenedettese. Certo, in questi 120 anni il calcio è cambiato, sempre più soldi e interessi, sempre meno anima popolare e soprattutto sempre più restrizioni per i tifosi, non a caso il settore ospite resta tristemente vuoto.

La curva Nord di casa, all’ingresso delle squadre in campo, alza numerosissimi stendardi e uno striscione con la scritta “TRASFERTE LIBERE” portando lungamente avanti un coro contro il calcio moderno fino all’ottavo minuto di gioco, quando la loro squadra passa in vantaggio grazie ad un calcio di rigore. Un vantaggio che fa esplodere la Nord che, da quel momento, si segnala per cori sempre più incisivi, corroborati anche dalla presenza dei gemellati storici di Genoa, Ferrara e Cosenza al loro fianco.

Durante i primi 45 minuti di gioco, sia gli undici in campo che gli ultras sugli spalti offrono uno spettacolo degno di questo derby, colorando il settore caldo del tifo con striscioni, bandiere e una meravigliosa sciarpata. Il secondo tempo però l’Ancona ha una netta involuzione trasformandosi nell’esatto opposto, poco incisiva e molto permissiva tanto che gli ospiti passano in vantaggio e la curva per alcuni minuti sembra accusare il colpo; ma la parte centrale si rialza e continua a sostenere la squadra con manate e cori che poi pian piano coinvolgeranno il resto dei presenti.

La partita sembra destinata all’ennesima delusione per i locali ma proprio in pieno recupero, la squadra agguanta il pareggio che ripaga la bella prestazione del popolo biancorosso, evitando di rovinar loro la festa nel giorno del proprio compleanno. A fine gara, abbraccio virtuale fra tutti sotto il settore degli ultras: non saranno i migliori dei loro giorni, da augurargliene altri mille come questi, ma la storia nella sua ciclicità è lì a ricordarci che dopo la sofferenza tornerà anche per loro il momento di gioire.

Francesco Fortunato