Frosinone e Verona tornano a sfidarsi a distanza di un anno. Una stagione dopo il campionato di Serie A che ha visto scendere in cadetteria ambo le formazioni e che attualmente vede ciociari e veneti in lizza per tornavi direttamente dalla principale porta d’accesso. Quella dello scorso anno fu una sfida segnata dalle tensioni registratesi prima del match e, neanche a dirlo, la sfida è marchiata con il bollino rosso dall’Ossevatorio e dalla Questura locale che per l’occasione dispone un ingente servizio d’ordine.

I postumi del Bari-Benevento, a cui ho assistito la sera precedente, con tanto di pioggia e freddo, si fanno parzialmente sentire. Ciononostante l’incontro del Matusa è uno dei più importanti per la stagione delle due squadre e non posso assolutamente esimermi dal mio compito di partitellaro.

I biglietti per i settori di casa sono stati polverizzati nei primi giorni di prevendita, mentre all’ombra dell’Arena i tagliandi staccati sono solamente 161. Un numero ridotto dovuto forse all’andamento altalenante dell’Hellas in queste ultime giornate, anche se era lecito aspettarsi qualcosina in più considerando il grande bacino a disposizione della tifoseria veronese e l’ottimo posizionamento in classifica. C’è da dire che mai come in questi anni quantità non fa rima con qualità, pertanto se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno: chi ha deciso di seguire i ragazzi di Pecchia lo ha fatto con la ferma e precisa intenzione di sostenerli per tutta la partita.

Dopo il solito slalom tra i palazzi che circondano il Matusa ritiro il mio accredito ed entro in tribuna. Manca un quarto d’ora al fischio d’inizio e gli spalti offrono davvero un bel colpo d’occhio. Con il passare del tempo la Nord comincia a sistemarsi per esibire la propria coreografia all’ingresso delle due squadre: tantissime bandierine gialle e azzurre colorano il settore per un risultato davvero molto bello. Come mi dico spesso: la semplicità paga sempre. Bandierine e sciarpe (assieme a torce e fumogeni) sono un’eterna garanzia di successo. E questa ne è l’ennesima dimostrazione.

Dall’altra parte i veneti non offrono nulla di particolare sotto il piano coreografico ma si mettono subito in mostra con i loro classici cori e le prime offese ai supporter dirimpettai. Il classico “Voi siete sporchi terroni” risuona forte generando i fischi dei tifosi frusinati e la solerte risposta della Nord. Lo scontro dialettico interrompe saltuariamente il tifo delle opposte fazioni.

Un tifo che da parte veronese si mantiene costante e compatto per tutto l’incontro. Come detto il numero risicato aiuto a non sprecare voce e a fare gruppo. Oltre a fornire un impatto visivamente buono, aiutato anche dalle classiche pezze attaccate in balaustra.

Come capita spesso in queste occasioni la Nord è carica e fa immediatamente sfoggio dei propri cori e dei propri bandieroni. Il tifo ha un’impennata dopo il rigore (che risulterà decisivo) realizzato da Dionisi nel primo tempo e si mantiene su ottimi livelli per tutto il match.

Al fischio finale vero e proprio tripudio per la vittoria del Frosinone. Un successo che lancia i ciociari in testa alla classifica e getta momentaneamente l’Hellas fuori dalle prime due posizioni (per la contemporanea affermazione della Spal sul Perugia).