A distanza di un paio di mesi dall’ultima partita del San Marino a cui avevo assistito, ritorno allo stadio di Serravalle spinto anche dalla curiosità di rivedere all’opera la tifoseria ospite della Vis Pesaro. Rigenerata anche dal buon momento dello loro squadra, dopo svariate annate di completo anonimato in categorie persino inferiori alla Serie D. Con una coda di fallimenti e successivi ripescaggi, quest’anno la squadra si sta ben comportando, occupando stabilmente la zona medio-alta della classifica, mentre la formazione locale del San Marino si trova più in basso in classifica, lontana dai rischi ma anche dai sogni di promozione.
Il pubblico che segue la squadra di casa, come sempre, si attesta su numeri decisamente bassi: il San Marino non è mai riuscito a conquistare particolari simpatie a queste latitudini, neppure ai tempi dell’allora Serie C1, figuriamoci da quando è retrocesso dalla Lega Pro e disputa campionati di Serie D, tra l’altro senza particolari ambizioni di alta classifica.

Chi non manca mai sono i ragazzi del Nucleo 2000 che, seppur in pochi, cercano di darsi da fare per farsi sentire e incitare la loro squadra del cuore. Con qualche bandierina cercano di restituire anche un po’ di colore nel grigiore totale che aleggia nell’immensa tribuna, decisamente troppo dispersiva visto il numero dei presenti.

Nella tribuna di fronte trovano posto gli ospiti, giunti dalla vicina Pesaro in oltre 150 unità, con larga
rappresentanza del tifo organizzato, raccolto dietro le proprie pezze. Orfani dello storico gruppo degli Ultras Vis Boys, da svariati anni la pezza di riferimento è quella della Vecchia Guardia 1979 che, assieme a Pesaro Ultras 1898, cresciuti esponenzialmente negli ultimi tempi, ha raccolto il testimone del comando della Curva.

Arrivati un po’ allo spicciolata, nel giro di pochi minuti si compattano dietro i loro stendardi e all’ingresso delle squadre in campo sventolano bandiere e mostrano due aste, con il primo coro dedicato proprio a quel Filippone già omaggiato con la pezza “Filo Kapo”.

Durante i 90 minuti, il tifo si mantiene su buoni livelli: sono pochi i tempi morti e quando si vuole rifiatare, si opta per le manate, con il settore che si presenta comunque sempre bello, colorato e attivo.

Qualche pausa di troppo, come è logico aspettarsi, si registra invece tra le fila dei padroni di casa, con le poche unità che compongono il gruppo a cui risulta davvero difficile reggere il confronto del tifo con i marchigiani. Bisogna comunque lodare i volenterosi ragazzi del Nucleo, che cercano come possono di essere presenti per sostenere la squadra che rappresentano.

Tra le due tifoserie nessun coro ostile o sfottò, gli unici cori che i Pesaresi cantano sono contro i Riminesi, nel secondo tempo, seppur da molti anni le due squadre non disputino lo stesso campionato, entrambe nell’ultimo decennio vittime di fallimenti vari e campionati altalenanti.

Sul campo finisce in parità, sugli spalti sono senza dubbio gli ospiti ad aggiudicarsi la partita del tifo, potendo contare su una tradizione e una cultura, calcistica e ultras, decisamente superiore.

Gilberto Poggi.