Quella del “Veneziani” fra Monopoli e Foggia è una di quelle gare che evoca gli antichi fasti della terza serie calcistica italiana, quando queste due squadre si affrontavano in incroci epici, resi tali soprattutto dalla grandissima partecipazione popolare.

In tempi moderni, quella fra biancoverdi e rossoneri, sui retaggi di quel passato turbolento, è diventata una partita a cui spesso e volentieri hanno potuto assistere i soli tifosi della squadra di casa. In più di un’occasione, la terribile accoppiata formata da Osservatorio e CASMS ha chiuso il settore destinato agli ospiti, anche allorquando gli stessi non sarebbero mai sopraggiunti per manifesta contrarietà alla tessera del tifoso. Il paradosso è che questa volta che una parte della tifoseria foggiana s’è tesserata (nel caso specifico quella di stanza in Curva Sud, mentre la Nord continua a boicottarla) l’acquisto dei biglietti è accessibile anche a loro.

E la presenza odierna dei foggiani è davvero molto bella. Nei numeri, che non si vedevano da tempo immemore al seguito dei Satanelli in trasferta, e nella composizione, schiettamente ultras e ben lungi da quella macchiettistica e desolante che invoca “pace tra gli ultras” e serve solo alla riduzione semplicistica della realtà dell’opinione pubblica ipocrita ed ignorante in materia. Ultras è molto altro, è una ricchezza di sfumature e di contraddizioni anche controverse, spesso persino stigmatizzabili se vogliamo, ma di certo patrimonio aggiunto di passione e amore nel novero di questo sport. Se il calcio è assurto a iconografia popolare, con il suo carico di espressioni e significati diventati universali, non è certo per la recente sterilizzazione massiva e la normalizzazione coatta da Stato di Polizia. Quella andrebbe bene solo per il “Progetto Ludovico” di Burgess, reso famoso cinematograficamente da Kubrick.

Record stagionale di spettatori per l’impianto monopolitano e bella anche la cornice di pubblico che offrono i padroni di casa, il cui settore appare pieno e deciso a rispondere colpo su colpo ai dirimpettai, galvanizzati dall’ottima stagione della loro squadra. Meno colorati rispetto ai loro standard, ma offriranno un certo ritorno in termini di colpo d’occhio grazie ad alcuni striscioni, i più significativi dei quali dedicati a Clelio, gemellato teatino che troppo presto ha lasciato i suoi amici, ma soprattutto quel “Sovversivamente” (con la parola “Mente” evidenziata in verde) affiancato ad un bandierone per celebrare lo storico traguardo dei trent’anni di vita dei “Bad Boys”.

In campo, in questa trasferta non scevra di insidie, la spunta il Foggia con il più classico dei risultati, riconquistando la vetta della classifica a scapito del Lecce. Uno stuolo di bandiere, una sciarpata, un ottimo impatto visivo e canoro ulteriormente amplificato da diverse torce ad intermittenza, con l’abbraccio finale fra squadra e tifosi a coronamento di questa serata perfetta. Gli antichi fasti di queste due tifoserie e di questa sfida sono stati senza dubbio rinverditi, non resta che rincorrere sogni di gloria al futuro che sappiano essere all’altezza delle aspirazioni e delle spessore delle tifoserie stesse.

Testo di Matteo Falcone.
Foto di Gabry La Torre.