Allo stadio “Quinto Ricci” di Aprilia arriva il Giugliano capolista. Essendo diretto a Latina – per la sfida tra i nerazzurri ed il Bari – approfitto della papabile “doppietta” agevolata dai diversi orari delle due partite e dalla vicinanza delle due città.
Per arrivare a destinazione, come spesso mi capita quando il traffico lo permette, opto per varie strade interne anziché per la meno panoramica Pontina. Valicando i Castelli Romani la pendenza è a tratti talmente ripida che la macchina sembra quasi andare da sola, e la vista (seppur in lontananza) del mare richiama sapori di un’estate che lentamente si avvicina. Ma oggi è il giorno del pallone e quindi non c’è posto per ombrelloni, asciugamani e frivole chiacchiere da spiaggia.
Arrivo all’esterno dello stadio quando mancano venti minuti al fischio d’inizio. Lo schieramento di forze dell’ordine è discreto, sebbene il match vedrà protagonisti i soli ultras campani. Il tifo organizzato apriliano è infatti assente da diverso tempo, credo (ma non ne sono sicuro, quindi chiedo venia se questa ipotesi risulti errata) a causa dei vari avvicendamenti societari che negli anni sono andati anche ad intaccare il nome del club. La presidenza Pezone ha infatti, immancabilmente (sic!), apposto il marchio di fabbrica Racing prima davanti al nome tradizionale e successivamente in forma di suffisso.
Dunque, sebbene le presenze casalinghe oggi non siano del tutto scarne, non c’è alcuna base di tifo organizzato. In compenso ci penseranno alcuni bambini della scuola calcio a movimentare la gradinata, “inventando” cori al momento e offendendo ripetutamente gli avversari nella ripresa, senza trovare ovviamente risposta. Magari non sarà una cosa gradita ai portatori di mentalità, ma da spettatore neutro devo dire che mi ha fatto sorridere. Nell’epoca del politicamente corretto e del buonismo da quattro soldi veder una decina di ragazzini intonare cori da stadio, spesso e volentieri demonizzati, mi fa capire che forse non è poi tutto perduto.
Gli ultras del Giugliano fanno il loro ingresso quando manca poco all’inizio delle ostilità. Tutti compatti, creando una sorta di piccolo corteo e raggiungendo il settore ospiti posizionandosi alla mia sinistra. Ho letto diverse critiche sui loro numeri quest’oggi, così – essendo presente – voglio permettermi di dire la mia. Se un tempo anche io ero molto più caustico nei commenti sulle presenze, quest’oggi cerco sempre di bilanciare i tanti fattori che concorrono e hanno concorso all’allontanamento della gente dallo stadio. Fermo restando che qui, come altrove, mi sembra logico che il problema riguardi più che altro il seguito “normale” e non lo zoccolo ultras.
Vanno ricordati inoltre due fattori fondamentali: i tigrotti negli ultimi quindici anni sono rimasti invischiati in diversi fallimenti e il molti campionati deludenti. E questo non aiuta certo a creare un vasto seguito popolare. Giugliano è inoltre a un tiro di schioppo da Napoli e – piaccia o meno – è ovvio che soprattutto in giornate come queste, con gli azzurri impegnati alle 15 contro l’Atalanta, in molti optino per il grande club. Succede qui come succede altrove, soprattutto quando vicino c’è la grande metropoli che fagocita calcisticamente tutto il resto.
Come accennato, tuttavia, il contingente ultras (che deve fare i conti con numerose diffide accumulate negli ultimi anni) c’è e porta avanti il suo discorso in maniera più che dignitosa. Devo dire che rispetto alla performance vista in quel di Artena, quest’oggi i ragazzi della Liternum metteranno in scena una prova davvero superba. Malgrado la debacle della loro squadra – che esce sconfitta con un 3-0 senza appello – i supporter giuglianesi non smettono un solo minuto di cantare, far rimbombare i loro cori a rispondere e le loro manate. Hanno uno stile molto partenopeo a cui, però, viene saggiamente aggiunto l’utilizzo di un tamburo suonato in modo non invasivo. Se devo fare un appunto, secondo i miei gusti ovviamente, forse sarebbe bello vedere anche qualche bandiera in più. Cosa che personalmente non credo neanche cozzi con lo stile total black che va di moda oggi.
Come detto, il campo non ammette repliche. Il Giugliano capitombola per la seconda volta consecutiva in trasferta e anche in maniera rovinosa. Benché il vantaggio sulla Torres permetta un discreto margine di errore, per i campani sarà un finale arduo se il trend al di fuori delle mura amiche continuerà ad essere questo.
Quando raggiungo la mia macchina sento ancora i tifosi gialloblu cantare senza sosta. È stata la classica giornata in cui di fronte a una squadra spenta e zoppicante, si è presentata una curva motivata e con la voglia di lasciare il segno. Credo che lasciare uno stadio sentendo ancora la voce degli ultras anziché qualche pacchiano starnazzare dello speaker di turno sia un lusso sempre più raro. Tanto vale la pena goderselo!
Simone Meloni