Una partita del genere è per la serie D un lusso, le due tifoserie si sono incontrate svariate volte in serie C e non sono mai state sfide banali, perciò anche in quest’occasione la macchina organizzatrice di entrambi gli schieramenti si mette in moto ben prima della settimana nevralgica. A mettersi in moto per l’evento c’è pure la questura di Arezzo che predispone però un servizio d’ordine abbastanza approssimativo, tanto che saranno notevoli le criticità venute a galla alla fine della giornata.

Ma partiamo pure dall’inizio, con gli aretini che si segnano a pennarello rosso questa data sul calendario ed infatti decidono di allestire una coreografia che definirei, senza possibilità di essere smentito, da categoria superiore. Sull’altro versante gli ospiti polverizzano i biglietti a loro disposizione e si mettono in marcia con la solita carovana di mezzi privati e pure tre pullman.

Il prepartita non è propriamente dei più tranquilli, alcuni mezzi di tifosi livornesi si trovano in una zona pattugliata dai padroni di casa e come succede spesso in questi casi, un’offesa di troppo ed un gesto di sfida ed il dado è tratto. Le forze dell’ordine sono totalmente impreparate, strano perché ad Arezzo hanno ospitato tifoserie di un certo spessore, perciò alle spalle dovrebbe esserci un’esperienza pluriennale, invece in questo pomeriggio l’evento è stato sottovalutato oppure c’è stato qualche evidente errore organizzativo. A memoria ricordo un derby contro il Pisa con la zona stadio opportunamente chiusa al traffico, in altre occasione, come altre partite contro il Livorno, il percorso dall’uscita autostradale allo stadio era praticamente obbligato per la tifoseria ospite ed invece in questa occasione il tutto è sembrato affrontato con troppa superficialità. Non è stato un far-west come qualcuno vorrebbe far pensare o far credere, ma insomma la questura non ne è uscita bene anche se chiaramente, a voler dar credito a quel che si legge sui giornali, le colpe sono tutte e solo da una parte.

La Curva Sud mostra numeri più che interessanti nonostante una conformazione del settore che proprio non può definirsi congeniale: eccessivamente sovradimensionata è la classica curva anti-ultras, dove è difficile coordinare e fare gruppo. In barba a questa pecca che ormai la tifoseria aretina si porta dietro da anni, il tifo non è sicuramente mancato come la classica voglia di stupire con una coreografia che ha visto impegnata l’intera Sud: bandierone che viene fatto calare dall’alto, rigorosamente fatto a mano, striscione a sormontare il disegno e contorno di cartoncini amaranto. Nella sua semplicità, resta l’originalità del messaggio inviato ed i soliti complimenti per una realizzazione praticamente perfetta.

La tifoseria livornese, dopo il prepartita piuttosto animato, entra pochi minuti prima del fischio iniziale del direttore di gara, il tempo di attaccare pezze e striscioni e le squadre sono già a sfidarsi sul terreno di gioco. Livornesi che sono ben organizzati, un paio di lanciacori si mettono sulla recinzione a coordinare il tifo, gli ultras fanno gruppo a centro settore e fin dalle prime battute i cori sono autentici boati, ben eseguiti e perfettamente ripresi. Ottimo pure il continuo sventolio di bandiere e bandieroni che donano quel bel tocco di colore che specialmente in trasferta fa la differenza. Livornesi che con la voce sono praticamente un rullo compressore, non hanno un minuto di pausa ed incitano perfettamente la squadra. Non mancano durante l’incontro le offese reciproche, il tasto è ciclicamente toccato da entrambi gli schieramenti che non se le mandano troppo a dire.

Nella seconda frazione di gioco, nel settore ospite viene aperto uno striscione che probabilmente avrebbe dovuto essere esposto ad inizio partita, “Noi vogliamo 11 leoni” è il messaggio della Curva Nord versione trasferta e ciò viene contornato da un buon numero di bandierine bianche ed amaranto. Anche in questo caso il colpo d’occhio non è affatto male. La ripresa segue il leit motiv della prima frazione, le due tifoserie si sfidano a colpi di cori ed il risultato è decisamente buono. Gli ospiti trovano il tempo per ricordare il gemellaggio con i greci dell’AEK di Atene ed il coro che accompagna lo striscione non fa altro che rimarcare un rapporto che sembra più saldo che mai. Nel settore ospite non c’è un attimo di sosta, gran parte dei presenti partecipa al tifo ed il risultato è quanto mai apprezzabile.

Sull’altro versante, il culmine si raggiunge quando l’Arezzo, benché in inferiorità numerica, raggiunge il pareggio. La Curva diventa letteralmente il dodicesimo uomo in campo e spinge una squadra che non sembra accontentarsi del punto e prova a fare bottino pieno. La partita, pur non essendo tecnicamente eccelsa, è decisamente vivace con tanti errori da una parte e dall’altra ma anche con altrettanti emozionanti capovolgimenti di fronte, il tutto esalta un pubblico che continua imperterrito a sostenere le squadre.

L’incontro termina però con un salomonico pareggio, il tempo di scambiarsi gli ultimi insulti di rito e poi è il momento del deflusso con la tifoseria ospite che viene lasciata per quasi un’ora dentro il settore per fare sfollare i padroni di casa. Le forze dell’ordine non vogliono farsi trovare nuovamente impreparate ed incolonnano i mezzi dei livornesi in un lungo torpedone ma anche in questo caso non riescono a controllare quelle vetture che si trovano a circa metà colonna, ne segue un lancio di oggetti di alcuni aretini ed il conseguente ed inevitabile caos. Decisamente un pomeriggio molto movimentato.

Valerio Poli