Come tutti i derby toscani, anche questo tra Siena ed Arezzo riserva un fascino tutto proprio, con due città divise da un’antica rivalità che affonda le radici nella notte dei tempi e con due tifoserie che anche in passato hanno dimostrato di non flirtare più di tanto.

C’è poi l’aspetto sportivo da non trascurare, il Siena è attualmente al primo posto in classifica, frutto di una lunga rincorsa alla capolista Livorno che finalmente è stata raggiunta e superata, mentre per l’Arezzo fare punti è d’obbligo vista l’ennesima penalizzazione che tra qualche giorno inficerà sulla classifica.

Situazione societaria in casa amaranto che sembra, e qui è d’obbligo usare il condizionale, virare verso lidi più tranquilli, il fallimento appare scongiurato cosicché la squadra dovrebbe finire il campionato e poi verranno gettate le basi per il futuro. La situazione è ancora in fase di stallo ma i nuvoloni neri che si addensavano sulla gloriosa società, sembrano pian piano disperdersi. Il tempo ci dirà che ne sarà di una squadra che intanto sta onorando in pieno il campionato, in barba alle difficoltà oggettive che vengono vissute fuori del terreno di gioco, squadra e mister dimostrano con i fatti che il campionato non è affatto chiuso.

A soffiare sul fuoco ovviamente c’è la Curva Sud che in questo periodo di difficoltà ha saputo compattarsi, risvegliare una città, attivarsi concretamente per portare dei benefit alla squadra. A veder dai recenti risultati, l’obiettivo è stato centrato in pieno.

A Siena l’attesa per il derby è tanta, lo dimostrano i tifosi e gli ultras che organizzano la trasferta in maniera capillare, cercando di non lasciare nulla al caso. Gli ultras optano per il treno, il ritrovo fuori la stazione è fissato alle 14, la partenza per le 14:43. L’adrenalina non manca, il treno offre sempre il proprio fascino e perciò lo zoccolo duro della curva si muove praticamente compatto su rotaia ed una volta arrivato alla stazione di Arezzo, viene preso in consegna da un nutrito numero di forze dell’ordine che vigila in maniera accurata. I Fedelissimi riescono ad organizzare 5 pullman e qualche altro torpedone viene infine organizzato pure dalle singole contrade, che per l’occasione mettono da parte dissidi ed antiche rivalità per portare in alto il nome di Siena.

Fuori lo stadio, uno striscione ricorda un giovane tifoso aretino, Francesco Renzetti, deceduto in un incidente stradale. Al ragazzo la squadra dell’Arezzo dedicherà la vittoria.

All’interno dello stadio, nel settore ospite, i senesi attaccano pezze e striscioni dei gruppi, il colpo d’occhio non è affatto male anche perché a livello numerico siamo intorno alle ottocento unità, numero da non disdegnare assolutamente. Ad inizio partita i bianconeri colorano il settore con numerose bandierine bianco e nere ed anche sull’altro versante bandiere, bandieroni e parecchie bandiere a due aste donano un bel tocco di colore. Da segnalare il bel bandierone nuovo degli “Arezzo ovunque”, come al solito disegno ricercato e frase ad effetto, lo stile degli aretini è ormai un must.

Curva Sud che si esalta nelle difficoltà e sfodera una prestazione tutta grinta e cuore, il tifo conosce pochissime pause e riesce a trascinare la squadra. Tanti battimani per i padroni di casa ma il colore non viene assolutamente lasciato da parte visto che la curva in diverse circostanze della gara, fa bella mostra di bandierine e bandiere a due aste.

Come ogni derby che si rispetti, oltre ai consueti cori offensivi, non possono mancare gli striscioni di carta dove imprimere i pensieri ed in questo pomeriggio gli amaranto punzecchiano in un paio di circostanze gli avversari odierni. Ovvia la risposta sull’altro versante dove i senesi, dopo una buona partenza, calano vistosamente, probabilmente il pubblico è più interessato al terreno di gioco che non al sostegno vocale. Del resto la squadra bianconera va sotto a causa della rete firmata da Cutolo e poi non riesce più a riprendersi, perdendo contemporaneamente la partita e la testa della classifica.

Scontata la gioia del pubblico aretino, altrettanto scontata l’amarezza del popolo senese che vede il Livorno mettere la freccia proprio quando la promozione diretta sembrava un traguardo più che possibile.

Testo di Enrico Passuello.
Foto di Sauro Subbiani.