A causa di un refuso redazionale, l’articolo relativo alla gara Modena-Spezia é stato inizialmente pubblicato privo di tutta una serie di foto che, ne siamo certi, possono aiutare a capire meglio la situazione attuale della Curva Montagnani.
Riteniamo quindi opportuno tornare a pubblicarlo, completo in ogni sua parte.
Ci auguriamo che apprezzerete, malgrado il ritardo.

Faccio la mia apparizione al Braglia per la prima volta in questa stagione e mi trovo di fronte a tante novità di cui, in realtà, ero già a conoscenza, avendo seguito a distanza, durante l’estate, le ultime vicende in casa modenese. Tanto per cominciare, lo scioglimento del gruppo Curva#Sud, rimpiazzata nell’immediato, dai soli ragazzi delle Vecchie Brigate, i quali durante l’estate hanno lanciato numerosi appelli a favore di una riunificazione delle diverse anime, vecchie e nuove, del tifo ultras modenese, sollecitando in particolare il ritorno in curva di tutti coloro che nel corso degli ultimi dieci anni se ne erano allontanati.

Personalmente, ritengo che la fine di #CS abbia lasciato un vuoto non indifferente all’interno della curva Montagnani, visto l’impegno con cui hanno portato avanti il movimento modenese negli ultimi anni, contribuendo alla crescita di una nuova generazione di ultras. Capisco quindi l’amarezza di tutti quei ragazzi che tanto hanno dato alla curva modenese in questi anni, soprattutto di coloro che hanno pagato o ancora stanno pagando in prima persona per le vicende legate alla curva stessa. Ed il vuoto lasciato dai #CS, quest’oggi è colmato dalla presenza di ben due nuove realtà. Da una parte, in corrispondenza del balconcino centrale precedentemente occupato dagli stessi #CS, appare un drappo con la scritta Nucleo Offensivo con tante facce giovani tutto intorno. Al loro fianco, noto la presenza di diversi volti noti della curva, personaggi storici dell movimento ultras modenese che fanno capo alle Vecchie Brigate. In basso a destra, si distingue un altro gruppo, molto compatto, che si raggruppa dietro il drappo con la dicitura 059. Anche qui, mi pare di riconoscere alcune facce note riconducibili a vecchi gruppi della Montagnani come Ultras MFC e Sezione, in mezzo a tanti ragazzi più giovani. A ben pensarci, si delinea un quadro che rimanda al passato della curva modenese, quando i gruppi attivi all’interno della Montagnani erano più d’uno.

Il sostegno che ne viene fuori, a livello di decibel, è di buon impatto. E non potrebbe essere diversamente, visto il numero di persone che partecipano ai cori. Questi, principalmente partono dal settore centrale, quello occupato da Nucleo Offensivo e Vecchie Brigate, per essere poi raccolti e portati avanti dai ragazzi degli 059 e da tutti quei ragazzi che si posizionano in mezzo ai due gruppi .Tanti, infine, i battimani che accompagnano il sostegno vocale, per un risultato complessivo che è senza dubbio di buon effetto.Anche in Gradinata l’estate appena trascorsa ha portato una ventata di novità.

Il Gruppo Gradinata formatosi spontaneamente negli ultimi due anni, raggiungendo un buon numero di partecipanti che davano vita ad un sostegno di pregevole livello, si è letteralmente sfaldato. Di fatto, solo una piccola parte di questi ragazzi sono rimasti al loro solito posto. La maggior parte, invece, si è spostata dietro il vessillo Tradizionalmente o, come nel caso dei ragazzi meno giovani, nella parte alta della gradinata, questi ultimi chiamandosi di fatto fuori da un discorso di sostegno vocale alla squadra, almeno per il momento.

Sul fronte opposto, ossia in curva ospiti, è presente un nutrito contingente di ultras spezzini. Anche quest’anno si presentano ai nastri di partenza carichi di entusiasmo, al seguito di una nuova compagine, ancora una volta costruita per tentare il grande salto in Serie A. Così come in passato, sono autori di una buona prova di tifo, con tanti cori e battimani durante tutto l’arco della partita.Come sempre, mi lasciano una buona impressione e, in più di un’occasione, riesco anche a sentire alcuni dei loro cori.Chissà se, per loro, sarà questo l’anno della svolta.

Foto di Giangiuseppe Gassi e Francesco Passerelli

Testo di Giangiuseppe Gassi
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