Riceviamo questa email e ne pubblichiamo il contenuto che, seppur carico di forte “vis” polemica, apre il dibattito sulle varie questioni legate alla tessera ad un più vasto campo di valutazioni.

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Gentile Redazione di “Sport People”,
vi scrivo questa lettera a seguito del comunicato dei Materani da voi appena pubblicato. Lungi da me farne una questione personale, non ce l’ho con loro che non conosco, non li ho mai affrontati da avversario e sono parecchio distanti da me geograficamente. Prendo solo spunto – per fare poi considerazioni più generali – dal loro già citato comunicato che, seppur ammirevole nella scelta annunciata, seppur contrario alla moda recente che, in certo qual modo, possiamo definire di resa delle vecchie regole di ingaggio alla lotta contro la tessera, si muove sullo stesso identico cliché di tutti i comunicati ultras dell’ultimo periodo, tutti sempre uguali, a prescindere che siano pro o contro la tessera del tifoso. 

Su tessera del tifoso, voucher e away la gente ha davvero le idee molto confuse. Oppure cerca solamente di arrampicarsi sugli specchi per quel retaggio antico di darsi sempre una parvenza di etica e moralità superiore in ogni scelta che fa: siete tifosi? Tifate cazzo, basta con queste menate da preti o da filosofi! 
Ogni singola scelta è rispettabilissima in quanto personale e frutto di un percorso o di un’analisi della propria realtà che solo i diretti interessati possono conoscere bene e sulla conseguenza della quale prendere le opportune decisioni. 
Volete fare la tessera? Volete fare solo il voucher? Volete fare anche la away? Non volete sottoscrivere alcun tipo di tessera? Fate quel che volete, ma non vi avventurate nei territori delle analisi morali o peggio ancora di quelle tecniche che non avete approfondito. Basta con il ripetere come uno sguaiato rosario le litanie degli avvocati che, nel loro pur ammirevole lavoro, restano pur sempre avvocati, gente che in altre circostanze sostiene semplicemente le strategie più convenienti: quante volte dopo una denuncia allo stadio, pur non avendo compiuto materialmente voi il fatto incriminato vi siete sentiti dire “Ti conviene patteggiare, ne esci prima e meglio” oppure “Dichiarati estraneo anche se c’eri, perché non hanno né video, né foto e né niente altro in mano”? Anche con la TdT (e derivati) è la stessa cosa, si è patteggiato con l’accusa e si è cercato di portare a casa il migliore risultato possibile. Nulla di più. È una strategia, appunto, ed anche giustissima nella logica spicciola della sopravvivenza, ma la realtà è diversa e lo sapete, lo sappiamo tutti, è inutile tra di noi raccontarsi favole a difesa di una presunta moralità che poi, all’atto pratico, è stata già ammazzata parecchi anni fa a coltellate e si è continuato ad infierire sul suo cadavere con agguati sproporzionatamente infami o persino a colpi di pistola.

Non vi sedete sulle frasi fatte che si sentono in giro, la stragrande maggioranza delle quali sono sontuose puttanate. In determinati casi specifici, viene davvero da pensare alla malafede per come viene mistificata e stuprata la realtà dei fatti.
L’articolo 9 c’è sulla tessera, sui voucher (o home che dir si voglia), sulle away e pure sui singoli biglietti: non venite a raccontarci che “non fate la tessera perché rifiutate l’articolo 9” e poi vi fate anche solo il biglietto; non venite a dirci che l’articolo 9 si attua sulla Tessera propriamente detta ma non sulla Home (voucher) o sulla Away; non venite a dirci che l’articolo 9 si attua sulle varie tessere e non sui biglietti. L’unico modo per rifiutare l’articolo 9 è boicottando il circo dei pagliacci che è diventato il calcio chiamandosene fuori. Se avete le palle di fare una scelta così estrema, per quanto autolesionistica in certi versi, allora sì che avrete rifiutato l’articolo 9 in toto. Il resto risparmiatevelo e risparmiatecelo, ancora di più se non sapete o non siete sicuri di quello che dite o se l’avete bevuto come oro colato dalle bocche altrui.
Tutti i tipi di tessere rientrano perfettamente e rispondono in ogni loro requisito al “Programma tessera del tifoso”, altrimenti Osservatorio e soci non l’avrebbero mai ratificato, per cui, anche in questo caso, non cercate di legittimare le vostre scelte al di fuori della sacrosanta libertà di scelta, raccontandoci che “facciamo la Home (voucher) o la Away perché non rientra nel programma tessera del tifoso”.

Idem con patate, con le storie del chip o della carta di credito prepagata che non era un obbligo bensì solo una “possibilità” che diverse società non hanno mai implementato nelle loro tessere, fin dalle primissime edizioni, per cui per quale motivo non ve le siete fatte da allora? Perché forse allora credevate di vincere questa battaglia contro Golia? Lasciate stare, quelle sono storielle per i libri, piuttosto ammettete candidamente che la vostra era una guerra di cartone, del tutto finta e del tutto sbagliata, che vi siete resi conto che non ne avete più voglia e che l’unica cosa che vi preme è rientrare allo stadio, a vedere la vostra squadra del cuore o a tornare a fare tifo e girare in gruppo, seppur limitatamente a quei fazzoletti di terra in cui il Sistema vi ha concesso ancora di muovervi.

La sottoscrizione della tessera Home o Away non passa attraverso il vaglio della questura, ma “le emettono le società in autonomia, basta solo portare una fototessera o farsi fare una foto dalla webcam in biglietteria”? Che ingenui, o che bugiardi, se preferite: anche il singolo biglietto viene emesso solo dopo il nulla osta del sistema “questura online” (o “Instant Issuring” per definirlo in altri termini) e non è questione di foto o meno, ma di daspo in essere o no, di volontà di continuare a tenere latente il famoso articolo 9 o di attuarlo finalmente come rappresaglia dopo la morte di Ciro Esposito e le minacce di Alfano di mostrare davvero il pugno duro.

La scelta è tra la padella e la brace. Tra vivere una passione accettando ciò che questo comporta, nel quadro del calcio moderno in cui anche il mondo del tifo si è dovuto inserire, oppure dire basta, rinunciare a malincuore ad una passione ma conservando integri quelli che si ritengono principi sacrosanti ed inviolabili, come quello della libertà e chiamarsi definitivamente fuori. Cosa che se si fosse fatta in massa e in tempi non sospetti, avrebbe senz’altro sortito effetti diversi, ma i “se” sono l’orpello inutile della storia e lasciano il tempo che trovano.

Tutti gli altri che hanno scelto di continuare ad essere e a fare i tifosi, sono liberi di farlo, ma basta cazzo con falsità e velleità moralistiche che non v’appartengono e a cui andate in deroga ogni qual volta acquistate un qualsiasi tagliando o varcate quei tornelli, a meno che non entriate a spinta, se mai fosse possibile.

Se proprio non riuscite a trattenere l’impellenza di dire a tutto il mondo se vi tesserate o no, almeno ditelo con chiarezza e non prendete per il culo nessuno, che prendete per il culo solo voi stessi. E limitatevi ai soli dati essenziali, appunto il fatto che vi tesserate o non vi tesserate, perché il resto, come detto, è roba da preti o filosofi o avvocati, non roba vostra.

Minamoto no Tametomo.