Posticipo serale al “Bruno Nespoli” di Olbia. Di fronte Arzachena ed Olbia con la neopromossa Arzachena che gioca formalmente in casa non essendo in possesso di uno stadio idoneo per la Serie C. Gli “ospiti” olbiesi sono numerosi e carichi a mille, si riuniscono nel pre-partita nel bar adiacente lo stadio e, tra una birretta e l’altra, fanno le prove generali per il tifo in gradinata scandendo potenti cori a ripetere.

Il tempo scorre veloce  e ci si riversa tutti nel settore per preparare striscione e bandiere necessarie per creare una piccola scenografia. Dal canto proprio, il settore biancoverde risponde innalzando sciarpe e bandiere.

Inizia la partita e gli ultras olbiesi la fanno da padroni, il settore, gremito, è in fibrillazione: i cori a ripetere che sembrano ruggiti, alternati ad altri attinti dal classico repertorio mostrano una gradinata in gran forma, mentre i tifosi dell’Arzachena, riuniti dietro lo striscione ONDA D’URTO, fanno quel che possono nelle poche pause loro concessegli: hanno buona volontà e riescono anche a farsi sentire imbastendo qualche buon coro.

L’andamento delle cose è ben diverso in campo e un’Arzachena concreta, cattivissima e per nulla intimorita si porta sul due a zero, scatenando l’entusiasmo dei propri sostenitori. Gli ultras olbiesi non ci stanno e con rabbiosi cori cercano di spronare la squadra in completa balia degli avversari.

Nella ripresa nulla cambia, l’Arzachena si porta addirittura sul tre a zero e a questo punto nel settore olbiese regna la delusione. In balaustra i coristi cercano di tenere alta la tensione, ma in queste situazioni è davvero dura. Entusiasmo  a mille invece tra i biancoverdi che prendono coraggio, improvvisano una sciarpata alternata allo sventolio di bandiere e intonano cori con una certa frequenza, aiutati sicuramente dal fatto che dalla parte opposta il tifo non ha più l’efficacia  della prima frazione di gioco.

Termina così la partita con i sostenitori dell’Arzachena che, increduli, festeggiano un meritatissimo tre a zero mentre gli ultras olbiesi, seppur delusi, applaudono ugualmente l’undici di mister Mereu.