Si gioca in anticipo al venerdì sera alle 21 questa interessante partita tra due squadre in salute, ma soprattutto due tifoserie di spessore della serie cadetta.
L’Ascoli pur tra alti e bassi, si trova al momento a metà classifica, a due punti dalla zona play off e sette dalla zona salvezza, mentre il Brescia è addirittura al secondo posto, a tre punti dalla capolista Palermo.
La temperatura è prossima allo zero ma la gente risponde bene, 5.400 gli spettatori. All’interno la nuova tribuna è ormai quasi finita, mancano solo le rifiniture per essere riaperta al pubblico, al pari della curva nord tornata ad ospitare la tifoseria locale con conseguente spostamento degli ospiti nel vecchio settore dei distinti, ora finalmente completato.
Saranno gusti ma a me queste nuove strutture costruite sopra le precedenti non mi hanno mai fatto impazzire, anzi preferivo di gran lunga la base originaria degli stadi “vecchio stampo”.
Stasera è un giorno molto importante, si ricorda l’indimenticato Costantino Rozzi a 25 anni dalla sua scomparsa: proprio il 18 dicembre del 1993 ci lasciava questo personaggio poi entrato prepotentemente nella storia ultracentenaria dell’Ascoli e un po’ in quella di tutto il nostro calcio. A celebrarne il ricordo sia la società, con dei bambini che depongono un mazzo di fiori proprio sotto la curva sud che porta il suo nome, sia gli ultras bianconeri.
In balconata, come per tutta la durata della sfida, campeggia la frase: “CON LA GRINTA DI COSTANTINO ARTEFICI DEL NOSTRO DESTINO”. L’entrata delle squadre in campo e l’inno dell’Ascoli fanno da preludio ad una sciarpata bella fitta, perfetta nella sua esecuzione. Subito dopo comincia la “sagra della torcia” in casa ascolana: dapprima una ventina circa di torce vengono accese in onore di Costantino Rozzi, poi tutto il resto della serata viene spesso illuminato da una dose di pirotecnica tanto suggestiva quanto rigenerante per gli appassionati del calcio e degli stadi che furono: vietare e criminalizzare a prescindere la pirotecnica, prima ancora che ne venga fatto un uso improprio, non fa altro che uccidere ancor di più un’atmosfera già ultimamente parecchio inflazionata negli stadi.
Nel settore ospiti pochi tifosi presenti, con gli ultras che tardano ad entrare perciò, gli ascolani sono gli unici protagonisti con buoni battimani a tutta curva ad accompagnare i cori. Dopo neanche dieci minuti, uno striscione ricorda Felice Pulici, portiere che vestì la maglia dell’Ascoli per tre anni, dal 1978 al 1981, collezionando 76 presenze, scomparso domenica a soli 72 anni dopo una lunga malattia.
Anche le bandiere vengono sventolate con buona lena e il sopraggiunto arrivo dei bresciani mette anche quel po’ di pepe e di rivalità che mancava alla sfida.
Nel secondo tempo i marchigiani migliorano l’intensità corale e limitano molto le pause, leggermente più ampie nella prima parte di gara. Tutta l’energia della curva viene fortunatamente concretizzata dalla squadra che trova il gol con il neo entrato Rosseti al settantacinquesimo. Esplode lo stadio per un’esultanza forte e prolungata che porta ancora una volta torce in diverse zone della curva, il cui tifo registra contemporaneamente alti picchi d’intensità.
Alla fine delude però il campo, dove il Brescia riesce a pareggiare all’ultimo minuto di recupero, ma nonostante l’amarezza partono comunque applausi per la squadra, in diverse circostanze all’altezza della vice capolista.
Passando ai sostenitori delle Rondinelle, il grosso dei bresciani arriva intorno al ventesimo del primo tempo sistemando subito lo striscione CURVA NORD BRESCIA, con gli stendardi belli in alto dietro di esso e numerosi stendardi intorno ad irrobustire ulteriormente il colore in balconata.
Cercano di recuperare l’assenza nei primi minuti effettuando subito un bel numero di battimani e intonando un forte “Brescia, Brescia”. Al quarantesimo arrivano anche i BRESCIA 1911 che vanno a sistemarsi nella parte sinistra del settore, sventolando tante bandiere biancoazzurre a creare un bell’effetto visivo, oltre lo stendardo 1911 che tengono a mano per tutta la durata dell’incontro.
Negli ultimi cinque minuti del primo tempo tifano all’unisono e risultano belli da vedere i battimani a tutto settore. Unico appunto, mi aspettavo qualcosa di più in termini numerici, anche se la partita al venerdì sera di certo non aiuta lo spostamento di molti tifosi.
Nel secondo tempo i lombardi effettuano una bellissima sciarpata, molto fitta, con l’aggiunta degli stendardi alzati e dei bandieroni che danno quel tocco di colore in più che non guasta mai. Per il resto, tifo sempre di livello e molto colorato, con un buon numero di battimani.
Anche dopo il gol del momentaneo svantaggio e con la bolgia creata dai padroni di casa, gli ospiti non si danno per vinti e continuano a farsi sentire anche con cori ostili ai rivali odierni. Quando ormai la partita sembra avviata verso la terza sconfitta per il Brescia, arriva il pareggio di Bisoli al novantaquattresimo minuto di gioco che fa esplodere il settore ospiti che ormai aveva perso qualsiasi speranza.
Si festeggia sventolando bandiere, cantando per la squadra ed effettuando battimani fino al fischio finale dell’arbitro Nasca di Bari. Finisce così con un pareggio una bella partita sia in campo che sugli spalti e cala il sipario sulla mia prima partita di un trittico che mi accompagnerà per tutto il week end.
Marco Gasparri