Per la 36a giornata della Serie C girone B si gioca Ascoli–Torres. Parto di mattina presto per arrivare “in Ascoli” almeno 3 o 4 ore prima della partita, in modo da poter fare il solito giro da turista per la città e rivedere sempre con piacere i suoi luoghi simbolo, piazza del Popolo denominata il salotto d’Italia fino a Piazza Arringo, il tutto accompagnato dal cartoccio misto con le famose olive ascolane e i cremini fritti, grandi eccellenze di questo territorio. Dopo la visita in centro, tappa nella sede degli ultras a salutare alcuni cari amici con i quali inevitabilmente, fra i tanti argomenti, si finisce a parlare del futuro dell’Ascoli Calcio.
Il tempo scorre velocemente spingendomi a raggiungere lo stadio laddove, dopo tante partite dell’Ascoli viste dai Distinti, oggi corono il sogno di calpestare il glorioso manto erboso dello stadio “Cino e Lillo Del Duca”. Emozione unica quella di entrare all’interno di quella che è stata la casa di grandi campioni come Walter Casagrande oppure Oliver Bierhoff o, come non ricordare, il grande capitano Adelio Moro. Mi sistemo dietro la Curva Nord dove gli ultras ascolani sono sistemati da un paio di anni in attesa della ricostruzione della loro Curva Sud. Doveva essere una situazione provvisoria ma come spesso succede in Italia, non c’è mai nulla di così definitivo come il provvisorio.
L’ingresso in campo vede il settore bianconero completamente gremito da tantissimi stendardi a due aste, sciarpe e i soliti bandieroni dei vari gruppi da “Black line” e “Shanghai” passando per “Avanguardia”. Cori possenti, cori a sostegno della squadra, cori contro l’attuale patron e cori contro i rivali della Sambenedettese, fresca vincitrice del suo girone di Serie D: il prossimo anno si annuncia uno dei derby più belli e sentiti d’Italia, a meno che la Lega non decida di dividere le due squadre in due diversi gironi e pure se quest’eventualità dovesse essere scongiurata, ci sarà sempre da fare i conti con i signori censori dell’Osservatorio.
Dalla lontana Sardegna arrivano 88 sassaresi. Sistemati i loro vessilli, evidenziano una netta suddivisione in tre gruppi, per quella che purtroppo sta diventando una consuetudine in tante Curve. Nonostante tutto i cori a sostegno della squadra sono univoci e ben coordinati. Belli i battimani e i cori a ripetizione. Ovviamente non mancano gli sfottò contro la principale compagine sarda, ovvero il Cagliari, anche in questo caso in virtù di una rivalità vecchia e fiera in barba ai tanti anni da cui le due compagini non si incrociano. Durante la partita viene alzato uno striscione per ricordare Claudio, applaudito da tutto il resto dello stadio. Il risultato sul campo infine, arride proprio agli ospiti che si impongono per due reti a una. Mancano due partite al termine della stagione regolare e all’Ascoli manca ancora un punto per evitare la lotteria dei playout. Traguardo alla portata ma prospettiva comunque imbarazzante per una piazza storica del nostro calcio con tante belle apparizioni in Serie A e B. Oltre i discorsi meramente calcistici, il futuro appare incerto e l’augurio agli ascolani è che prima o poi possano trovare un presidente almeno parzialmente all’altezza del grande Costantino Rozzi che faccia risorgere “la regina delle Marche”.
Pier Paolo Sacco







































