Il mio ritorno in UK dopo neanche un mese è salutato da un ottimo incipit: faccio il biglietto alla stazione di Verona per l’aeroporto (solo da lì c’è il diretto per Birmingham), la carta mi si incastra, addio carta. Morale della favola: torno nella terra di Sua Maestà senza soldi (goddamn…) ma con tanta di voglia di scoprire il nuovo paese delle meraviglie. Che per la cronaca si chiama Villa Park.
Birmingham non è bella, ma ci vivrei: è la città dei Black Sabbath, dei Peaky Blinders, e poi di chi altro? Dell’Aston Villa e del Birmingham, che per una curiosa coincidenza giocano nella stessa sera a poche miglia di distanza. Il Villa in Champions, gli altri in C. Ma insomma: il derby si sente, e i giornali locali parlano del timore delle autorità per un possibile confronto tra tifoserie.
In tutto questo, per le strade di Ozzy Ousborne ci sono anche 2.500 bolognesi: biglietti polverizzati in meno di un’ora, i figli di Balanzone in UK sono ormai di casa dopo la recente scappatella a Liverpool. I rossoblù si radunano in due pub fuori dal centro, tipicamente british, rendendoli una succursale di Via Petroni. Alle 17, quando le birre a testa hanno sfiorato ormai la decina, si parte in corteo verso lo stadio, una fiumana di gente che attraversa a piedi mezza Birmingham, tra strade più o meno favorevoli.
Lungo il cammino (almeno una quarantina di minuti a piedi, roba che Senofonte spostati) c’è il “contatto” con le macchine di diversi locali: alcuni applaudono, altri fanno il dito medio (anzi, il medio e l’indice come usa da quelle parti). Nel complesso comunque la situazione è tranquilla, il percorso studiato ad hoc per evitare guai.
Verso le 18-18 e 30 l’arrivo allo stadio: Villa Park è una gemma che va contemplata, un tempio laico creato apposta per il calcio, roba che noi in Italia pur vivendo di pane e pallone abbiamo purtroppo col contagocce (uno dei peggiori regali del fascismo è stato costruire stadi polisportivi…) Tutto è perfetto, dal colore a quei cancelli che trasudano storia, alla fan zone e tanti piccoli particolari che noi ci sogniamo. Esiste veramente un modello inglese, che forse è più plastificato del calcio europeo, ma richiama al contempo grandi folle. I 42mila posti dell’impianto sono ovviamente ultra esauriti.
E finalmente, vedo dal vivo la tamarrata già vista qualche settimana fa col Bayer Monaco: all’ingresso delle squadre in campo parte la fiammata becera in stile NFL, e poi fuochi d’artificio da capodanno a Napoli, più coreografia coi leoni in curva. Che dire? Tutto palesemente organizzato dalla società, certamente d’impatto. Ma troppo finto. Molto meglio la sciarpata old style degli ospiti, che alternano ad un unico grande striscione (“Bologna”) qualche pezza e pezzetta qua e là.
L’inno dei padroni di casa è spettacolare, l’incipit canoro pure: poi però emergono i difetti già visti ad Anfield, e cioè che il pubblico alterna canti a fasi prolungate di silenzio. Poi certo, quando c’è un’occasione da gol o un coro cantato da tutti (c’è anche un ripetuto tra le due curve) l’atmosfera è da brividi. Il fatto è che va ad intermittenza. Loro da buoni liberali si affidano all’iniziativa individuale, noi da buoni socialisti alla pianificazione centrale. De gustibus. I bolognesi comunque sono autori di un’ottima prova sugli spalti, forse anche meglio che a Liverpool. Il settore superiore e quello inferiore sono sempre coinvolti, e si guadagnando anche gli applausi dei locali, real e social su varie pagine tematiche.
Per il resto che dire? Sul campo emerge la maggior qualità dei locali, che hanno un valore della rosa sei volte superiore al Bologna. Tutto nella norma. Per una notte il Villa è primo in solitaria in Europa, la festa è immensa. Tra i rossoblù ci si lecca le ferite: l’Inghilterra ha portato zero punti, la Champions si sta rivelando durissima come da programmi. Ma se sul campo le difficoltà sono evidenti, sugli spalti il pubblico bolognese sta andando ben oltre le più rosee aspettative. Appuntamento a Lisbona, a dicembre, per un nuovo capitolo della serie.
Testo e Foto di Stefano Brunetti





































