“I’m singin’ in the rain,
Just singin’ in the rain,
What a glorious feeling,
I’m happy again

(Canto sotto la pioggia,
canto proprio sotto la pioggia,
che meravigliosa sensazione,
sono nuovamente felice).

Non c’è migliore citazione di questa celebre canzone del 1929, che ispirò poi un altrettanto famoso film, per provare a capire quello che ha spinto centinaia di persone, in un pomeriggio da lupi, a sgolarsi per novanta minuti. Anche se il colore della sciarpa che avevano al collo era diverso, bergamaschi e parmensi hanno dimostrato un comune attaccamento alla propria squadra e la voglia di mettersi alla prova, anche a rischio di prendere il primo malanno di stagione.

Fumogeni nella Nord

Alla fine raccoglieranno maggiori soddisfazioni i padroni di casa, visto il rotondo 3 a 0 finale, ma non può non essere citata, sin da questa premessa, la sciarpata che colora il settore ospite proprio dopo la terza marcatura bergamasca. Un “Noter an mola mia” in versione emiliana che corona degnamente la loro trasferta al Brumana.

La rivalità tra le due fazioni, pur non essendo mancato in passato qualche incontro ravvicinato, è piuttosto tiepida e non andrà oltre qualche coro (goliardico più che offensivo in senso stretto) da parte degli orobici, una volta passati in vantaggio.

Riavvolgiamo il nastro e cominciamo col dire che le condizioni metereologiche costringono la Nord atalantina a rinunciare alla coreografia preparata in settimana al “Covo”, con il collaudato tam-tam per chiamare a raccolta i volonterosi curvaioli. All’ingresso delle squadre, quindi, solo bandiere e due aste colorano la “Pisani”, mentre nella “Morosini” i Forever si mettono in evidenza con una selva di stendardi raffiguranti la Dea, ai quali si aggiungono un piccolo bandierone copricurva ed uno striscione di incitamento.

Gli ospiti, attesi in circa 400 unità, si compattano dietro lo striscione “BOYS” e fin dal pre-partita fanno abbondante uso di bandieroni ed altri drappi, completati dalle sciarpe che si alzano quando i calciatori sbucano dal tunnel degli spogliatoi.

La pioggia non scoraggia

In casa neroazzurra c’è voglia di confermare il risultato della precedente trasferta contro il Chievo e, soprattutto, c’è attesa per capire se sarà davvero il punto di svolta di un campionato finora al di sotto delle attese. Partono quindi bene sia l’incitamento vocale e sia la manovra dell’undici di Gasperini, che ripropone gli stessi uomini che hanno espugnato il Bentegodi. Gli occhi sono puntati anche oggi su Ilicic, mattatore sette giorni prima, che si confermerà in grande recupero di forma: è capace di autentici giochi di prestigio quando ha il pallone tra i piedi ma anche di lanciarsi all’inseguimento degli avversari quando si involano sulla fascia laterale. Nessun dubbio che la sua maglia oggi fosse bagnata di sudore, e non solo di pioggia.

Bandiere sfidano l’acqua che scende

È proprio dello sloveno il primo tiro in porta, che al 5° scalda le mani al portiere Sepe; una manciata di minuti dopo è De Roon, sempre da fuori area, a provarci ma l’estremo gialloblù blocca con sicurezza. “… forza Atalanta facci un goal…” chiede la Nord, ma alla ritrovata fluidità del gioco orobico fa da argine un Parma attento ed arcigno, spalleggiato dal terreno pesante che non aiuta i padroni di casa nel gestire al meglio il pallone, soprattutto negli ultimi 15 metri di campo.

Se la compagine gialloblù fa in prevalenza gioco di contenimento, sugli spalti la partita del tifo è assolutamente aperta: i bandieroni degli ospiti conoscono pochi momenti di pausa e quelle lunghe aste di plastica che si incurvano sotto il peso della stoffa ormai macera rimandano allo stile dei loro gemellati sampdoriani, autori di un’ottima prestazione, su quegli stessi gradoni, tre settimane prima.

La Nord insiste nel sostegno corale ma sconta in tutta evidenza l’handicap del maltempo: il tifo è continuo ma non pompa al massimo dei decibel perché, tolto il gruppo della balconata centrale, il resto della curva è più attento a stare sotto l’ombrello che a partecipare attivamente all’incitamento.

L’Atalanta costruisce ma non concretizza ed anzi il Parma prova a farsi vedere in area avversaria: è quasi il ventesimo quando Ceravolo, piuttosto indisturbato a centro area, spizzica di testa mandando fuori di non molto e, pochi minuti dopo, con un colpo di tacco prova la deviazione ravvicinata. La circostanza entusiasma i sostenitori ospiti che, sempre ben compatti dietro lo striscione principale, azzardano un “Noi vogliamo questa vittoria” a ripetere.

Mani in alto per i nerazzurri

Visto che la gioia del goal ancora non arriva, la curva Pisani gli stimoli se li trova da sé e ad una decina di minuti dalla fine del tempo, attacca un coro sulle note di Pinocchio che accende entusiasmi in parte inattesi: il volume cresce vorticosamente ed il corollario di sciarpe e bandiere che sventolano regalano anche un bel vedere. La pioggia ora sta picchiando duro e rende tutto più difficile, ma non basta a spegnere il fuoco della passione tifosa. Da questo punto di vista, non fanno eccezione i Forever e nemmeno Boys & company, che tirano dritto nel loro incitamento nonostante le secchiate d’acqua.

Solo il duplice fischio del signor Rosario Abisso di Palermo mette fine ai dieci minuti di “tifo bailado” e consente a tutti una meritata tregua, non prima di un “Forza ragazzi” rivolto agli orobici che guadagnano la via dello spogliatoio.

Non è ancora battuto il calcio di inizio che il tifo della Nord, ricompattata in un amen dopo l’intervallo, è ricominciato sui buoni livelli di fine tempo. Il coro “Conquista la vittoria, conquistala per noi…” si trasformerà in “No al calcio moderno, no alla pay-tv…” e passa indenne i sussulti conseguenti sia ad un tiraccio del Papu e sia ad una pericolosa conclusione sottoporta di Gervinho. L’occasione creata inietta benzina nel motore dei supporter crociati, il cui tifo non aveva ancora raggiunto i livelli della prima frazione.

Di lì a pochi minuti la partita svolta: è il 55° quando Ilicic prende pallone e posizione e dal limite dell’area sgancia il sinistro, si oppone Sepe ma la sua respinta incoccia sul compagno di squadra Gagliolo ed il pallone finisce in rete.

Anche i ducali ci mettono le mani

Sale l’urlo del Comunale, prima con il giusto tributo al n° 72 atalantino e poi con un roboante “Devi sempre solo vincere…”. La reazione degli ospiti non manca: sugli spalti nessuno ha intenzione di ammainare voce e bandiere, ma anche in campo il tentativo di replica costringe Berisha ad un intervento decisivo.

Gasperini sostituisce Barrow (ancora opaca la sua prestazione) con uno Zapata che nelle ripartenze potrebbe essere micidiale. A vantaggio acquisito, la Nord sprona i propri beniamini a mettere al sicuro il risultato e propone il “Forza Atalanta Vinci Per Noi” a ripetere. La cosa bella è che in Tribuna, pochi seggiolini sotto di me, un bimbetto di cinque anni scarsi segue il coro come fosse un navigato curvaiolo… piccoli ultras (per fortuna) crescono…

In campo il match ha momenti interlocutori: i nerozzurri tengono il pallino del gioco ma non schiacciano troppo sull’acceleratore, mentre il Parma almeno da un punto di vista fisico non si risparmia ed abbozza anche un tentativo di pressing. I crociati apprezzano e fanno partire un “Forza Ragazzi” che a metà tempo arriva nitido fin all’estremo opposto del campo.

Prima, durante, dopo

La rete del raddoppio arriva a venti minuti dalla fine per opera di Palomino, che segue le orme del collega di reparto Masiello, oggi ancora assente, e in occasione di un calcio d’angolo dalla difesa si porta avanti: quando la palla arriva sul secondo palo lui si fa trovare pronto ed insacca. È tuttavia un’esultanza con il freno a mano per il pubblico atalantino, perché ci vogliono tre minuti abbondanti prima che la VAR confermi la regolarità del goal, mentre la curva non nasconde il proprio disappunto per queste diavolerie tecnologiche.

Otto minuti dopo arriva il KO definitivo degli ospiti, che capitolano per la terza volta per opera di Mancini, ancora un difensore, ancora sugli sviluppi di un corner. Se è notte fonda per l’undici di D’Aversa, la fiamma della passione dei sostenitori gialloblù resta accesa e lo dimostra, come già accennato in premessa, la bella sciarpata con cui, a loro modo, “festeggiano” la sconfitta.

Ora che il risultato è blindato c’è tempo e modo per un tributo vocale a Mister Gasperini, a conferma di un feeling speciale che si è creato tra lui e la curva. Il resto serve “… solo per far confusione…”, senza tuttavia dimenticare di riservare un pensiero ed un coro agli amici di Francoforte, presenti oggi con un piccolo gruppo, ma soprattutto gli assenti, ovvero i diffidati e, primus inter pares, “il Claudio”.

Lele Viganò