È una giornata ampiamente invernale quella che fa da proscenio a questa sfida. Fiocchi di neve, grandine e qualche schizzo di pioggia cadono a intermittenza su Bergamo, costringendo tutti, sin dalle prime ore del mattino, a fare ricorso a ombrelli e cappotti pesanti.
Quella tra Atalanta e Roma è sfida antica, su cui esiste tanta letteratura e su cui anche noi abbiamo, negli anni, riportato numerosi aneddoti e storie di vita vissuta. È una gara che preserva il suo fascino anche ai giorni nostri, malgrado i tanti cambiamenti di una Serie A che volge ormai alla sua iper commercializzazione e ha reso ogni suo evento un atto di sfacciato consumismo, con cui la storia del movimento ultras collima sempre meno. Nonostante cerchi di adattarsi.
La vera discriminante odierna – almeno personalmente – riguarda gli imminenti cambiamenti che coinvolgeranno il vecchio stadio Comunale. In maggio dovrebbero cominciare i lavori con cui, nel giro di tre stagioni, dovrebbe essere restituito ai bergamaschi un impianto completamente rinnovato. Con le curve a ridosso del campo, tutti i settori coperti e una fisionomia all’inglese di cui tutti i tifosi nerazzurri sembrano andare fieri.
Sarà ovviamente una svolta epocale, che potrebbe giovare a una tifoseria da sempre etichettata come una delle più calde d’Italia ma che, al contempo, manderà in soffitta uno degli stadi più sanguigni e vissuti dello Stivale. E questo, a livello sentimentale, comunque dispiace. Sebbene anche il più oltranzista dei romantici debba ammettere che oggigiorno, nel nostro Paese, la quasi totalità degli impianti necessiti di uno svecchiamento.
L’importante è che questo percorso venga compiuto con tutti i migliori criteri logici. Senza implementare limitazioni o restrizioni per i tifosi (soprattutto quelli di curva) ma, anzi, andando incontro alle esigenze di ogni loro modo di vivere la partita.
Penso che questo, in una realtà come Bergamo – dove gli ultras sono ben radicati e ben amalgamati con il tessuto sociale cittadino – possa essere realizzato concretamente. Staremo a vedere. Di certo occorro spingere sulla distruzione del concetto “stadio nuovo=fine del tifo organizzato”.
Di fatto, dunque, questo dovrebbe essere l’ultimo Atalanta-Roma alla vecchia Brumana. E il fatto che si svolga in un clima così tetro gli dà ancora più fascino, richiamando alcune fototifo anni ottanta viste e riviste dagli amanti del genere. Mentre, avvicinandoci a livello temporale, indimenticabile resta una sfida disputata nel 2000/2001 (con i giallorossi che al termine della stagione conquisteranno il loro terzo scudetto) con un’acquazzone di proporzioni epiche che ridusse il campo in una vera e propria palude.
Nella Capitale sono stati venduti circa mille biglietti, mentre il resto dello stadio presenta praticamente il tutto esaurito. Il popolo orobico è entusiasta di una squadra che nelle ultime stagioni sta ben figurando, ergendosi spesso a vera e propria ammazza-grandi. Soprattutto tra le mura amiche.
Le due tifoserie si fronteggiano spartendosi un tempo per uno. Esattamente come le due squadre in campo. Sul terreno di gioco finisce 3-3 con gli ospiti che, in vantaggio per 3-0, si fanno clamorosamente riprendere.
Testo Simone Meloni
Foto Sebastien Louis