Settimana travagliata, in casa Atalanta, quella che anticipa il secondo match in notturna al nuovo “Gewiss Stadium”.  È un mercoledì 12 febbraio qualunque quando comincia a girare voce che il tifo organizzato bergamasco ha deciso di prendersi una pausa di riflessione, come conseguenza di “alcune mancanze e situazioni interne che vanno risolte”. Un fulmine a ciel sereno, più che altro perché si fa riferimento a problematiche intestine e non, ad esempio, all’onda della repressione che, appena qualche giorno prima, aveva portato altre diffide legate a Fiorentina-Atalanta del febbraio 2019.

In mancanza di comunicazioni ufficiali da parte della Curva Nord, inevitabilmente il web diventa l’epicentro di ipotesi, supposizioni, giudizi. C’è chi esprime solidarietà e rispetto, ma c’è anche chi condanna questa decisione perché arrivata in un momento topico della stagione.  Tempo un paio di giorni ed il cielo neroazzurro sembra un po’ rasserenarsi: non si nega l’esistenza di alcuni problemi ma la decisione di fermare l’incitamento della Dea è accantonata.

Si arriva quindi alla partita contro la Roma con la curiosità di capire il punto della situazione e le cose non vanno male: la Nord è quella delle ultime gare, con il “Lunga vita agli ultras” al centro della curva e i consueti stendardi e bandiere a dare colore. Anche dal punto di vista vocale la risposta è molto buona: la sensazione è che anche coloro che sono meno propensi a sgolarsi, si uniscano  ai cori come forma di vicinanza agli ultras, una metaforica pacca sulle spalle che non sarà risolutiva ma che non lascia indifferenti.

Lo scontro tra gli uomini di Gasperini e quelli di Fonseca ha un elevato peso specifico in zona Champions: i tre punti potrebbero servire ai padroni di casa, avanti di un’incollatura, per staccare i rivali, mentre i giallorossi con la vittoria potrebbero rimettersi a ruota e sprintare per il quarto posto.

L’aspra rivalità tra le due tifoserie, come è noto, è vecchia di un quarto di secolo, dopo la rottura del gemellaggio dell’autunno 1984. Non mancano i flashback canori che riportano ai mitici anni Ottanta: se la Nord predilige come coro offensivo quello che ricorda “il Barone (Liedholm, nda) e la zona mista” , dal settore ospite si alza “Quando l’inno si alzerà” un classico tra i classici.

Al seguito della Maggica stimo oltre 800 sostenitori, il grosso dei quali raggiunge lo stadio sui pullman navetta arancioni: porte aperte, qualche bomba carta e nulla d’altro da segnalare. La tifoseria si posiziona principalmente sulle gradinate in cemento, fatta salvo una sessantina che si compatta nella tribunetta metallica vicino al divisorio con la “Morosini”. Sulla vetrata è una sequenza di striscioni e drappi (“ROMA”, “Brigata De Falchi”, “Boys” e “Giovinezza” per citare i principali), mentre in balconata spiccano “Fedayn” e, sebbene più defilato, “XXI Aprile”.

All’entrata in campo delle formazioni sono i “Forever” a guadagnarsi l’attenzione dei fotografi, mentre settore ospiti e Curva Nord si limitano a bandiere ed a qualche torcia sparsa. Al 15° un lungo striscione ricorda Federico Pisani e la fidanzata Alessandra, come accade ogni anno in concomitanza con la data della loro tragica scomparsa. Sul fronte giallorosso, invece, la memoria corre ad un esponente storico del tifo capitolino.

I romanisti cantano con una certa continuità ma non impressionano in fatto di decibel, se ci eccettua il “Forza Roma- Roma Campione” a ripetere, lanciato alla mezz’ora.

L’Atalanta non sembra essere dirompente ma progressivamente prende possesso del campo e confeziona alcune buone occasioni per portarsi in vantaggio. Sono però gli ospiti a muovere il risultato proprio sul finire di primo tempo: Dzeko approfitta di un’indecisione sulla trequarti campo di Palomino, si impossessa della sfera e si invola a siglare il vantaggio. 

Dopo l’intervallo, la Nord accoglie i propri beniamini con un sostegno tambureggiante ed intenso, sforzi ripagati già dopo cinque minuti: sugli sviluppi di un calcio d’angolo è lo stesso Palomino che si fa trovare pronto sul secondo palo e sigla il pari.

Il Comunale si infiamma e da lì in poi è un monologo orobico: la Roma scompare sostanzialmente dal gioco e si fa schiacciare nella propria area. In un modo o nell’altro gli ospiti riescono ad evitare il peggio, almeno fino a quando Gasperini pesca il jolly: al 59° sostituisce Zapata con Pasalic e dopo una manciata di secondi il croato riceve palla in area, aggiusta il tiro e con una parabola a rientrare ribalta il risultato.

Col passare del tempo il match si riporta su livelli meno frenetici ed alla mezz’ora i padroni di casa sfiorano il tris, mettendo nuova benzina nel tifo orobico. Negli ultimi dieci minuti si assiste al tentativo di ritorno dei giallorossi e l’Atalanta soffre, anche se per Gollini non ci saranno particolari pericoli da sventare.

Il direttore di gara comanda tre minuti di recupero, la Roma insiste ma il Comunale esorcizza la paura unendosi all’incitamento della Nord e ricreando quella bolgia vista ad inizio ripresa. Finisce quindi con l’Atalanta che si aggiudica l’intera posta e saluta festante il proprio pubblico, con la testa già alla sfida di Champions con il Valencia.

Lele Viganò