Dopo la grazia concessa per la partita di Coppa contro la Juve, Giove Pluvio torna protagonista sul cielo del Brumana. Come in occasione delle gare contro Inter e Roma, quindi, anche oggi gli sportivi bergamaschi devono attrezzarsi con cerate, impermeabili, k-way e qualsiasi altro accessorio utile.

Di scena una Spal che, nel suo piccolo, è un po’ la “bestia nera” dell’Atalanta: due pareggi nello scorso campionato ed una sconfitta all’inizio di questa stagione. A mettere ulteriore pepe la presenza di ben tre ex (Paloschi, Kurtic e Petagna) che per un motivo o per l’altro conservano motivi di rivalsa ed è certo che oggi daranno il massimo. Sul giornalino della curva i supporter orobici non dimenticano di mandare i saluti a Petagna e Kurtic, ringraziandoli di quanto hanno dato per la causa neroazzurra.

Si riempie tardi lo stadio, una volta superati i tornelli i più preferiscono restare riparati sotto i gradoni delle rispettive curve, prendendo posto ad una manciata di minuti dal via. Come quasi sempre accade in queste condizioni meteorologiche, la differenza tra ultras e non la capisci dagli ombrelli aperti, nell’una e nell’altra tifoseria.

La presenza estense, numericamente di buon livello, si caratterizza per il lungo striscione esposto sulla vetrata in ricordo di un ragazzo scomparso: “OGGI SOLO PER MARCO” è il tributo che la Curva Ovest riserva all’amico. Molto toccante anche la dedica vocale, con le strofe della nota “Canzone per un’amica” di Guccini che si alzano al cielo in un coro a ripetere.

Le due curve bergamasche, a distanza di oltre vent’anni dal tragico evento, non mancano di dedicare un pensiero a Federico Pisani ed alla fidanzata, entrambi vittime di un tragico incidente automobilistico.

Il maltempo condiziona pesantemente l’aspetto coreografico, rendendo proibitivo, o quantomeno molto faticoso, anche il semplice sventolare dei bandieroni. Non si andrà quindi oltre, su entrambi i fronti, all’alzata di due aste, fatto salvo per la macchia neroblù in zona Forever, realizzata con bandiere di medie dimensioni.

Il campo pesante non impedisce alle due compagini di affrontarsi a viso aperto, ben supportate dall’incitamento delle rispettive tifoserie. L’Atalanta fatica a trovare varchi ed anzi sono gli ospiti a rendersi per primi pericolosi.

È appena il 7° quando Toloi rimette in scena un frammento di Italia-Brasile 3-2, mettendosi inopinatamente nelle vesti di Cerezo che, nel reimpostare l’azione, indirizza con troppa flemma il pallone verso i compagni della difesa. Per fortuna dei bergamaschi  Petagna, rapace nell’avventarsi sulla sfera, non ha la lucidità di Pablito Rossi, anche perché ad opporsi non trova un Valdir Peres qualunque ma un Berisha tempestivo nell’uscita e bravo a deviare in corner. Nemmeno il tempo di recriminare per l’occasione fallita che gli uomini guidati da Mister Semplici si portano in vantaggio: Kurtic dalla sinistra crossa in area, Petagna sale più alto di tutti ed insacca di testa. L’attaccante triestino, come è giusto che sia, non rinuncia all’esultanza ma ha il buon senso di non strafare.

Mister Gasperini è inferocito, mentre il contingente ospite sale di tono e canta coinvolgendo tutti i presenti.

Abituata a questi inciampi, la Nord prosegue nell’incitamento come se nulla fosse, ma la squadra sembra meno quadrata del solito e troppo spesso preferisce l’accademia alla concretezza.  “E facci un gol…” è il coro che alla mezz’ora prende quota al Comunale, ma di marcature non se ne vedono ed anzi gli ospiti danno altri grattacapi alla retroguardia orobica. 

La prestazione degli estensi è buona sia sul campo che sugli spalti, dove i cori sono accompagnati da frequenti battimani. Il risultato non cambia e quando l’arbitro decreta la fine del tempo, incredibile a dirsi, si ode anche qualche fischio sparso, mentre la Pisani accompagna le squadre negli spogliatoi con un “Atalanta olè, devi vincere” .

Il match ricomincia con una piccola-grande sorpresa sul fronte estense: la bella bandiera con il volto di Federico Aldrovandi viene esposta nella parte inferiore delle tribune e resterà al suo posto per tutti i secondi quarantacinque minuti.

L’undici neroazzurro c’è da scommettere che si sarà preso una bella strigliata dal Gasp ed ora, carico, rientra in campo a passo di carica: attaccherà verso la Nord e questo è un particolare che spesso ha portato bene alla Dea.

I segnali di un’inversione di tendenza ci sono ed i primi minuti sono intensi, anche se privi di effetti concreti. È da poco superato il 10° minuto quando dalla curva neroazzurra si alza un coro dedicato ad Ilicic: lo sloveno ricambia poco dopo mettendo in rete il pallone del pareggio, grazie ad un assist di Zapata.

Tra i fumi dell’esultanza si fa largo un “Vinci per noi magica Atalanta” che preannuncia mezz’ora di battaglia, al cospetto di una Spal che è tutt’altro che al KO definitivo, al pari degli stessi supporter biancoazzurri che, dopo qualche minuto di black-out, hanno ripreso l’incitamento e di lì a poco proporranno addirittura un “Vogliamo vincere”.

Nel bel mezzo del forcing neroazzurro compare, al centro della Nord, lo striscione “SOLIDARIETÀ ALLA COSENZA ULTRÀ” con corollario di cori anti FdO. Chiusa la doverosa parentesi nei confronti dei rossoblù, amici di lunga data, si ricomincia con il tifo: la curva si riempie di sciarpe roteate sopra la testa e poi arriva il momento del “Forza Atalanta vinci per noi”.

Si giunge così al 34° quando Hateboer, con un perfetto diagonale, mette sul piede di Zapata il pallone del definitivo 2-1.  

Il coro proposto dalla Nord sulle note di “Don’t worry be happy” non riesce a contagiare il resto dello stadio ma tant’è:  i tre punti odierni pesano molto in classifica e Bergamo è autorizzata a sognare in grande.

Lele Viganò