Il pesante passivo rimediato dall’Atalanta a Manchester non ha lasciato strascichi nell’ambiente. Anzi, dopo l’iniziale svantaggio rimediato all’ottavo minuto del primo tempo, non solo gli uomini di Gasperini ribaltano il vantaggio ma tengono il piede sull’acceleratore fino all’ultimo minuto. Insomma, nella ripresa è parso di rivedere il match di Champions League ma con gli orobici nei panni degli inglesi: mai contenti, mai fermi, mai sazi.

Ne fa le spese, appunto, un’Udinese che si presentava al Comunale con la migliore difesa del campionato e che, approfittando del solito svarione difensivo, colpiva a freddo un Gollini incolpevole. La reazione dei padroni di casa è decisa ed all’intervallo il risultato è già sul 3-1, ma il ripetuto ricorso alla VAR rovina un po’ l’esultanza del pubblico bergamasco.

Misurati gli spazi nella partita con il Lecce, gli ultras neroazzurri battezzano la nuova Curva Nord con la prima coreografia: cartoncini bianchi che, girati all’ingresso dei calciatori, compongono la scritta 1907 su sfondo neroazzurro. Al centro, il bandierone utilizzato per la coreografia della semifinale di Coppa Italia nella stagione precedente.

Se all’esterno della curva manca ancora qualche metro di rivestimento, all’interno la novità è rappresentata da tre strutture di ferro che, aggiunte in pianta stabile, consentono ai lanciacori di risparmiarsi gli equilibrismi visti quindici giorni prima.

Colorati ed in buon numero anche i supporters friulani, che all’inizio del match sventolano bandiere bianche, grigie e nere ed alzano lo striscione “L’uomo sano è nell’ultras”. Non sfigurano affatto nemmeno sul piano vocale: passata l’illusione del vantaggio e con un passivo che saliva più o meno ogni dieci minuti, il livello di decibel non ha subito contraccolpi ed è stato spesso accompagnato da battimani, bandiere e sciarpe.

Facile immaginare l’entusiasmo della tifoseria orobica, che propone il proprio repertorio canoro con esecuzioni praticamente perfette, replicando, sugli spalti, la prestazione maiuscola degli undici in campo.
In bella mostra lo striscione “Prezzi popolari per stadi popolati”, al quale fa sponda un “Prezzi popolari per settori più popolati” esposto dai bianconeri.

Lo score ha raggiunto nel frattempo livelli tennistici (7-1) e per i padroni di casa c’è così spazio per le immancabili dediche ai cugini bresciani e per una bella sciarpata sulla melodia di “Romagna mia”. I ragazzi nel settore ospiti non demordono ed, anzi, poco prima del novantesimo, riprendono fieri a sventolare le proprie bandiere, chiudendo così un pomeriggio amaro sul piano sportivo ma di grande incitamento ed entusiasmo sugli spalti.

Lele Vigano’