Gita fuori porta o quasi quella dei tifosi livornesi che si spostano di qualche decina di chilometri percorrendo il lungomare fino ad arrivare a Piombino, paese famoso per le sue acciaierie e, purtroppo, per la recente crisi che sta attanagliando il settore, tanto che i telegiornali regionali aprono sistematicamente i notiziari con notizie di scioperi, proteste e prese di posizione da parte degli operai che lavorano nel territorio. Una situazione difficile descritta a tratti nei romanzi di Silvia Avallone, scrittrice nata a Biella ma piombinese di adozione avendo trascorso gran parte dell’infanzia tra il mare e l’acciaio.

Piombino ha una propria storia ultras, il feeling tra paese e squadra c’è sempre stato, quel filo che unisce calcio e abitanti è piuttosto solido, le presenze allo Stadio Magona sono sempre state abbastanza importanti malgrado la squadra, almeno nel recente passato, non abbia ottenuto risultati calcistici di notevole importanza, al contrario di altre realtà del territorio che hanno toccato o sfiorato i campionati professionistici. L’esistenza del fenomeno ultras a Piombino viene confermata in questo pomeriggio quando un buon gruppo di persone, un misto tra giovanissimi e qualche attempato, si ritrovano dietro una pezza neroazzurra desiderosi di lasciare traccia in una partita che di per sé è un evento. Non ci sono più le “Brigate d’acciaio”, conosciute in zona per un nome insolito ma quanto mai azzeccato e per una particolare verve nel seguire le partite, comunque il sostegno alla squadra esiste ed è piuttosto acceso tanto che ad inizio partita viene pure allestita una coreografia con cartoncini e l’immancabile striscione a contorno. Un applauso per chi si sbatte continuamente in contesti difficili, fare l’ultras a certe latitudini richiede un supplemento di sacrificio ed una buona dose di passione.

Ospiti che arrivano con mezzi propri, trasferta agevole e senza grosse problematiche, l’esuberanza è palpabile visto che un lancio abbastanza continuo di grossi petardi ritarda l’inizio dell’incontro ed a farne le spese è un collaboratore arbitrale che si vede esplodere una bomba carta vicino ai piedi: lo speaker prova a placare gli animi, intervengono anche i giocatori del Livorno e la situazione si calma un po’ anche se qualche fumogeno continua ad essere acceso, ma in questo caso non ci sono danni ed il forte vento fa la voce del padrone ed allontana velocemente il fumo prodotto.

Il settore ospite è lungo a basso, non il massimo per coordinare il tifo che rispetto alle ultime uscite risulta essere più blando, meno coinvolgente, anche se non mancano alcuni cori ben fatti e piuttosto partecipativi. A livello di colore le bandiere fanno in pieno il loro dovere, il vento le tiene perennemente alte, poi torce e fumogeni creano la solita piacevole nebbia, quella che nelle categorie superiori resta un ricordo quasi ingiallito.

Sul terreno di gioco la partita non ha storia, il Livorno asfalta l’avversario e nel settore ospite è un’esultanza continua, i recenti risultati non proprio positivi vengono spazzati via con una prestazione di netta superiorità ed i presenti ovviamente apprezzano ringraziando la squadra al termine dell’incontro. Resta l’amaro in bocca ai padroni di casa che però possono essere soddisfatti per la prova offerta sui gradoni. Certe realtà meriterebbero almeno un salto di categoria.

Valerio Poli