Per una beffa del destino, in questa stagione ai bresciani tocca scendere a Bari in pieno clima natalizio. Fortunatamente non si gioca il 24 dicembre come un anno fa, quando allo zoccolo duro barese toccò affrontare una trasferta lunghissima e dura da digerire per la particolare tempistica. Timbrarono il cartellino eroicamente al Rigamonti in pochissime unità.

Oggi serata umida e fredda al San Nicola, si respira il solito clima festivo che precede il Natale. Con me l’amico Antonio Vortex che ogni tanto, nel suo girovagare per l’Italia, viene a trovarmi per questa partita.

Da Brescia una cinquantina di tifosi della curva nord (i Brescia 1911 seguono coerentemente la linea del non tesseramento). Un numero interessante essendo comunque un infrasettimanale. Il loro sostegno lascia però molto a desiderare. Cercano di farsi sentire ma sembrano piuttosto fiacchi. Anche le manate non riescono a dare soddisfazioni agli appassionati di tifo. A mio modo di vedere, risultano la brutta copia dei bresciani visti l’anno scorso, ma occorre contestualizzare. Ci sta tutto: viaggio lunghissimo, freddo pungente, clima natalizio. Tante le attenuanti, ma la prova resta poco soddisfacente.

Anche il pubblico di Bari non offre una prova superlativa. Oggi, visto dalla Sud, l’impatto visivo è veramente massiccio, come spesso succede nelle gare serali, a differenza di quelle del sabato pomeriggio. Bella decisa la sciarpata iniziale, non mancano nemmeno i cori offensivi verso Brescia e i bresciani, ricambiati con estrema indifferenza e goliardicamente applauditi dalla cinquantina. I bandieroni creano il solito effetto da curva tradizionalista, i treni sono molto fitti. Una prova che, comunque, non arriva al top. Oggi è mancato qualcosa nei cori a ripetere e nella costanza, soprattutto nel primo tempo. Come spesso dico, ci si aspetta sempre il massimo da questa tifoseria, anche quando le sue prove sono mediamente positive: da un potenziale tra i più importanti d’Italia ci si aspetta sempre il massimo.

Meglio il secondo tempo: sotto di due gol la Curva Nord, o meglio il suo petalo centrale, ha dimostrato un carattere importante, degno di una tifoseria matura, raggiungendo dei picchi alle volte superiori al primo tempo. Esposto in questo frangente anche uno striscione dal valore simbolico molto alto, il cui messaggio si può estendere all’Italia intera: per i soliti auguri di fine anno, il pensiero è rivolto a chi c’è sempre stato e ai diffidati, le uniche categorie che realmente contano in questo calcio ridotto in stato comatoso dai palazzi del potere, dalle società, passando per calciatori, giornalisti, speaker macchiettistici, finendo agli stessi semplici tifosi spesso complici di questo scempio.

Testo di Massimo D’Innocenzi.
Foto di Antonio Vortex.