08.03.2014 - Porto di Bari
Per la 28a giornata di campionato (7a del girone di ritorno), il calendario ci riserva la trasferta di Bari.

Sebbene i giorni antecedenti la gara in città si respiri un clima di grande entusiasmo, dovuto alla meritata terza posizione in classifica, in casa “F.N.T.” la situazione non è proprio delle migliori. Cova la rabbia, tanta, troppa, al pensiero di non poter avere affianco, per le prossime partite, uno dei nostri, una delle colonne portanti del tifo organizzato frentano a cui è stato notificato da poco un provvedimento di diffida per la durata di 4 anni.

In settimana ci teniamo in contatto con alcuni ultras baresi, non tesserati e nostri conoscenti. Viste le scarse probabilità che avremmo di entrare al “San Nicola”, ci propongono di rimanere, nel corso della partita, in loro compagnia per la città pugliese. Di voler restare a casa proprio non ne vogliamo sapere, ovviamente (!), e constatando anche l’inasprimento delle forme di repressione nei confronti dei pochi che ancora viaggiano alla vecchia maniera (ricordiamo che nell’ultimo periodo siamo stati più volte “invitati” ad abbandonare anti-stadi e piazzali pena diffida), non possiamo che accettare la proposta. Dunque, a partire per questa insolita trasferta ci ritroviamo, alle ore 08:00 del sabato mattina, in 5 unità: pochi ma… ultras, è proprio il caso di dirlo.

L’intenzione è quella di raggiungere la città pugliese verso le 11:00 della mattina stessa. Come al solito il viaggio procede tra riflessioni sul periodaccio che stiamo attraversando, ‘nzummi vari (scherzi e battute goliardiche, in italiano), bevute di Montepulciano (immaginatevi i reduci del venerdì sera) e cori sulle note della musica anni ‘80. E, quando dal lettore CD viene fuori la canzone “Generale”, il nostro pensiero è rivolto a chi sappiamo essere lì con noi, in quel momento: è rivolto a Vincenzo (detto, appunto, “il Generale”) ed è rivolto a Guido, due nostri fratelli che hanno scritto le pagine più belle del movimento ultras a Lanciano e che, purtroppo, sono venuti a mancare. Il loro ricordo è ovunque con noi.

Dicevamo del viaggio: optiamo per una sola (ma notevole) sosta, e questo comporterà un piccolo ritardo sulla tabella di marcia. Per le 11:30-11:45 diciamo che, comunque, siamo in terra barese. Dopo i saluti di rito, assieme ai locali non tesserati, ci dirigiamo verso il porto. Ad accoglierci troveremo un chiosco che farà parlare di noi per il numero spropositato di Peroni consumate. Già dall’antifona si capisce bene che sarà un pomeriggio molto, molto alcolico. Così, ad ora di pranzo, ci spostiamo nella parte vecchia della città, dove saremo ospiti di un locale che riscuoterà ancora più successi. Infatti, dopo esserci rifocillati con le ottime e abbondanti pietanze locali, saremo pronti ad affrontare meglio le ore successive.

Due realtà diverse a confronto: Bari da una parte, Lanciano dall’altra. Punti di vista, opinioni, perplessità, proposte, tematiche riguardanti il movimento e racconti narrati dai veterani di questi due gruppi sono stati gli ingredienti che hanno reso una giornata ricca di valori e contenuti. In tutto ciò, diciamo che partita e risultato sono passati in secondo piano; a sprazzi si “orecchiava” la radio per saperne qualcosa in merito e, ai più nostalgici, questo ha portato alla mente i bei tempi, quelli in cui qualcosa funzionava meglio di adesso e le partite erano seguite, oltre che allo stadio, anche su “Tutto il calcio minuto per minuto”: “Ridateci il pallone di una volta, maledetti bastardi!”.

Scorrono così le ore in compagnia dei nostri amici e scorrono a fiumi anche le birre. Un’occhiata all’orologio e notiamo sorpresi che, zitte zitte, si sono fatte le 21:00. Beh, dopo circa 10 ore dal nostro arrivo, decidiamo di rimetterci in direzione porto per far visita al chiosco che ci ha accolto la mattina e scambiarci, come si deve, i saluti di arrivederci davanti all’ultima, inquantificabile, birra.

Più o meno verso la mezzanotte facciamo ritorno in terra frentana, consapevoli di aver vissuto una trasferta “insolita” (infatti, mai prima d’ora avevamo del tutto escluso la possibilità di presenziare al di fuori delle mura degli stadi, restando, assieme a ultras di diversa sciarpa, in città, per strada o dentro a un bar) e al tempo stesso coscienti di aver, comunque, onorato all’esterno il nome di Lanciano, nel senso più ultras del termine (che per come lo intendiamo noi, lo ribadiamo, non si piega a nessuna tessera del tifoso, a nessuna Club Away e a nessuna forma di “biglietto garantito”).

Come facilmente intuibile, le ultime righe di questa auto-redatta, le spendiamo per porgere i dovuti ringraziamenti ai non tesserati di Bari per l’ospitalità e l’accoglienza che ci hanno riservato.

Senza se…e senza ma…
I “Frentani NON tesserati”