È questo lo slogan che accompagna la marcia degli oltre cinquecento tifosi del Cavalluccio che, alla vigilia della gara interna contro il Latina, nel sabato che precede la Pasqua, si sono radunati in stazione, provenienti dai quattro angoli della Romagna e da lì hanno sfilato pacificamente e rumorosamente fin sotto la tribuna dello stadio, inneggiando alla Romagna e all’A.C. Cesena e colorando di bianconero le vie della città.

Tanti i bandieroni, le bandiere, le sciarpe che hanno abbellito un corteo a cui hanno preso parte persone di ogni età, compresi anche tanti bambini.

La decisione di questa iniziativa, promossa dai gruppi ultras della Curva Mare ed appoggiata dal Centro Coordinamento Clubs del Cesena, è dovuta alla volontà di dare una scossa all’intero ambiente in vista di una serie di sfide importanti che, prossimamente, vedranno i bianconeri romagnoli impegnati nel difficile tentativo di agguantare il treno dei play-off per poi puntare a giocarsela fino alla fine.

È un’iniziativa coraggiosa, specie in un sabato come quello che precede la Pasqua, in cui molte attività commerciali della Riviera hanno riaperto i battenti e perciò, purtroppo, saranno tanti i sostenitori romagnoli della Curva Mare costretti a rinunciare alla partita contro il Latina.

Ed è vigilia di Pasqua anche nei distinti, dove i ragazzi che solitamente si raggruppano dietro l’insegna -27 quest’oggi sono presenti in numero un po’ più esiguo rispetto al solito.

E sempre a proposito di festività pasquali, si fa notare la presenza, in visita al Manuzzi, di una rappresentanza bresciana, mentre una pezza dei ragazzi baschi degli Indar Gorri esprime solidarietà agli stessi per la stagione di dura repressione che stanno vivendo.

Tutti insieme, i presenti in Curva decidono di farsi sentire con ancora più forza e determinazione, tanto sugli spalti quanto fuori, per le strade.

L’entusiasmo per l’ottima riuscita dell’iniziativa è quest’oggi lo stimolo in più di cui ha certamente bisogno una Curva che, oltre ad essere orfana di tutti coloro che sono impegnati con il lavoro, ha anche già dato tanto in termini di voce e corde vocali durante le due ore che hanno preceduto l’inizio del match.

Ciò che ne viene fuori, sugli spalti, è una prestazione buona seppur non eccelsa, come invece era stato in occasione delle ultime uscite casalinghe.

Ma qui, ci tengo a ribadirlo, bisogna tenere conto dello sforzo vocale a cui si sono sottoposti per almeno due ore i partecipanti al corteo pre-partita.

Tant’è che, seppure leggermente sotto tono, la Curva Mare riesce anche quest’oggi a soffrire e ad offrire un sostegno, un calore ed uno spettacolo degni dei massimi palcoscenici calcistici, come del resto era già stato ampiamente dimostrato in occasione dell’ultimo campionato di serie A disputato dai bianconeri romagnoli.

Anzi, se mai avessi la possibilità di rivolgere un consiglio a questa curva, le suggerirei di provare ad osare di più in termini di varietà nel repertorio dei cori, magari rispolverando qualche vecchio classico del passato, oppure proponendo qualcosa di nuovo.

Al di là di tutto, dicevo, tifo di buon livello, soprattutto quando il settore si compatta e trova gli stimoli giusti. A quel punto, ogni coro che parte è un boato che fa tremare i gradoni del Manuzzi.

Così è, sopratutto, durante il secondo tempo, quando la squadra bianconera si ritrova a giocare in dieci uomini a causa dell’espulsione di Renzetti e, seppure in vantaggio per una rete a zero, soffre le sfuriate dei pontini. È proprio in quei momenti che gli ultras romagnoli ritrovano le maggiori motivazioni per autoinfondersi quell’entusiasmo che serve a tirare fuori anche gli ultimi residui di corde vocali, lanciate in campo per fare scudo davanti alla porta porta difesa da Gomis, prima, e per spingere gli assalti degli avanti del Cesena, poi.

Risultato, due goal in tre minuti che chiudono i giochi e regalano una Pasqua amara al Latina e ai suoi sostenitori.

E a proposito di questi ultimi, segnalo la presenza di circa una quarantina di ultras pontini che si compattano dietro l’ormai tradizionale striscione che riporta il nome della loro città, che viene tenuto in mano durante tutto l’arco della partita.

A dire il vero, prima dell’inizio erano state appese alcune “pezze” alla vetrata della Curva Ferrovia che, poco dopo, sono state rimosse dagli stessi ultras del Latina.

Malgrado il numero esiguo, che può essere giustificato con l’andamento poco brillante della squadra pontina, oltre che col fatto che è vigilia di Pasqua anche per loro, si compattano e tifano in maniera incessante per tutto l’arco dei novanta minuti.

Un’ottima prestazione, la loro, che seppure gli rende difficoltoso riuscire a farsi sentire dai propri giocatori, li rende comunque ben visibili, in virtù delle tante manate con cui accompagnano i loro cori.

Da parte mia, come sempre, massimo rispetto ed ammirazione per quei pochi che si sbattono per i propri colori, macinando i chilometri e superando gli ostacoli (come recitava quel vecchio coro-tormentone, un bel po’ di anni fa).

Infine, per concludere in bellezza una giornata già di per sé speciale, che è stata sicuramente ben più di un semplice contorno ad una partita di calcio, voglio citare i bei momenti che si sono vissuti durante l’intervallo tra il primo ed il secondo tempo, quando in campo sono scesi i ragazzi dell’associazione ASCA di Savignano sul Rubicone.

Nell’ambito del progetto “Calciando la disabilità”, a cui hanno preso parte, dando un notevole contributo, gli ultras bianconeri assieme al Coordinamento Club del Cesena, diverse decine di ragazze e ragazzi con disabilità hanno avuto la possibilità di calcare il prato del Manuzzi e fare goal sotto la Curva Mare che, per tutta la durata dell’esibizione, li ha sostenuti, esultando dopo ogni goal messo a segno ed incitandoli con alcuni dei cori solitamente riservati ai giocatori della prima squadra.

Una gioia immensa per tutti i partecipanti a cui è stata offerta questa bella opportunità. E i loro sorrisi, credetemi, valevano da soli il prezzo del biglietto. Risutato finale dallo stadio Manuzzi di Cesena: Ultras 3 – Luoghi comuni 0.

Giangiuseppe Gassi.