Al “Partenio – Lombardi” di Avellino si disputa la sfida fra i padroni di casa e l’Ascoli, che se non è propriamente una sfida salvezza poco ci manca. Di sicuro a versare in condizioni peggiori sono i biancoverdi marchigiani che, a parte la crisi tecnica e di risultati, vedono da qualche tempo in forte ribasso il termometro dei rapporti fra la tifoseria e il patron Bellini. Con tutta la riconoscenza per aver salvato il sodalizio ai tempi di Benigni, in cui si erano ritrovati ad un passo dal baratro, adesso i tifosi si ritrovano con la pazienza agli sgoccioli nei confronti della conduzione dirigenziale, verso la quale più di qualche contestazione s’è sollevata in questi ultimi. Ovviamente non solo in termini puramente “epidermici”, ma anche cercando costruttivamente di trovare una via d’uscita.

Per l’Avellino la situazione è forse meno drammatica, se di dramma si può parlare in termini sportivi, ma di sicuro i biancoverdi non sono più protagonisti delle zone alte della classifica e ancor più lontani sono i fasti in cui, proprio assieme alla compagine di patron Rozzi, recitava il ruolo di provinciale terribile fra le grandi della Serie A.

Anche gli effettivi sugli spalti sembrano risentire di ciò, con il totale dei convenuti che si aggira a malapena sui 4.000. Secondo stadiapostcard, una piccola bibbia in materia, siamo sui 3.800 e forse la stima non è tanto distante dalla realtà. Gli avellinesi si piazzano nella parte bassa del settore, compattandosi molto bene e mostrando come, nei momenti di scarsa fiducia e ancor meno affetto verso la squadra, i soli a rispondere sempre presente e dimostrare imperituro amore alla propria compagine sono proprio i tanti vituperati ultras.

Presenza ascolana che invece non è tra i loro fiori all’occhiello di questa stagione, una stagione in cui, proprio in barba a tutta la situazione attuale, hanno inanellato una serie di bellissime prestazioni numeriche in giro per l’Italia. Qualitativamente però i bianconeri non sono da meno. Da segnalare, per loro, soprattutto la bella bandiera sul filone “Di padre in figlio”, mentre gli avellinesi sfoderano battimani a ripetizione, bandiere, due aste e persino qualche torcia.

In campo finisce, come solitamente avviene in questi casi, con la più classica spartizione della torta: l’Ascoli trova il goal in chiusura di primo tempo con Perez, ma prima del quarto d’ora bomber Castaldo pareggia e così si concluderà il match.

Foto di Pier Paolo Sacco.