C’è un bellissimo cielo terso a ricoprire le montagne e i paesi dell’Irpinia in questo primo sabato di ottobre che sembra aver riportato uno stralcio di fine estate su buona parte dello Stivale. Dopo il turno infrasettimanale si torna a giocare con la luce del giorno, cosa purtroppo sempre più rara e quindi ancor più bramata e apprezzabile. Al Partenio arriva un Mantova con l’acqua alla gola, reduce dall’ennesima sconfitta di questa stagione, maturata tre giorni prima contro la Juve Stabia. Umori diametralmente opposti per i campani, che dopo l’iniziale sconfitta a Frosinone hanno inanellato una notevole serie di risultati positivi e nel turno precedente hanno conquistato un importantissimo punto all’Euganeo di Padova, riprendendo i veneti da 2-0 a 2-2. Tuttavia la Serie B è avvincente proprio perché imprevedibile e mai scontata, pertanto da un punto di vista sportivo la gara di oggi è più che mai aperta, mentre sugli spalti il confronto si presenta stimolante, tra due realtà storiche del nostro tifo che si sfidano in uno dei tanti incroci Nord/Sud.
In riva al Mincio sono stati venduti circa centocinquanta tagliandi, un numero niente male se si tiene conto della distanza (1.400 chilometri a/r) e della pessima situazione in classifica dei lombardi. Il resto dello stadio, invece, fa registrare poco più di novemila tifosi. La Curva Sud sin dalle fasi di riscaldamento comincia a far sentire la propria voce, forte dell’entusiasmo generale e anche delle nuove scelte in fatto di posizionamento dei lanciacori – che come già detto in occasione del match col Monza, si metteranno nei vari estremi del settore, aiutando la coordinazione del tifo – ed esposizione dello striscione unico che riporta per intero il nome del club biancoverde. In tal senso credo sia importante sottolineare come, sia il suddetto, che la quasi totalità del materiale presente tra le fila irpine, sia realizzato a mano: vernice e stoffa per pezze, stendardi e striscioni, carta e vernice per gli usa e getta. Un tempo avremmo detto: “E quindi, dov’è la novità?”. Oggi, nell’epoca degli ordini a grandi stamperie internazionali e materiale del tutto spersonalizzato, la notizia sorprendente sta nell’artigianalità. Senza voler entrare troppo nel merito di scelte dei vari gruppi, credo che quella di produrre di persona ciò che viene esposto nel settore, non sia solo una linea di pensiero giusta da un punto di vista estetico, ma sia fondamentale soprattutto per fare aggregazione e dare ancor più valore a ciò che viene portato in casa e fuori. Una pezza, uno stendardo, una bandiera fatta con le proprie mani assume il valore e l’importanza simbolica di un figlio. E – salvo genitori snaturati – per un figlio noi tutti ci getteremmo tra le fiamme.
Tornando alla sfida odierna, poco prima che le due squadre entrino in campo i due settori ultras sono al completo e cominciano a tifare. Sebbene tra le due fazioni non vi sia un rapporto ostile, tra le fila avellinesi non passa inosservata la presenza di alcune pezze bresciane sugli striscioni mantovani, tanto che prima e dopo il fischio d’inizio saranno molteplici i cori contro le rondinelle. A proposito dei mantovani, penso di non dire eresie affermando di non vederli in trasferta da un playoff di Serie C contro il Frosinone datato 29 maggio 2005. Praticamente un’era geologica fa. Altro calcio, altre curve, altra libertà di azione, altra spensieratezza (facevo il quarto superiore!). Di quella giornata al vecchio e glorioso “Matusa” conservo sempre il ricordo di una loro bellissima prestazione, dove colore e voce la fecero da padroni, elementi che erano un po’ il marchio di fabbrica dei virgiliani in quegli anni. Dunque, dopo quattro lustri, qualche chilometro più a Sud, eccoli di nuovo al mio cospetto. E devo dire che non mi deluderanno affatto, cominciando a cantare già prima di inizio partita e smettendo praticamente solo nell’intervallo. Ottima intensità nei cori che vengono tenuti a lungo, battimani in cui i ragazzi col megafono attendono per far partecipare tutti i presenti, diversi momenti in cui la loro voce viene avvertita nitidamente in tutto il Partenio, una bella sciarpata nella ripresa e un “terzo tempo” dopo il fischio finale da applausi. Promossi a pieni voti e la cosa non è mai scontata in questo genere di trasferte.
Su fronte casalingo, la Sud si rende autrice di una bella prova fatta delle consuete manate che tendono a coinvolgere buona parte di un settore oggettivamente grande e dispersivo e mettendo in mostra molto colore nella zona “delimitata” dallo striscione. Con il risultato inchiodato sullo 0-0, a più riprese gli ultras irpini tentano di coinvolgere la Terminio e la Montevergine per soffiare sul pallone e spingerlo in rete. Cosa che teoricamente avverrebbe pure al 61′, quando Besaggio sfrutta al meglio un assist di Russo e supera l’estremo difensore avversaria, tuttavia l’arbitro, dopo aver consultato il Var, annulla per gioco falloso. Curiosità, non tanto di stampo ultras, per il ritorno di molti striscioni dei club in Tribuna Terminio, tra cui quello del Borgo Ferrovia, che ovviamente non può sfuggirmi considerata la mia perversione per le i treni e, ancor più, per quelli che, purtroppo, non transitano ad Avellino, dove le strade ferrate sono odiate e “combattute” (basti pensare che da diversi anni la stazione è chiusa, in attesa che vengano ultimati i lavori di elettrificazione della linea Salerno-Avellino-Benevento) e solo l’opera pia di appassionati tiene in vita lo storico percorso tra il capoluogo irpino e Rocchetta Sant’Antonio…lo so, sto sviando dal focus dell’articolo, ma concedetemelo!
Ritornando al pomeriggio del Partenio, quando arriva il triplice fischio del direttore di gara, per le due squadre ci sono comunque applausi: il Mantova interrompe la striscia negativa, l’Avellino si dimostra squadra quadrata e apparentemente ben inserita nel duro contesto della cadetteria. Ultime istantanee di questa giornata: le due tifoserie che restano una ventina di minuti dentro, dopo la fine, con gli striscioni appesi, a cantare per loro e per i diffidati e un nugolo di ragazzine che, dalla tribuna, si arrampica su una ringhiera seguendo i cori della Sud. Forse questa è l’immagine più bella, che fa nuovamente capire la trasversalità e la popolarità degli ultras, nonché il loro riuscire a creare un rapporto radicato e immortale tra la propria terra e la sua gente!
Testo Simone Meloni
Foto Tobia Conte



















